Il Requiem in do minore di Luigi Cherubini è uno dei
capolavori della musica sacra del primo Ottocento, opera che
nel luglio dello scorso anno coristi dei cori sopra citati
hanno eseguito sotto la direzione di Riccardo Muti nel
memorabile concerto di Trieste e al Ravenna Festival.
Luigi Cherubini (Firenze 1760 – Parigi 1842). Compiuti gli
studi a Bologna e Milano, iniziò ancora molto giovane a comporre
musica sacra. Seguirono altre opere di musica religiosa e da
camera molto apprezzate al punto da indurre il granduca Leopoldo
di Toscana ad assegnargli una pensione (1778), necessaria per il
soggiorno di studio bolognese. Dal 1780 al 1784 scrisse molte
opere teatrali tanto che ottenne un invito per recarsi a Londra.
Fu autore di numerose opere liriche prima di stabilirsi nel 1788
a Parigi, dove entrò a far parte del nuovo Conservatorio, che
poi diresse dal 1821 al 1842. Nel 1805 si trasferì a Vienna, ma
in seguito agli eventi bellici ed alla difficile situazione
teatrale austriaca, fu costretto a ritornare a Parigi, dove,
dopo un periodo di accoglienza piuttosto fredda, ottenne
maggiore successo e riconoscimenti. Nel 1815 Luigi XVIII, re di
Francia, dopo il periodo rivoluzionario e napoleonico, chiama
Cherubini a dirigere la sua cappella musicale. Il re, volendo
rendere omaggio al fratello giustiziato vent’anni prima dispose
che ogni anno l’anniversario venisse ricordato con funzioni
religiose. L’incarico di comporre una messa funebre fu affidato
a Cherubini; nacque così il Requiem in do minore, che il 21
gennaio 1816 fu eseguito nella chiesa parigina di St. Denis. Il
Requiem di Cherubini si discosta in modo netto da un certa
tradizionale “marziale” e retorica, spogliando la tecnica corale
di ogni accenno virtuosistico, se si eccettua la grande fuga del
“Quam olim Abrahae”, evidenziando una scrittura complessiva di
impressionante modernità, caratterizzata dall’alternarsi di
momenti di straordinaria dolcezza con parti di vibrante
drammaticità. La concentrazione espressiva di quest’opera fece
grande impressione sui contemporanei, che considerarono il
Requiem cherubiniano un modello esemplare, tanto da meritarsi
l’incondizionato apprezzamento, fra gli altri, di Beethoven,
Schumann e Berlioz.
Il concerto di questa sera è dedicato alla memoria di tutti
gli amici scomparsi, che hanno contribuito con generosa
passione alla grandezza del concorso Seghizzi ed in
particolare a coloro che di recente ci hanno lasciato come
il musicista Andrea Giorgi, Francesco Moise e gli ex
presidenti Giovanni Vezil ed Ubaldo Agati.
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