Ascoltare con gli occhi
(Andrea Venturini - Tratto da "Coralia" dell'USCI-FVG)
Assistere ad un concerto corale è generalmente un'esperienza
piacevole che siamo soliti apprezzare attraverso il solo senso
dell'udito, complice il fatto che difficilmente un coro,
soprattutto se amatoriale, tende a sfruttare sul palcoscenico
le proprie potenzialità teatrali.
A smentire questo luogo comune, ci ha
recentemente pensato la corale "Graziano Coceancigh" di Ipplis,
che con "Ascoltare con gli occhi... è il sottile ingegno
dell'amore", è stata capace di offrire agli spettatori una
piece musicale-teatrale originale e coinvolgente, interamente
scritta, curata e realizzata della corale stessa.
Il progetto, proposto il 7 ottobre al Teatro Palamostre
di Udine, giunge a conclusione del percorso intrapreso negli
ultimi anni dalla corale "Coceancigh", volto al recupero delle
canzoni popolari italiane dagli anni '30 agli anni 70 (quelle
che, per intenderci, siamo soliti definire canzonette), che
con gli ottimi arrangiamenti del maestro Daniele Zanettovich
riacquistano nuovo vigore ed attualità.
Una semplice storia d'amore funge da motivo portante
dell'intero spettacolo, storia che si snoda per tre decenni
accompagnata dai motivi delle varie epoche che attraversa,
connotando i costumi e le vicende personali dei due
protagonisti e riuscendo a narrare uno scorcio di storia
d'Italia attraverso suoni e immagini di quei tempi. I momenti
felici e quelli più tragici sono così sottolineati dalle note
di Giovanni D'Anzi, Domenico Modugno, Bixio, Cannio, Carosone,
Di Capua... ed è possibile udire brani che ormai fanno parte
del costume della nostra nazione ed altri che non vengono
eseguiti da diversi decenni: Abbassa la tua radio per favore,
Parlami d'amore Mariù, Non dimenticar le mie parole, Tu vuoi
fa l'americano, Vecchio frac e molti altri ancora.
Desta piacevole stupore osservare come i coristi del
"Graziano Coceancigh" abbiano saputo occupare con estrema
disinvoltura il palcoscenico, con una presenza a volte
discreta, facendo da sottofondo alla narrazione, a volte
scatenandosi in intense coreografie, in un perfetto clima da
operetta. Nonostante l'attenzione potesse essere fuorviata dai
diversi contesti scenici e dai numerosi cambi d'abito a cui i
coristi hanno dovuto sottoporsi, la prestazione canora si è
dimostrata sicura, piacevole ed all'altezza della situazione.
La messa in scena ha beneficiato, oltre che del coro,
dell'apporto di un ensemble strumentale formato da dieci
elementi, diretti dal maestro Ciro Passilongo, direttore
d'orchestra veronese, che ha fatto da collante alle varie
scene dello spettacolo, accompagnando la narrazione.
Per l'occasione sono stati coinvolti, nel ruolo delle
parti recitanti, la cantante lirica Emanuela Conti ed il
ballerino Max Batocchio, rispettivamente Margherita e
Vittorio, protagonisti della storia. L'espressiva voce di
Fabio Turchini ha svolto l'importante ruolo del narratore.
Come di consueto la preparazione artistica della corale è
stata curata dalla soprano Milena Ermacora e dall'organista
Gianluca Micheloni. Una nota particolare va riservata ad
Andrea Carta di Cividale del Friuli, corista del "Coceancigh",
grande appassionato di cinematografia formatosi all'Istituto
Paolo Valmarana fondato e diretto da Ermanno Olmi, per aver
firmato la storia ed avere curato la regia dello spettacolo.
Meritati gli applausi che il folto pubblico ha tributato a
tutti gli interpreti, ai musicisti ed ai tecnici ed un
apprezzamento sincero va alla corale "Graziano Coceancigh",
divenuta in pochi anni da piccolo coro parrocchiale a solida
realtà corale, per essere stata capace di portare una ventata
di novità tra le attività dei cori della provincia. |