Rigolato (UD), 8 Agosto 2009
Chiesa Parrocchiale di San Giacomo
Presentazione del Libro-CD
Iu Cantuors de Glîsio di
Sant Jacom
Apertura a conduzione della
serata di don Giuseppe Cargnello,
con il saluto del rettore dell'Università di Udine Cristiana Compagno
(cjargnelo di Rigulât)...
...dell'avvocato Beorchia rappresentante della Fondazione CRUP,
dell'editore Valter Colle e del musicologo
Roberto Frisano
...il programma è proseguito
con le esibizioni dimostrative dei tre gruppi di
Cantuors di Glîsio...
...accompagnate da interessanti informazioni etniche e storiche dei brani
proposti...
I Cantuors di
Rigolato
In un libro-cd il canto «patriarchino» di tradizione orale
(STEFANO DAMIANI - LA VITA
CATTOLICA - SABATO 8 AGOSTO 2009 )
UN REPERTORIO di canti liturgici in latino nei quali, tra aspetti
popolareggianti si
annidano
melodie antiche, risalenti per lo meno al 1400 e 1500. Sono i cosiddetti
canti «patriarchini» o «alla vecja», tramandatisi oralmente per secoli,
soprattutto nelle piccole comunità della montagna friulana, grazie alle
cantorie parrocchiali e giunti fino a noi, quasi miracolosamente.
L’opera di alcuni benemeriti studiosi li sta raccogliendo in alcune
pubblicazioni. L’ultima di esse è quella relativa a Rigolato. Realizzata
dall’etnomusicologo Roberto Frisano, si intitola «Iu Cantuors di Glisio
di Sant Jacom. Canti liturgici di tradizione orale a Rigolato». Il
lavoro, edito dalla casa editrice Nota, sarà presentato sabato 8 agosto,
alle 20.30, nella chiesa parrocchiale di Rigolato, alla presenza
dell’autore e con gli interventi musicali degli stessi «Cantuors» di
Rigolato, assieme ai Cantori della Pieve di Gorto e all’Onoranda
Compagnia dei cantori di Cercivento, paesi nei quali pure la tradizione
del canto patriarchino continua.
La pubblicazione è composta da un volume – con testianche di Guido e
Franco Candido e del parroco don Giuseppe Cargnello – che traccia la
storia del canto liturgico tradizionale a Rigolato, presenta le
principali problematiche musicologiche del repertorio stesso e illustra
la selezione di esempi musicali proposti nel cd.
Quest’ultimo contiene trenta brani – tra salmi, inni,
antifone, parti dell’ordinarium missae – registrati tra il 2006 e i 2007
da Frisano nella chiesa dei Santi Giacomo maggiore e Filippo apostoli di
Rigolato (oltre che nella parrocchiale di Taipana) ed eseguiti dal Grop
Cantuors di Glisio di Rigolato. La cantoria è erede di una storia
documentabile a partire dal primo Ottocento – a quest’epoca risale il
primo statuto – ed oggi è composta da 25 elementi, tra voci maschili e
femminili. A Rigolato, come in altri paesi carnici, questa tradizione
del canto patriarchino è stata molto viva fino al secondo dopoguerra.
Poi, con il Concilio Vaticano, si è un po’ appannata,
per venire ripresa in questi anni, anche grazie all’impulso del parroco,
don Giuseppe Cargnello, appassionato cultore di questo repertorio.
«Si tratta di melodie – spiega Frisano – risalenti al ’400, ’500, ’600.
Nel 1594-96, infatti, il patriarca Barbaro decise la soppressione del
rito aquileiese, ma esempi come quello di Rigolato dimostrerebbero che
alcune melodie si sarebbero mantenute a livello popolare. Sono musiche
che nella maggior parti dei casi non hanno alcun rapporto con il canto
gregoriano né possiedono un’attestazione scritta».
Dal punto di vista scientifico il dibattito è ancora
aperto,
tuttavia, aggiunge Frisano, ci sono molti indizi, primo tra tutti le
somiglianze di molte di queste melodie con il "Rituale patriarchino", un
testo pubblicato a fine ’500 a Como, diocesi suffraganea di Aquileia.
Tali somiglianze attesterebbero, dunque, una diffusione sul territorio
aquileiese di questo repertorio. «Dopo la raccolta del materiale
musicale – prosegue Frisano – il prossimo passo è uno studio scientifico
per fare chiarezza su questi problemi».
