San Giovanni al Natisone, 29 Giugno 2007
Villa De Brandis
FESTIVAL MUSICALE
INTERNAZIONALE 2007
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I SUONI...
Ilaria Loatelli, pianoforte
(Vincitrice del Concorso G. Pecar 2006)
Ilaria Loatelli prima del concerto...
...durante...
Ilaria Loatelli,
nata a Verona nel 1986, ha iniziato gli studi pianistici all’età di otto
anni presso il Conservatorio “E.F.Dall’Abaco” della sua città, presso cui si
è diplomata da privatista nel giugno del 2006, con il massimo dei voti, la
lode e la menzione d’onore. Dal 1999 è allieva del M° Franco Scala presso
l’Accademia Pianistica Internazionale “Incontri col Maestro” di Imola,
presso cui ha studiato anche con Michel Dalberto. E’ risultata vincitrice di
trenta
primi
premi assoluti in concorsi nazionali e internazionali, tra cui il “Muzio
Clementi” di Firenze, il “J.S.Bach” di Sestri Levante e il “F.Schubert” di
Ovada (quest’ultimo nella sezione pianoforte e orchestra). Nel novembre 2006
si aggiudica il primo premio e il premio Furcht, per la migliore esecuzione
di un brano di Mozart, al 6° Concorso di Interpretazione Pianistica “G.
Pecar” di Gorizia. Grazie ai suoi successi ha tenuto recitals in prestigiose
sale italiane e straniere, fra le quali figurano la Sala Mozart presso
l’Accademia Filarmonica di Bologna, l’Ateneo Veneto di Venezia, il Teatro
Filarmonico di Verona, la Seiler Konzertsaal di Kitzingen (Germania),
Konzerthaus di Berlino, il Teatro Verdi di Pisa, il Teatro Goldoni di
Firenze. E’ stata inoltre invitata da solista nell’ambito di importanti
manifestazioni, come il Festival Internazionale di interpretazione
pianistica “Da Bach a Bartòk”, “Musica con te”, “Primo festival per
musicisti under 18”, ”Omaggio a Bartolomeo Cristofori” nell’ambito della
“Rassegna di Concerti YAMAHA” a Milano, al “Maggio Musicale Fiorentino” e in
varie edizioni del festival “I concerti Ciani a Villa Francesca” di Stresa.
Ha frequentato masterclasses con Michel Dalberto, Louis Lortie, Andrej
Jasinski, Leslie Howard, Joachim Soriano, Marcello Abbado, Stefano Fiuzzi
(su fortepiano d’epoca), Zoltan Kocsis e Andrea Lucchesini, e ha effettuato
numerose registrazioni televisive per emittenti private. Si è inoltre
esibita con l’Orchestra Sinfonica del friuli Venezia Giulia ed in varie
occasioni con l’Orchestra dell’Ente Lirico Arena di Verona, con cui ha
debuttato a soli 11 anni con il Concerto KV 1 di Mozart, e con l’Orchestra
da Camera di Alessandria.
...e alla fine in posa con il
sindaco Attilio Ninino...
IL PROGRAMMA
R. Schumann (1810-1856) -
Sonata n. 1 op. 11
Un poco Adagio-Allegro, Aria, Scherzo e Intermezzo, Finale
W.A. Mozart (1756-1791) -
Sonata KV 570 in Si bemolle Magg.
Allegro, Adagio, Allegretto
F. Liszt (1811-1886) - Rapsodia
Ungherese n. 11
Schumann lavorò alle sue tre Sonate per pianoforte
nel periodo che va dal 1832 al 1838. La genesi di queste opere fu in
genere complessa e tormentata, tanto che, in seguito, il compositore
non tornò più al genere della sonata per pianoforte. La Sonata in
Fa diesis minore op. 11 fu la prima ad essere portata a termine e
la prima ad essere pubblicata: concepita fin dal 1832, essa fu
ultimata nel 1835 e pubblicata l'anno successivo con una dedica a
Giara Wieck. E' un'opera di ampia concezione, e si apre con una
Introduzione, un poco Adagio, cui fa seguito un Allegro vivace, dal
carattere eminentemente orchestrale. Bellissimo è il secondo
movimento, l'Aria, una canzone senza parole di tono lirico in cui la
concisione della forma sembra tornare a tutto vantaggio
dell'espressione. Seguono uno Scherzo e Intermezzo, pieno di romantica
ironia, in cui si può cogliere un'eco dello Scherzo del Quartetto op.
95 di Beethoven, e un ampio Finale, Allegro un poco maestoso, in forma
di rondò.
Le Rapsodie Ungheresi; quali sublimi melodie
possono uscire da un pianoforte? Liszt c'è riuscito, uno dei più
grandi pianisti di tutti i tempi. Solo lui poteva comporre tali
rapsodie, che rispecchiano l'amore per il suo paese natale,
l'Ungheria, ricche di sentimento, passione, amore e sacralità. Le
rapsodie ungheresi sono un ritratto della musica zigana, ed il termine
rapsodia indica l'elemento fantasticamente epico presente in ciascun
brano. Le rapsodie evocano in modo stilizzato l'improvvisazione delle
orchestrine zigane itineranti dell'epoca di Liszt, dove i due
protagonisti erano il violinista ed il suonatore di zimbalom (una
specie di grande cetra suonata da bacchette di pelle).
