Il Coro polifonico Antonio Foraboschi è un'associazione
culturale che si propone di divulgare la musica polifonica
attraverso lo studio della Musica Sacra, la promozione di percorsi
concertistici e la realizzazione di incisioni. L'associazione,
fondata nel 1977 per desiderio di don Luigi Milocco, nel corso degli
anni, attraverso un approfondito studio vocale e stilistico, ha
arricchito il proprio repertorio passando gradualmente da un genere
prevalentemente folcloristico a quello polifonico classico e
romantico. Sulla scia dei progressi ottenuti, il coro si è dedicato
ad un intenso lavoro di ricerca musicale, privilegiando la qualità e
l'originalità del repertorio caratterizzato, oltre che da brani
popolari nazionali ed internazionali, da musiche sacre di autori
quali Handel, Mozart, Rossini, Mendelssohn, Bruckner, Fauré, Elgar,
e molti altri. Per la casa discografica Rainbow Classic e con
l'apporto del gruppo strumentale “Forum Julii Ensemble” ha inciso il
cd “Cantate Domino – Musica sacra tra '800 e primo '900”. In
occasione del trentennale di costituzione il coro, diretto dal M°
Devis Formentin, ha eseguito la Choralkantate di F. Mendelssohn “Wer
nur den lieben” per Soprano solo, coro, archi ed il Gloria RV589 di
A. Vivaldi per soli, coro e orchestra.
Direttore Devis Formentin - Si è diplomato in Organo e
Composizione Organistica con Marcello Girotto al Conservatorio
Giuseppe Tartini di Trieste, in Pianoforte sotto la guida di
Teresa Trevisan e in Musica corale e Direzione di coro con Antonio
Piani al Conservatorio Jacopo Tomadini di Udine. Ha
frequentato le Masterclass di Radulescu e Tagliavini dedicate alla
prassi esecutiva organistica e i Seminari dedicati alla Direzione
corale tenuti da Grün, Scattolin, Kuret e Marzilli, curando gli
aspetti compositivi con Fabio Nieder e Giovanni Bonato. Compositore
En résidence dal 2006 presso l’Associazione La Posta in
Gioco di Vidor, Devis Formentin è responsabile musicale di
“Colours”e “Play & Play”, progetti che immaginano la coralità come
metafora di un’integrazione possibile tra le nuove generazioni.
Direttore titolare del Coro Antonio Foraboschi di Palazzolo
dello Stella e della Corale Synphonia di Griis-Cuccana, ha
inciso per la Rainbow Classics “ Flor Peeter – Organ Music”, “Ad
Aquas Gradatas” in duo con il trombettista Giuseppe Minin e “Organ
Duets” con Valentina Salucci. Ha composto “La pietà non era
contemplata” su testo di Sergio Licursi e regia di Fabio Sartor,
opera realizzata in anteprima assoluta il 4 aprile 2008 dedicata
allo statista Aldo Moro ed eseguita in presenza della figlia Agnese.
E’ membro della commissione liturgica della diocesi di Udine.
Presentazione della serata
A cura del prof. Lucio Cepparo
Rinnovando gli
auguri per il S. Natale appena trascorso, do il benvenuto al
pubblico convenuto questa sera in occasione del tradizionale
Concerto di Santo Stefano del Coro Polifonico “Antonio Foraboschi”
di Palazzolo dello Stella.
Come ricorderete, il Coro
“Foraboschi”, accompagnato dall'Orchestra Nova, di Nova Gorìca, e
dai soprani Rudiana Rasha e Chiara Signori, si è esibito esattamente
due mesi fa in questa chiesa dedicata a S. Stefano Protomartire,
Patrono della Pieve palazzolese, in occasione della rassegna di
Concerti d'Autunno intitolata: “Haendel, Haydn, Mendelssohn - 200
anni di musica sacra in Europa”.