In ogni caso, resta la bellezza i questi canti, con i
loro aspetti popolareggianti, gli abbellimenti, le seconde voci,
riproposti con una voce piena e distesa dal coro. «Musiche – conclude
Frisano – che dimostrano come il canto, in queste comunità, sia ancora
una forma importante di espressione della fede». |
I Cantori della
Pieve di Gorto
L’Onoranda
Compagnia dei Cantori della Pieve di San Martino di Cercivento
(TNX Celestino Vezzi)
Il piccolo paese di Cercivento
è posto alle pendici del Monte Tenchia proprio all’imbocco della Val
Calda, in Carnia. La sua storia risale a tempi lontani ed alcuni
studiosi affermano che già nell’ottocento esisteva una chiesa nel
paese. Un documento datato 1275 fa riferimento alla chiesa di San
Martino; il momento più fiorente per il paese si ha verosimilmente
nei secoli XVI e XVII, al cui periodo risalgono alcune antiche case
di ottima fattura con pregevoli lavori in legno, in tufo lavorato ed
in ferro battuto. Nel loro rinnovato splendore oggi si possono
ammirare Casa Tiridin, Casa Morassi, Casa Vezzi, Casa Citâr (dove un
tempo veniva lavorata l’argilla), Casa Pitt, Casa Stuartìn, Casa
Pôdar, Casa Mussinano, Casa Coperto e Casa Moscjit; degna di nota,
per le pregevoli suppellettili e per gli oggetti d’arte conservati,
la parrocchiale di San Martino posta tra le due frazioni di
Cercivento Di Sopra e Di Sotto.
Per quanto riguarda la Pieve giova precisare che è l’unica della
Valle del But che non fu mai soggetta a giurisdizione ecclesiastica
a San Pietro di Carnia. Le melodie dei canti religiosi (salmi,
vesperi, ecc.) hanno la stessa cadenza di quelli della Pieve di
Gorto di Ovaro; infatti Cercivento ricadeva sotto la giurisdizione
della Pieve di Gorto.
Quando la Pieve di Gorto è passata alle dipendenze
dell’Abbazia di Moggio (1119) la chiesa di Cercivento seguì la
stessa sorte.
I sacerdoti in cura d’anime venivano nominati
dall’Abate o meglio venivano presentati, in quanto i capi famiglia
delle due ville avevano il diritto di eleggersi il loro sacerdote (jus
patronatus).
Soppressa l’Abbazia di Moggio (dopo il 1728) la chiesa
di Cercivento non fu soggetta ad alcuna matrice e il 7 settembre
1794 l’Arcivescovo di Udine, visti gli antichi documenti e
l’importanza della chiesa, decretò che fosse elevata a titolo di
Pieve e i parroci al titolo di Pievano.
La Pieve di Gorto con il suo territorio fu eletta
ad Arcidiaconato ed il titolo di Arcidiacono veniva dato al parroco
più anziano; anche Cercivento ebbe due suoi parroci con questo
titolo.
Nel 1912 l’Arcivescovo Rossi eresse il nuovo vicariato
di Paluzza, staccò Cercivento dall’Arcidiaconato di Gorto e lo
aggregò alla nuova forania di Paluzza di cui tuttora fa parte.
Di particolare interesse a Cercivento di Sotto la
Farie di Checo, una bottega artigianale risalente ai primi anni
del 1400, attualmente completamente restaurata e trasformata in
museo; a Cercivento di Sopra il ‘Mulin di Crôce’, nella sua
particolare costruzione con dotazione di interessante pilaorzo,
testimonia un’attività assai diffusa nei secoli XVI e XVII perdurata
fino ai primi anni sessanta.
L’amena località è conservatrice attenta e tenace di un
vasto patrimonio di tradizioni, di racconti popolari e di leggende
aventi per protagonisti personaggi mitici quali le streghe, l’orco,
le agane, gli gnomi, ecc. ecc..
In questo contesto trova idonea collocazione l’Onoranda
Compagnia dei Cantori della Pieve di San Martino una delle poche in
attività nell’intero arco alpino e unica per le sue peculiarità. Le
sue origini sono di certo antecedenti al 1761 data rilevata dal
Libro delle diverse terminazioni dei Sig.ri Cantori che fa
riferimento ad una riorganizzazione della Cantoria; ciò fa pensare
che la stessa esistesse prima di questa data. E’ formata da dodici
membri con carica vitalizia: sei cantori sono di Cercivento di Sopra
e sei di Cercivento di Sotto; nelle funzioni i due gruppi si
dispongono equamente a sinistra e a destra dell’altare. Lo statuto
datato 24.3.1761 detta norme ben precise per la scelta e la nomina
dei Cantori nonché per la vita della confraternita con alcune
interessanti note in merito al comportamento da tenere in certi
rituali tradizionali. Diverse delibere hanno come argomento il canto
del Gesù,Gesù ognun chiami Gesù: lauda del ‘400 scritta dal
fiorentino Feo Belcari e approdata, non si sa bene come e quando, in
questa piccola realtà tra i monti della Carnia; già nel 1761, il
documento ne fa esplicito riferimento confermando che già allora
tale usanza era in vigore.
