ascoltato per voi

Ipplis di Premariacco (UD), 19 Dicembre 2009
Chiesa parrocchiale

70 x 7
settantavoltesette
dedicato a Don Giovanni Nimis

Scritto e diretto da Andrea Carta
Voce narrante, Elisabetta Brunello Zanitti
Corale "G. Coceancigh" di Ipplis diretta da Milena Ermacora
Organo e tastiera Maurizio Degani
Luci e audio FCB - Massimiliano lurigh

          Nella numerologia biblica il 7 (i colori dell'arcobaleno, le note musicali) è la rappresentazione della purezza e perfezione di Dio (infatti esso è rappresentato dal sette ripetuto tre volte, essendo tre il numero di Dio. Si noti che il numero della bestia è 666 in quanto la sua arroganza di essere Dio si infrange proprio nell'impossibilità di avere quel "in più" per essere 777, rimanendo comunque un numero in meno per ogni cifra). Il 70 rappresentava, per gli israeliti, la pienezza del tutto. Moltiplicare il 7 (Dio) per l'infinito (70) voleva dire esprimere un concetto astratto che indicava qualcosa più grande dell'infinito stesso. E' una figura retorica che serve per rinforzare un concetto (l'infinito) già di per sé esteso. Perdonare 70 volte 7, ringraziare 70 volte sette, significa non avere il limite superiore di quante volte sì deve fare qualcosa: perdonare... SEMPRE; ringraziare... SEMPRE. Da qui il titolo del testo di questa sera: mai fermarsi al poco, mai pensare di aver fatto abbastanza, mai pensare di non potersi spingere un po' più in là. Mai poter o dover dire: cosa posso fare di più? La risposta ce l'abbiamo già: "settantavoltesette"! E' così tante volte che dobbiamo perdonare, perdonarci, ringraziare, aiutare, condividere, aprire la porta, aprire il cuore, regalare, sorridere, porgere l'altra guancia, amare, accogliere, stringere la mano, dare un bacio, guardare negli occhi, respingere l'odio, dividere il mantello, donare, dar da mangiare, dare un lavoro, dare una casa, dare una patria, assicurare la giustizia, sostenere la pace, essere umili, difendere i deboli, rifiutare il fatalismo, reagire alle ingiustizie, aspettare, avere pazienza... e sicuramente altre settanta volte sette cose da fare.
          Questo è Natale, perché questo da la consapevolezza di sé senza timore degli altri, è saper raccontare la storia della propria vita senza timore delle scelte fatte ma con il coraggio di portare sulle sulle spalle ogni cosa, come un dono, l'unico dono che si può realmente fare: sé stessi! Andrea Carta

La voce narrante, rovistando tra le pieghe dei suoi ricordi, ripercorre la sua vita cominciando da quando era bambina e sognava di diventare una ballerina come quella che vedeva danzare su un carillon portagioielli...

...e rivivendo il percorso e i suoi sogni di bambina, di ragazza, di madre e di nonna, dando spazio alla Corale per intercalare il suo repertorio natalizio accuratamente studiato dal direttore artistico Andrea Carta, dalla direttrice Milena Ermacora e dall'intera equipe del "G. Coceancig"...


...i meritati applausi ...


...i ringraziamenti...


... gli omaggi floreali...


...osservare i visi degli spettatori mentre applaudivano...
...il conduttore del "natisone"...

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I BRANI ESEGUITI

Cantique de Noel
Piccolo suonatore di tamburo
Tannenbaum
La biele stele
Wite Christmas
Wath child is this
Tu scendi dalle Stelle
Ninna Nanna
Adeste fidelis