La tournée è proseguita
tra i primi di novembre e i primi di dicembre, sempre con grande
partecipazione di pubblico e un'entusiastica accoglienza, a Nova
Gorìca, Fossalta di Portogruaro e Udine.
Con la rassegna di
Concerti 2009, il Coro, confermando la propria predilezione per la
produzione sacra che va dal periodo barocco a quello romantico, cioè
dal '700 all'800, ha inteso onorare tre grandissimi compositori
europei di cui si è celebrato quest'anno l'anniversario, tracciando
un interessantissimo percorso che ha mostrato le peculiarità, ma
anche i punti di continuità nel linguaggio e nella struttura, di
questi tre sommi musicisti.
Nel Concerto di questa
sera, ed in particolare nella prima parte, il Coro ci farà
riassaporare alcune gemme presentate nella rassegna d'Autunno e che,
in parte, si ricollegano al tempo liturgico che stiamo vivendo,
mentre per la seconda parte, sono stati scelti brani che esprimono
in modo diretto e immediato il significato e l'atmosfera del Santo
Natale.
Per la realizzazione del
Concerto di questa sera si ringraziano sentitamente l'Assessorato
all'Istruzione e Cultura della Regione Autonoma Friuli Venezia
Giulia, la Provincia di Udine, la Fondazione CRUP, il Comune di
Palazzolo dello Stella e la Parrocchia per aver messo a disposizione
questa Chiesa.
Il Coro è affiancato
dall'Orchestra da camera “NOVA” di Nova Gorìca, con l'apporto dei
musicisti Giuseppe Minin e Andrea Bonaldo alla tromba, Patrick
Quaggiato ai timpani, Michele Bravin all'organo e basso continuo, e
dalle voci soliste dei soprani Rudiana Rasha e Chiara Signori.
Dirige il maestro Devis Formentin.
Programma
Prima parte - Il programma esordisce con
la Missa Brevis in Fa maggiore “Jugendmesse”, per soli, coro,
orchestra e basso continuo di Franz Joseph Haydn, di cui abbiamo
ricordato il 200° anniversario della morte, avvenuta a Vienna nel
1809, a 77 anni, durante l'occupazione napoleonica. Haydn, che fu
amico e grande estimatore di Mozart e maestro del giovane Beethoven,
è stato non solo uno dei massimi rappresentanti del classicismo
musicale, ma seppe anche aprire la rotta verso il romanticismo. Il
valore artistico delle sue musiche, secondo Gian Andrea Lodovici,
“sta tutto in un esemplare equilibrio fra riflessione e
improvvisazione, in quella piacevolissima logica alla quale
sottomette un'inesauribile vena melodica e un traboccante
ottimismo”.
Della vasta produzione
sacra di Haydn, i cui vertici sono rappresentati dalle sei grandi
Messe composte fra il 1796 e il 1802 su commissione del principe
Anton Esterhazy, viene riproposta la Missa Brevis in Fa maggiore (Jugendmesse),
composta nel 1750 a soli 18 anni ma che rappresenta ben più di un
componimento giovanile, tanto che Haydn la revisionò mezzo secolo
dopo, mettendone in rilievo le affinità con le pagine più mature. La
Jugendmesse si articola nelle consuete parti della Messa latina:
Kyrie, Gloria, Credo, Sanctus, Benedictus e Agnus Dei.
Seguono ora due pagine di
George Frideric Haendel, tedesco di nascita ma cosmopolita riguardo
alla formazione ed allo stile, di cui abbiamo celebrato i 250 anni
dalla morte, avvenuta a Londra nel 1759. La sua musica si
caratterizza per uno stile solare e per l'evidenza melodica. Con
l'oratorio Haendel sviluppa quella forma musicale che più di ogni
altra gli avrebbe garantito celebrità: in esso troviamo una sintesi
di tutte le passate esperienze di musica corale, elaborate con
grande efficacia e maestria.