L’ultimo giorno dell’anno i Cantori formulano con
l’antica melodia del canto familiarmente noto come Gjesù cjamìn
il loro augurio di Bon finiment e bon prinsipi alle famiglie
del paese. Oggi come un tempo le famiglie concedono il sop
ovvero una piccola somma di denaro quale ringraziamento per l’opera
svolta nel corso dell’anno dai Cantori.
Non sempre però è andata così tenuto conto che nel Libro delle
terminazioni in data 22 novembre 1761 si legge quanto segue:
stante che è venuto l’abuso, che il giorno
ultimo dell’anno, in cui li sigg.ri Cantori secondo la consuetudine
vanno per ogni foco delle due ville a ricevere li soliti soppi, e
questi non solo non vengono più dati secondo la consuetudine, ma
molto al contrario, perciò sarà debito dei sigg.ri Capi dei Cantori
presenti, e dei loro successori d’operare dove non somministrano il
giusto, per poter poi li sigg.ri Cantori divenire a quelle
risoluzioni e determinazioni che a loro giuste pareranno.
Il sop raccolto, un tempo suddiviso tra i Cantori
partecipanti alla questua, oggi viene in parte utilizzato oltre che
per la tradizionale ed annuale merenda, anche per il recupero
del patrimonio artistico della vecchia Pieve di San Martino. Ma, nel
corso degli anni, il mantenimento di questa vecchia tradizione del
canto tradizionale di fine anno deve necessariamente aver creato
qualche problema fra i Cantori considerato che la delibera del 21
maggio 1899 così recita:
Riuniti i sottoscritti Cantori oggi in Canonica, per
ovviare alle quistioni che nascono ogni anno in occasione
dell’ultimo dell’anno, nella raccolta dei
sops, nella merenda e divisione dei soldi,
divengono per loro, assenti e successori a stabilire quanto segue:
-
1° Tutti i cantori
hanno l’obbligo di intervenire nel canto del
Gesù, Gesù.... in tutte
due le ville, stando subordinati sempre alle norme che crederanno
di adottare i Capi Cantori.
-
2° Sarà dispensato solo quel
Cantore che avesse un legittimo impedimento che deve essere
riconosciuto da tutto il corpo dei Cantori.
-
3° Quegli che non
interverrà senza aver legittimo e riconosciuto impedimento non
sarà partecipe della relativa quota dei
sops, nè in merenda nè in soldi.
-
4° Dalla intera
raccolta dei sops
sarà prelevato un ammontare per fare la merenda: alla quale
avranno diritto di partecipare tutti e solo quelli Cantori che
intervengono nel cantare.
-
5° Il luogo per la merenda
sarà preventivamente fissato dai Capi Cantori, quello che pur
essendo stato a cantare non interviene alla merenda non avrà
diritto di percepire rimborso, ma avrà diritto soltanto alla sua
quota pel resto.
-
6° Il civanzo dei
sops dopo
pagata la merenda sarà diviso in parti eguali fra tutti escluso
però quel Cantore che non è intervenuto nella raccolta e non aveva
legittimo impedimento.
Recentemente è venuto a mancare, all’età di 96 anni, il decano dei
Cantori Antonio Morassi che poteva vantare ben 65 anni di cantoria
considerato che aveva fatto il suo primo ingresso nella Onoranda
Compagnia il 5 gennaio 1936. Ora i Cantori sono impegnati nella
ricerca di una persona idonea che andrà, secondo quanto previsto
dalle antiche consuetudini, ad occupare il posto vacante creatosi
nel gruppo di Cercivento di Sopra.
L’attuale patrimonio canoro della Onoranda Compagnia è
costituito da diversi canti religiosi ed è frutto della trasmissione
orale tra i vari Cantori che si sono avvicendati nell’arco degli
anni.
