Negli scritti e negli interventi di don Pierluigi Di Piazza si avverte
il respiro di una sensibilità in continua ricerca assieme a una profonda
capacità di ascolto e partecipazione intima ad ogni aspetto della
dimensione umana. La sua parola è diretta, e sebbene animata da quella
che egli stesso definisce la "ragionevole speranza" e dalla fiducia
nella forza originaria del messaggio evangelico, cattura un'autenticità
che non si trincera nel comodo rifugio delle certezze dogmatiche o del
ruolo sacerdotale. Pierluigi prosegue e rilancia la testimonianza
profetica di maestri e padri come Lorenzo Milani, Ernesto Balducci,
Davide Maria Turoldo, i cui riferimenti sono continui.
In "Oltre la notte" un Uomo si ritrova in un luogo che
non riconosce ma che sente come familiare e nel quale incontra
un'umanità che si è fermata di fronte a un sentiero interrotto e non
trova ne il coraggio ne il senso per proseguire. Dopo aver esplorato
diverse strade ritenendo di avanzare, questa moltitudine si è ritrovata
al punto di partenza. Due viandanti attraverso il racconto della propria
storia personale si accorgono che qualcosa di essenziale deve essere
ancora ricercato. I mali del mondo sembrano prendere il sopravvento e
schiacciare ogni speranza, ma le voci dei maestri sosterranno l'Uomo nel
condividere le proprie esperienze di vita con i due viandanti e
scegliere di affiancare quell'umanità dolente fatta di esclusi, di
emarginati e di ultimi.
Dalla scoperta e dall'accettazione che la salvezza sia
un bene comune tutti si rendono conto di poter riprendere il cammino e
finalmente attraversare, andare oltre la notte.
Claudio de Maglio
Alcune immagini catturate durante la rappresentazione
svoltasi nel chiostro dell'Abbazia di Rosazzo