Il primo brano è la
brillante aria Let the bright seraphim, per soprano solo, tromba e
orchestra, collocata prima del coro conclusivo dall'oratorio Samson,
composto nel 1741. Nello stesso periodo, in un momento di
particolare serenità, Haendel scrisse e presentò quello che è il suo
lavoro più conosciuto: l'oratorio Messiah, il cui testo consiste
esclusivamente in versi tratti dalla Sacra Bibbia e che, sin
dall'esordio, ricevette trionfali accoglienze. Del Messiah viene
presentato il coro conclusivo: Worthy is the Lamb. Amen, il cui
testo è tratto dall'Apocalisse: “Degno è l'Agnello che è stato
ucciso e ci ha riscattati a Dio con il suo sangue, di ricevere
potenza e ricchezza, sapienza e forza, onore, gloria e benedizione”.
La solennità e grandiosità della musica ben sottolinea il trionfo di
Nostro Signore Gesù Cristo nel suo secondo Avvento glorioso, alla
fine dei tempi.
Seconda parte - La seconda parte del concerto è dedicata a
musiche direttamente ispirate al S. Natale, la festa più cara a noi
cristiani, in cui celebriamo la nascita di Gesù, il “Verbo fatto
carne” secondo le parole del Vangelo di San Giovanni. Mistero che ha
lasciato anche sul pentagramma, lungo i secoli e sino ai giorni
nostri, le tracce di una fede profonda e radicata.
Il primo brano in
programma è il canto Tradizionale Adeste fideles, nella versione per
soprano solo e orchestra. Nella traduzione italiana “Venite fedeli”
è un canto che si esegue ogni anno, nel Tempo di Natale, nelle
Assemblee liturgiche e rappresenta un invito ad adorare il Divino
Bambino nato a Betlemme.
A seguire, in luogo del
previsto Cantique de Jean Racine di Faurè, verranno eseguiti tre
tempi della Cantata corale Wer nur den lieben Gott läβt walten (“Chi
si affida soltanto al buon Dio”), per soprano solo, coro e
orchestra, di Felix Mendelssohn, di cui abbiamo ricordato il 200°
anniversario della nascita. Nella produzione sacra, concentrata
negli ultimi anni della sua breve esistenza, Mendelssohn seppe
fondere mirabilmente linguaggio romantico e tradizione, come in
questa pagina in cui la fresca invenzione e l’irreprensibile
eleganza del segno melodico, si uniscono a precisi riferimenti alla
severa polifonia bachiana.
«Notte silenziosa, notte
santa, / tutto dorme, tutto è mistero, / solo una madre sorride
d'amore / e veglia col gaudio nel cuore: / tra Giuseppe e Maria /
dorme il bambino Gesù»: la musica di Stille Nacht crea un vero
incanto. Gran parte del suo fascino nasce dalla sua semplicità, ed
essa è così schietta e genuina forse perché Franz Gruber, modesto
organista e maestro di coro attivo nella provincia austriaca
dell'800, ebbe poco tempo per scriverla, ma certo bastò per quel
piccolo capolavoro, una melodia semplice, orecchiabile e gentile, da
imparare subito e non dimenticare mai più. Lo ascoltiamo questa sera
nella versione in lingua inglese (“Silent Night”) per voci femminili
e orchestra.
L'ultimo brano in
programma, Joy to the world, per coro e orchestra, di Georg
Friedrich Haendel, è una pagina insieme gioiosa e solenne che
esprime tutta l’incontenibile gioia che dà al mondo l’annuncio della
nascita di Gesù.
È il modo più appropriato
per congedarci, sottolineando ancora una volta, con le parole
dell'angelo ai pastori tratte dal Vangelo di Luca, il vero motivo
per cui il Natale è tempo di gaudio e letizia per noi e per il mondo
intero: “ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il
popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore,
che è Cristo Signore”.
...meritati
applausi...
...del folto pubblico presente... |