Il termine forma-sonata si riferisce a una particolare organizzazione
del materiale musicale all'interno del singolo movimento di una
sonata, sinfonia, concerto, quartetto o altro pezzo di musica da
camera. La forma-sonata divenne presto il terreno di elezione per le
trasformazioni stilistiche in atto a partire dagli anni trenta del
Settecento. La grande varietà di tipi esistenti, poi sintetizzati in
un unico modello operativo, testimonia l'eccezionale vitalità della
forma nel suo periodo aureo. Essa fu il veicolo principale della
costante crescita di consenso e successo della musica strumentale fino
alla sua teorizzata supremazia nella prima estetica romantica.
Già nel 1775 Johann Abraham Peter Schultz affermava: "In nessuna
forma di musica strumentale come nella sonata vi è una opportunità
migliore di descrivere i sentimenti senza parole... rimane solo la
forma di sonata in grado di assumere qualsiasi carattere ed
espressione".
A parte certe descrizioni precedenti, come quella citata dello
Schultz, la cristallizzazione della forma-sonata in modello formale fu
realizzata principalmente nella prima metà dell'Ottocento sulla base
della prassi musicale della seconda metà del secolo precedente e in
particolare di quella di autori come Mozart ed il primo Beetho-ven.
La struttura della Forma-sonata viene solitamente definita come
bitematica tripartita. La tripartizione comprende la sezione di
Esposizione (a volte preceduta da una Introduzione), quella di
Sviluppo e infine la Ripresa (a volte seguita da una Coda). Lo schema
riassuntivo (incluse le ulteriori suddivisioni all'interno delle
sezioni) si presenta così:
Introduzione: Esposizione, primo tema, ponte modulante, secondo
tema. Sviluppo
Riconduzione: Ripresa, primo tema, ponte modulante modificato,
secondo tema e conclusione.
La sonata KV 570 di Mozart che ascolteremo, offre una valido
esempio di forma-sonata nel primo movimento, e dopo un adagio
melodico, ci propone un allegretto finale spumeggiante, ritmato, nel
puro spirito dell'artista salisburghese.
Roberto Lizzio |
I LUOGHI...
San Giovanni al Natisone
www.comune.sangiovannialnatisone.ud.it/
La più antica notizia scritta che riguarda San Giovanni al Natisone compare
nel cosiddetto “Necrologium Rosacense” del 1319. Nel Medioevo ebbe uno
sviluppo simile a molti altri piccoli centri friulani contesi fra i
feudatari locali, rimanendo sotto la Gastaldia di Manzano fino al 1 20, cioè
fino al passaggio sotto la Serenissima con la caduta del Patriarcato di
Aquileia. Con la fine della Repubblica Veneta e il trattato di Campoformio
del 1797, San Giovanni seguì le sorti del Friuli occidentale, venendo infine
unificato al Regno d’Italia nel 1866. Durante la Prima guerra mondiale, per
la sua posizione strategica vicina al confine con l’Impero Austriaco,
divenne sede di comandi militari e due suoi importanti edifici, Villa de
Brandis e Villa Trento, furono trasformati in ospedali militari.
San Giovanni al Natisone fa parte del “Distretto della
Sedia” ed è un ricco comune che spicca per la fiorente attività industriale,
le cui origini risalgono all’artigianato dei seggiolai avviato in quest’area
nel ‘700. La Parrocchiale del capoluogo che possiede ancora l’antico
campanile (XV sec.), presenta una facciata di tipo neoclassico e conserva
all’interno una bella “Adorazione dei pastori” di Jacopo Bassano (XVI sec.),
oltre a notevoli vetrate di A. Poz (1982).
La Chiesetta di S. Giusto, rimaneggiata, con portico,
campanile a vela e portale, conserva una pala lignea intagliata e
dipinta del XVI sec. e due urne cinerarie romane trovate nel territorio.
Interessante la Chiesa dei SS. Filippo e Giacomo a Villanova del Judrio, con
facciata settecentesca e antico campanile, e gli affreschi dell’udinese
G.Secante raffiguranti scene della vita di Cristo. Il Comune è poi
arricchito dalla presenza di splendide ville e dimore signorili: basti
citare Villa de Brandis nel capoluogo (di proprietà comunale e con splendido
parco all’inglese della fine del XIX sec.) e Villa Trento in frazione di
Dolegnano, emblemi dello stile architettonico del Friuli settecentesco.
VILLA DE BRANDIS -
Edificata a partire dal 1722, danneggiata nel corso
della prima guerra mondiale, divenuta di proprietà del Comune nel 1984 per
lascito testamentario della contessa Caterina de Brandis è ora sede di
numerose attività culturali organizzate dall'Amministrazione comunale e dal
2002 è sede anche della biblioteca civica. Interessanti e
pregiati gli interni arricchiti dalla quadreria con tele antiche e moderne
tra cui ritratti di Duroni, Milanopulo, Milesi, Arsella ecc. Alla villa è
annesso un parco secolare sede di molte attività culturali nei mesi estivi.
IL PROGRAMMA
San Giovanni al Natisone, 29 Giugno 2007
Villa De Brandis
FESTIVAL MUSICALE
INTERNAZIONALE 2007
Ilaria Loatelli, pianoforte
|
1 |
31.38 |
R. Schumann -
Sonata n. 1 op. 11
Un poco Adagio-Allegro, Aria, Scherzo
e Intermezzo, Finale |
2 |
15.39 |
W.A. Mozart -
Sonata KV 570 in Si bemolle Magg.
Allegro, Adagio, Allegretto
|
3 |
05.10 |
F. Liszt -
Rapsodia
Ungherese n. 11
|
4 |
01.33 |
Fuori programma |
5 |
05.15 |
Fuori programma |
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