In questi ultimi tempi i Cantori si sono impegnati nel recupero di
alcuni canti, non più in uso, ma ancora vivi nella memoria dei
vecchi del paese; i canti, infatti, erano largamente conosciuti
anche dal popolo. Ciò è dovuto al fatto che, quando in chiesa si
utilizzava il latino, anche durante la settimana la S. Messa era
cantata in quanto, per Statuto, doveva essere assicurata la presenza
di un certo numero di Cantori. Con l’avvento dell’uso della lingua
Italiana nella liturgia è andato via via scemando l’utilizzo dei
canti in Latino sostituiti dai nuovi in Italiano. Nonostante ciò l’Onoranda Compagnia è riuscita a
riprendere diverse melodie antiche e fra queste degno di nota è
senz’altro il recupero, ed il reinserimento nel repertorio, di una
antica Messa cantata (di probabile origine Aquileiese) che da circa
40 anni non veniva più intonata nelle funzioni religiose.
Attualmente l’Onoranda Compagnia interviene al completo
soltanto nelle ricorrenze liturgiche più importanti intonando gli
antichi canti della tradizione orale: Primo giorno dell’anno,
Epifania, San Valentino (febbraio), S. Margherita (febbraio),
Giovedì Santo, Vigilia di Pasqua, Pasqua, Ottava di Pasqua,
Ascensione, Pentecoste, Corpus Domini, Vespero di S. Giovanni B. (24
giugno), Messa Vespero e processione dell’Assunta (15 agosto),
Ottava dell’Assunta con processione a Cercivento di Sotto, Festa di
tutti i Santi (1 novembre), Vespero dei vivi e dei morti (1
novembre), Messa serale per tutti i defunti (2 novembre), S. Martino
e dedicazione della Chiesa (Novembre), Immacolata (8 dicembre),
Vigilia di Natale, Natale.
Essendo l’unica Cantoria esistente nella zona viene
spesso invitata a solennizzare, con le antiche melodie, le varie
feste religiose nei paesi della vallata.
L’Onoranda Compagnia è composta da:
-
DI SOPRA - DI VORA Antonio
(1923), PITT Antonino (1928), DASSI Duilio (1954), VEZZI Celestino
(1955), PITT Luigino (1959), DASSI Giuliano (1956);
-
DI SOTTO - DELLA PIETRA
Renato (1953), DELLA PIETRA Fabrizio (1954), BOSCHETTI Mario
(1954), DELLA PIETRA Edimiro (1958), MENEANO Luciano (1950),
ZANIER Federico (1967).
|
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Rigolato, 8 Agosto 2009
Chiesa Parrocchiale di San Giacomo
Presentazione del Libro-CD
Iu Cantuors de Glîsio di
Sant Jacom
|
01 |
2,09 |
Kyrie |
Cantuors de Glîsio
di
Sant Jacom
di Paolaro |
02 |
4.35 |
Salmo |
03 |
3.35 |
Salmo |
04 |
1.59 |
Salmo |
05 |
4.50 |
Missus |
06 |
4.41 |
Lezione natalizia |
07 |
2.07 |
Lauda Sion |
08 |
5.22 |
Introduzione storica |
Onoranda
Compagnia dei Cantori
della Pieve di San Martino
di Cercivento |
09 |
2.12 |
Lauda Sion |
10 |
4.30 |
Circum dederum |
11 |
1.32 |
Domine Jesu Christe |
12 |
4.00 |
Inno di San Giovanni |
13 |
4.57 |
Kyrie |
Cantori
della Pieve di Gorto |
14 |
2.34 |
Sanctus |
15 |
2.43 |
Agnus Dei |
16 |
1.45 |
Lauda Sion |
17 |
4.10 |
Ave Maristella |
18 |
1.59 |
Miserere |
...la festa è proseguita sul sagrato della chiesa con
crostui, tocai e merlot...
...e tanti allegri motivi popolari...
ESTRATTI
Rigolato, 8 Agosto 2009
Iu Cantuors
fûr de Glîsio di
Sant Jacom |
1 |
1.59 |
Miscliç-1 |
2 |
2.00 |
Miscliç-2 |
3 |
2.26 |
Miscliç-3 |
4 |
4.33 |
Miscliç-4 |
5 |
5.53 |
Miscliç-5 |
6 |
7.44 |
Miscliç-6 |
7 |
4.49 |
Miscliç-7 |
8 |
6.36 |
Miscliç-8 |
9 |
5.33 |
Miscliç-9 |
10 |
6.13 |
Miscliç-10 |
11 |
7.42 |
Miscliç-11 |
|