Corale San Vito Marano Lagunare
Nella tradizione maranese il canto ha sempre
avuto un ruolo importante. Negli anni cinquanta del secolo scorso sotto la
direzione di un maranese si raccolse un gruppo di persone sviluppando una
attività corale orientata soprattutto alla solenizzazione delle principali
festività religiose e civili. Nel 2000 il Coro si costituì in associazione
mantenendo il nome di “Corale San Vito”. Da allora si privilegia lavorare
costantemente sulla vocalità e l’espressività, senza mai perdere di vista il
repertorio, continuamente aggiornato e rinvigorito. Esso include
composizioni sia di carattere sacro, dal gregoriano ad oggi, che profano,
dal rinascimento alla tradizione maranese in cui questa compagine affonda le
proprie radici. In modo particolare ogni anno ci si impegna a presentare
monografie da autori prestigiosi: il primo lavoro, replicato con successo in
molte località, è stato il Te Deum di M.R. Delalande (1657-1726) per coro,
soli organo e tromba.
La Corale San Vito oltre alle diverse
manifestazioni regionali si è esibita a Trento, Milano, Lugano (Svizzera),
Colonia (Germania), Barcellona (Spagna) raccogliendo molteplici consensi e
soddisfazioni. Nell'anno 2006 si è gemellata con il coro San Pietro in
Formis di Campoverde, Latina, Roma.
Giulio Tavian
Laureato in storia medievale presso
l’università di Trieste, segue una seconda laurea specialistica in
Conservazione dei Beni Culturali a Venezia. Ha pubblicato articoli, saggi di
storia e storia dell’arte. Pianista, diplomato in tromba presso il
conservatorio “G.Tartini” di Trieste, dal 1997 intraprende lo studio del
canto lirico come tenore tenendo concerti da solista in patria ed
all’estero. E’ docente di musica in un istituto superiore statale di Trieste
e di tromba in alcune scuole di musica regionali e di frequente accompagna
strumentalmente alcune compagini corali. E’ diplomato nei corsi di didattica
della musica, direzione di coro e composizione. E’ direttore artistico della
Corale “San Vito” di Marano Lagunare e del coro femminile “San Giacomo” di
Pasian di Prato.
Giacomo Carissimi (1605 - 1674)
Egli occupa un’importante posizione nella
musica italiana del XVII secolo. Ordinato prete, passò la maggior parte
della sua vita svolgendo l’incarico di Direttore musicale del Collegio
tedesco a Roma, uno dei più importanti centri educativi musicali della città
eterna, guidato dai Gesuiti. Si hanno poche altre notizie della sua vita, si
sa solo che fu Maestro di Cappella nella chiesa di Sant’Apolinare sempre a
Roma e che fu attivo come organista.
Historia Divitis (Dives Malus)
La trama invita chi ascolta ad usare
compassione per i meno fortunati ed a vivere in modo onesto senza eccessi e
nel timor di Dio. Alla porta del ricco malvagio, che festeggia in grande
sfarzo e spreco, il mendicante Lazzaro supplica invano aiuto e muore senza
ricevere soccorso né pietà, mentre la sua anima sale al cielo anche il ricco
muore. L’anima del ricco viene circondata da una schiera di demoni che gli
rimproverano gli sprechi e le gozzoviglie della sua vita dissipata e
alquanto sadicamente, gli enumerano i futuri castighi. Giunto all’inferno il
ricco si rivolge ad Abramo e, in preda al terrore ed a un tardivo pentimento
lo prega di far tornare Lazzaro sulla terra per avvertire i suoi fratelli
del pericolo che corrono e dei tormenti eterni che dovranno sopportare. Il
coro rammenta lamentosamente la patetica inutilità di tale richiesta e
sottolinea con veemenza la forza apocalittica della punizione divina: la
strada del ricco è ormai tracciata e, con le anime dannate, egli è destinato
a bruciare tra le fiamme del baratro infernale.