Abbazia di Rosazzo (UD), 29
Luglio
2010
Chiesa di San Pietro
apostolo
L'Abbazia di Rosazzo,
secondo la leggenda, venne fondata nel IX secolo da un eremita, che
aveva costruito la prima cella. Da una frammentaria documentazione
sappiamo che il monastero venne abitato da monaci agostiniani, che
vennero poi sostituiti dai benedettini. Ufficialmente il monastero venne
fondato nel 1090 dal patriarca Ulrico I Eppenstein. Durante i secoli
l'abbazia accumulò molti beni, frutto delle frequenti e ricche
donazioni,
fino a raggiungere il massimo splendore nel XIII secolo. Il titolo
abbaziale era divenuto una carica molto importante, pari a quella del
Vescovo per potenza e prestigio; i suoi possedimenti erano protetti
direttamente dalla Santa Sede. Alle dipendenze dell'abate esisteva un
Ufficiale Laico che era investito di piena giurisdizione nei
possedimenti dell'abbazia. Una parte dell'abbazia fu adibita a prigione.
Rosazzo forniva milizie all'esercito patriarcale e il numero di armati
crebbe nei secoli a dimostrazione del parallelo aumento delle rendite e
della conseguente disponibilità economica. Venne seriamente danneggiata
dagli incendi del 1323 e del 1344, ma i danni furono prontamente
riparati. Nei secoli successivi l'abbazia fu fortificata per prevenire
gli attacchi di tutti coloro (ed erano molti) che volevano il suo
possesso fra cui ricordiamo Cividale, Udine, i Conti di Gorizia e il
Duca d'Austria. Non si contano gli intrighi, gli intrallazzi, i maneggi,
i tradimenti, i cavilli giuridici che contornano gli assedi e i colpi di
mano. Si registrano anche episodi piuttosto feroci: ricordiamo l'assedio
degli Ungari al comando di un generale tedesco, i quali tagliarono la
mano destra agli assediati sconfitti. Nemmeno la conquista veneta mutò
questa situazione. Fra coloro che tentarono di mettere le mani su
Rosazzo si annoverano personaggi di ogni specie come avventurieri locali
e stranieri, vescovi e cardinali, capitani di ventura e signorotti vari
del Friuli e del Carso.
Il 10 dicembre 1508,
durante la guerra seguita alla Lega di Cambrai, le truppe imperiali,
francesi e papali si scagliarono sull'abbazia, ormai definitivamente
trasformata in fortezza e presidiata dalle truppe veneziane. La fortezza
non resse l'urto e venne completamente bruciata, la guarnigione
massacrata (i benedettini avevano lasciato il monastero da un secolo,
precisamente dal 1423). Per interessamento del papa Clemente VII, ma
soprattutto di Gian Matteo Giberti vescovo di Verona e abate
commendatario, l'abbazia fu restaurata. I lavori terminarono nel 1533.
La storia successiva non ha notizie di rilievo, in ambito civile;
ecclesiasticamente, dopo la soppressione, nel 1751, del Patriarcato di
Aquileia, l'abbazia fu assegnata in commenda perpetua agli arcivescovi
di Udine e Gorizia; per la rinuncia di quest'ultimo, all'arcivescovo di
Udine restò il beneficio con il titolo di abate e marchese di Rosazzo.
Nel 1823 un edificio dell'abbazia fu adattato a residenza estiva degli
Arcivescovi. Attualmente è in custodia a un Vicario. Nulla si sa degli
edifici monastici antichi. Oggi ci rimangono lo splendido chiostro
cinquecentesco, la torre (forse l'unica superstite di altre), la Chiesa
di San Pietro che nella forma attuale è in parte dovuta all'architetto
cividalese Venceslao Bojani (che usò parecchio materiale degli edifici
precedenti) e il monastero che fu ristrutturato nell'Ottocento.
Verbum Resonans 2010
Concerto
Mediæ
Ætatis Sodalicium
di Bologna
Direttore: Nino Albarosa
Il coro Mediae Aetatis
Sodalicium possiede l’abitudine, pur se canta in forma di concerto,
di dare ai propri programmi, fin dove è possibile, una strutturazione
liturgica. Il lettore osserverà quindi che la prima parte vede un
susseguirsi di brani del Proprio, vale a dire Introito, Graduale,
Alleluia, Offertorio, Communio, più un Kyrie (al secondo posto). Così
pure la seconda parte vede succedersi Introito, Graduale, Alleluia,
Communio. La terza parte invece trae i suoi brani dal Vespro, in modo sì
parziale, tuttavia organico. Conclude a sé il grande e noto offertorio
Iubilate Deo.
Così procedendo, inoltre,
il programma offre la possibilità di recepire la variegatezza delle
forme gregoriane. Lo stile del canto è uno, ma le forme nel quale si
esprime sono numerose. Grande è ad esempio la differenza fra un Introito
e un Graduale, il primo brano della mobilità, servendo per accompagnare
il celebrante mentre opera il suo ingresso verso l’altare; l’altro brano
della stabilità, sviluppandosi mentre celebrante ed assemblea siedono
dopo aver ascoltato la prima delle letture e il coro con il solista
offrono un brano, in forma solenne, alla riflessione. Avendo appunto il
coro spazio, può fare del graduale motivo di profonda espressione
musicale ed anche, sia detto nel senso migliore, di “virtuosismo”.
