ascoltato per voi

Ipplis di Premariacco (UD), 13 Aprile 2014
Chiesa Parrocchiale

 NELL'AMBITO DI PASCHALIA 2014

STABAT MATER
Corale "G. Coceancigh" di Ipplis diretta da Nicola Pascoli

Paola Bonesi - Milena Ermacora - Antonella Meridda
Sara Abriola - Antonino Puliafito


...il pubblico presente prima che calasse la penombra ed iniziasse il programma...

STABAT MATER

          La Passione, come la vita, è un percorso con un inizio e una fine. Il percorso umano di Cristo inizia con il Natale e finisce con la Crocifissione, in questo arco temporale e fisico vi è un personaggio che partecipa per lo più silenziosamente ma che in qualche modo ne è uno dei motori. E' al figura umile e alta di Maria madre di Gesù che fa iniziare ogni cosa con un atto di fede e che chiude il tutto presumibilmente con un altro atto di fede. Non ci si sofferma mai abbastanza su di lei e sulla sua vicenda di madre e di figlia, dal momento in cui accoglie la volontà di Dio prendendo in braccio quel figlio, fino al momento in cui quello stesso figlio lo raccoglie dalla croce prendendolo per l'ultima volta in grembo (più per l'elaborazione iconografica che si è ripetuta nella storia dell'arte, piuttosto che per quanto raccontano le Sacre Scritture). Se iconograficamente la storia dell'uomo nella Storia inizia con la scelta di una donna (Eva), è un'altra donna che compie una scelta con cui si ristabiliscono i principi e il patto tra il Padre e i figli. E si tratta sempre di scelte fatte esercitando quel libero arbitrio del quale troppo spesso ci dimentichiamo: enorme libertà e al contempo immensa responsabilità.


...introduzione alla serata di Andrea Carta l'autore dei testi...

          Maria era una donna e come tale la vogliamo immaginare: donna che accetta liberamente la volontà di Dio ma che sceglie anche di vivere su questa terra la propria storia, silenziosa testimone della vicenda di quel figlio così meraviglioso e misterioso. Abituati come siamo a dare per scontato le pieghe dei racconti, dove si nasconde la verità delle cose, ci sfuggono le proporzioni di quanto accaduto a questa donna che ha dovuto affrontare il terrore della perdita e il dolore lacerante della morte del figlio, rimanendo a guardare. E come chiunque altro, ha sofferto per tutto quello che accadeva e sicuramente la natura umana di cui era fatta ha dovuto fare i conti coi la rabbia, la disperazione, il dubbio che quei fatti avrebbero instillato in ognuno di noi. Eppure scelse di confermare quell'atto di fede compiuto tanti anni prima. Ed è su quel momento di infinito dolore che ci soffermiamo con il nuovo lavoro della Corale elaborato per la Pasqua 2014, perché Maria compie la scelta nel momento più doloroso, talmente lacerante che sarebbe stato comprensibile un mancamento nella fermezza del cuore e della mente. Ed è quella la lezione per ogni cristiano, è lì che Maria dimostra che è possibile credere fino in fondo, indipendentemente da quello che la vita ci chiede.


... e inizio della rappresentazione sacra con letture...

          E, soprattutto, che accettare di portare la croce che ci viene donata o imposta, non è un atto di debolezza ma di grande forza nel quella si esprime la completa libertà che ci caratterizza e soprattutto l'umanità che ci rende creature splendide. La libertà di attendere con fiducia, la libertà di non cedere il passo alla disperazione, la libertà di non chiudere gli occhi arrotolandosi su noi stessi. In questo sta il senso dei gesti che verranno messi in scena in questa serata e, affinchè non siano vuoti artifizi teatrali, volgiamo che il pubblico si riconosca attore e non solo spettatore. A ognuno viene chiesto di prendere una piccola croce e su di essa di scrivere il proprio nome di battesimo (non il cognome). Le croci costituiranno un mucchio e verranno in fine riconsegnate all'assemblea alla rinfusa, in maniera che ognuno si porti a casa la croce di uno sconosciuto. Chi mi sta a fianco? Oppure chi è seduto tre banchi più in là? Una donna oppure un uomo? Un italiano o uno straniero? Un etero o un gay? Un amico o un nemico? Un bianco o un nero? Un ateo o un credente? Non lo sapremo mai ma avremo in consegna la sua croce e la responsabilità di portarla per lui/lei. Trasformati in tanti Cirenei guarderemo nel tempo quella piccola croce e speriamo che essa ci ricordi continuamente di non essere soli e di avere responsabilità per noi e per gli altri.


...intervallate dalle esecuzione del coro e dei solisti...

           Questo spettacolo è il risultato di un lavoro collettivo che ha saputo far fronte a difficoltà di ogni tipo, grazie alla solidarietà che si respira in un gruppo affiatato. E ogni volta che si arriva a un traguardo è inevitabile guardarsi indietro e sorridere di cose che, nel momento in cui si presentano, sembrano insuperabili e spesso la fine del percorso. Ebbene, nessun ostacolo è insormontabile se affrontato insieme e questa sera lo dimostriamo mettendoci davanti al nostre fedele pubblico. Ma vogliamo ricordare ognuno singolarmente, chi c'è e chi purtroppo non c'è più. Ognuno di noi dedica la propria opera a coloro che l'hanno resa possibile e l'arte che viene messa dal singolo partecipante è la voce di chi non può più pronunciare parola ma che vive nei nostri cuori. La serata è dedicata a loro, a quelli che non ci sono più, coloro che hanno continuato in spirito a portare la loro e la nostra croce. Ad essi il nostro pensiero e la nostra riconoscenza. A Flavio, Graziano, Giovanni, Maria, tanti altri, ognuno di noi scriva un nome sulla propria croce e preghi secondo la propria intenzione.


...un programma seguito in religioso silenzio e senza interruzioni fino al termine...


...applausi finali al coro e omaggi floreali alle principali interpreti...

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-


...forse non lo saprò mai se la croce che mi son portato a casa
è più pesante o più leggera della mia che ho deposto nel cestino...