ascoltato per voi

Duomo di Venzone, 2 Settembre 2005
 

DUOMO DI VENZONE - II Duomo di Venzone, iniziato nel 1300 e consacrato nel 1338, ha la pianta a croce latina. Oltre alla struttura esterna, che si presenta articolata con absidi poligonali rinforzate negli spigoli da contrafforti culminanti con cuspidi piramidali e statue, tre stupendi portali sono il vanto di questo monumento. Al suo interno sono numerosissime le opere d'arte: l'affresco della consacrazione del Duomo, un San Martino e il povero, uno splendido San Giorgio e il Drago, dalla chiara componente nordica, come il Vespertili in pietra Sei paino Quattrocento, pregevolissima raffigurazione definita "una delle più nobili opere tedesche sul suolo italiano" ed una significativa Pietà di scuola salisburghese del '400, il Crocifisso ligneo del secolo XV, di scuola friulana, some pure gli affreschi della volta della Cappella del Gonfalone e molti altri.

Musica Cortese 2005
Festival Internazionale di Musica Antica
nei centri storici del FVG e della Gorišca
www.dramsam.it

Planctus Mariae
I drammi sacri di Cividale , tra musica e teatro

Cappella Vocale della Accademia  Jaufré Rudel
realizzato in collaborazione con la Fabbriceria del Duomo di Venzone

Voci.
Alessandra Cossi: canto, synphonia, campane
Rossella Candotto: canto
Nadia Cecere: canto
Elena Molinari: canto
G. Paolo Cecere: canto 

Strumenti:
Fabio Accurso: liuto, traversa medievale
Gianpaolo Capuzzo: flauti diritti, organo portativo
G. Paolo Cecere: viella

     La città più importante dello Stato Patriarcale (1077-1420) era Cividale, dove già il patriarca Callisto nel 733 aveva trasferito la sede e fatto costruire la cattedrale, il battistero e il palazzo patriarcale. Con l'investitura feudale dell'imperatore Enrico IV, con le relative prerogative ducali su tutto il Friuli, Cividale diventò anche il centro politico, culturale e religioso della regione. Al periodo di massimo splendore (seconda metà del XIV sec. e inizi XV), quando però stava già declinando il potere dei patriarchi né più risiedevano stabilmente a Cividale, risalgono i codici CI e CII (Museo Archeologico di Cividale) che costituiscono il processionale della città, notissimo agli studiosi per la presenza di quattro «drammi sacri»: l'Annunciazione, il Planctus Mariae e due testi sulla resurrezione. Non altrettanto noto è invece il rituale della settimana santa nel suo complesso.

     Il celebre Planctus Mariae di Cividale aveva luogo dopo il canto del Passio: “Postea fit Planetus ad Cruceifixum (…) et hoc si placet”. La fama del Planctus, il più breve tramandatoci (121 versi, ma manca la parte finale), è dovuta al fatto di essere considerato, grazie alla completa trasmissione delle melodie e le abbondanti indicazioni «sceniche», una sorta di opera d'arte totale per l'accurata integrazione di gesto, parola e canto. In realtà si tratta dì «una specie di centone composto da vari frammenti di sequenze medievali, le cui melodie ci sono pervenute in documenti musicali esterni alla tradizione del “Planctus”. Le dettagliate didascalie sono inoltre l'indice che la cerimonia era stata importata e non bene conosciuta, costringendo quindi il copista a integrare la trascrizione con informazioni altrimenti su­perflue se il Planctus fosse stato una tradizione locale. I personaggi del Planctus sono la Madonna, san Giovanni e le tre tre marie: Maria Maddalena, Maria di Cleofa madre di Giacomo il Minore, e Maria Salòme, madre di Giacomo il Maggiore e di Giovanni.

     Protagonista dei pianto la Vergine esprime il proprio dolore con accenti accorati “Heu me! Heu me' misera Marìa”; invita le due Marie, poi Maria Maddalena, il popolo e infine Giovanni a piangere: flete sorores optime (...); O Maria Magdalena (...) piange mecum soror mea (….) O vos omnes qui transitis per viam, simul rnecurn flete (…): Mi Johanne, planctum move, plange mecum, fili nove (...). Lacrime e pianto, multiplices doloris indices, costituiscono il piccolo sacrificio di partecipazione al grande sacrificio di Cristo “immolemus infimas lacrimasrum victimas Christo morientì"). Maria interpella gli astanti “Ubi sunt Discipuli quos tu delexisi? Ubi sunt Apostoli quos tantum amasti?”, interpella il figlio “cur te modo video in Cnucem pendentem inter latrones positurn, spinis coronatum?” senza ricevere risposta. E si scaglia infine contro chi ha causato la morte del figlio («Hic se vertat ad populum»): “O mentes perfidas, et linguas duplices, o testes subdolos et fal/sos....”... Dopo il pianto seguivano le orazioni solenni. Iniziava quindi l’adorazione della croce.
(dalle note alla rappresentazione del Venerdì Santo a cura di don G. Genero)

PROGRAMMA

 

Duomo di Venzone, 2 Settembre 2005
Planctus Mariae
I drammi sacri di Cividale , tra musica e teatro

Cappella Vocale della Accademia Jaufré Rudel
 

01 5.19 Missus ab arce veniebat
discanto cividalese
02 7.00 In annuntiatione B.M. Virginia Representatio
dramma sacro
03 7.01 Ave gloriosa Mater Salvatoris
discanto cividalese
04 15.33 Planctus Mariae et aliorum in die Parasceven
dramma sacro
05 9.12 In resurrectione Domini N.J.C.
dramma sacro
06 2.35 Sonet vox ecclesiae
discanto cividalese
07 4.12 Fuori Programma