Entrando in qualche
particolare, l’introito Da pacem è brano che invoca appunto la
pace, questo grande valore dello spirito, ristoratore e rasserenatore
dell’anima, mentre, dopo il grandioso Kyrie, ricco di profonda
musicalità e suggestività, il graduale Laetatus sum è dedicato
agli Israeliti che si rallegrano perché è stato loro detto che vedranno
Gerusalemme. Un tale spirito, lungi dal rappresentare solo un fatto
storico, comprende il significato, ancora oggi, dell’attesa universale
dei credenti di vedere anch’essi la loro Gerusalemme.
Tutti i brani della
messa, insomma, possiedono una loro funzione in una forma che la
liturgia assegna.
Qualche parola va spesa
per la parte vesperale, giacché dopo Lectio brevis e
Responsorium breve, e dopo l’inno, bellissimo, Deus creator
omnium, il coro canta esaltando attraverso il canto del
Magnificat le grandi cose che ha fatto il Signore nella sua serva
Maria.
Procedendo in stile
salmodico, il Magnificat gregoriano, quale che sia il modo
dell’antifona che ne prepara il tono appunto salmodico, nel nostro caso
il secondo, costituisce, pur nella sua semplicità, una della somme
pagine della musica di tutti i tempi, da esprimere con spirito commosso
e con profonda partecipazione, giacché si contempla uno dei massimi
gesti dell’universo.
Il Coro Gregoriano Mediæ Ætatis Sodalicium, con sede a
Bologna, viene fondato nel 1991 da studiose di discipline musicali e
umanistiche dell'Università degli Studi di Bologna. Svolge attività
in Italia e all'estero, qui in
Portogallo, Spagna, Lussemburgo,
Francia, Belgio, Germania, Ungheria, Polonia, Slovacchia, Giappone.
Ha conseguito il primo premio nella categoria canto monodico
cristiano al 53º Concorso Polifonico Internazionale "Guido
d'Arezzo", Arezzo 2005 e il primo premio al Torneo Internazionale di
Musica del 1997 in Roma. Il coro ha inciso per le seguenti etichette
discografiche: Calig, Audiovisivi San Paolo e Stradivarius.
L’ensemble, composto di sole voci femminili, ambisce collegarsi, per
concezione e stile, all'insegnamento di Dom Eugène Cardine, il
grande gregorianista dell’Abbazia di Solesmes, professore per lunghi
anni presso il Pontificio Istituto di Musica Sacra di Roma, cui va
il merito storico di avere fondato ed elaborato, sotto il nome di
"Semiologia Gregoriana", rivoluzionari criteri di indagine musicale
ed interpretativa sulle antiche notazioni gregoriane.
Le coriste - Roberta Binotti, Cristina Bonello, Anna Pia
Capurso, Bruna Caruso, Carla Cesari, Dina Cucchiaro, Federica Di
Leonardo, Federica Doniselli, Carmen Petcu, Anna Maria Rais.
Il Direttore - Nino Albarosa già professore ordinario di
paleografia e semiologia gregoriana all'Università degli Studi di
Udine e professore di canto gregoriano al Pontificio Istituto di
Musica Sacra in Roma. Allievo di dom Eugéne Cardine, ha al suo
attivo numerose pubblicazioni concernenti la semiologia e la storia
della restaurazione del canto gregoriano. Membro fondatore
dell'Associazione Internazionale Studi di Canto Gregoriano, è
presidente della sezione italiana. Ha fondato e diretto per lunghi
anni la rivista scientifica "Studi Gregoriani". Docente in corsi e
seminari di canto gregoriano in Italia, Portogallo, Spagna, Austria,
Germania, Slovacchia, Ucraina, Russia, Giappone, Messico, Polonia.
Dirige dalla fondazione il coro "Mediae Aetatis Sodalicium". Nel
2008 è stato dichiarato dottore honoris causa in musica sacra dal
Pontificio Istituto di Musica Sacra in Roma. |
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IL PROGRAMMA
Abbazia di Rosazzo, 29
Luglio
2010
Verbum Resonans
2010
Concerto
Mediæ
Ætatis Sodalicium
di Bologna
Direttore: Nino Albarosa
|
01 |
2.52 |
Introitus -
Da pacem, cum versu |
02 |
2.53 |
Kyrie I -
ad libitum |
03 |
3.05 |
Graduale -
Laetatus sum |
04 |
1.46 |
Alleluia -
Laudate Deum |
05 |
3.36 |
Offertorium -
Ad te Domine, cum versu |
06 |
2.45 |
Communio -
Unam petii, cum versu |
07 |
1.49 |
Introitus -
Omnes gentes, cum versu |
08 |
7.39 |
Graduale -
Exaltabo |
09 |
2.54 |
Alleluia -
Omnes gentes |
10 |
2.09 |
Communio -
Inclina aurem, cum versibus |
11 |
4.59 |
Lectio brevis -
Benedictus Deus
Responsorium breve -
Quam magnificata sunt
Hymnus -
Deus creator omnium |
12 |
5.00 |
Ad Magnificat Antiphona -
Si linguis hominum, cum Magnificat |
13 |
7.32 |
Offertorium -
Iubilate Deo, cum versu |
14 |
2.51 |
FP - Salve
Regina |
15 |
3.30 |
FP -
Introitus - Da pacem |
|