Cividale del Friuli, 25 Novembre 2004
Chiesa di Santa Maria dei
Battuti
Cjant
pai tiei deits
l'amor a l'è cuant che i miei deits
a tocjati a deventin
la ponte dai tiei.
Lettura concerto di poesie da
"Amors" di Pierluigi Cappello
e canti di tradizione orale
con:
Claudia Grimaz, Enza Pagliara, Massimo Somaglino, Antongiulio Galeandro
e la partecipazione di Pierluigi Cappello
Cjant pai tiei deits
Nella proposta di Claudia
Grimaz e Enza Pagliara le liriche di Pierluigi Cappello si
sovrappongono alla ricerca nei tenitori della musica popolare che le due
artiste stanno sviluppando da alcuni anni con un'attenzione particolare anche
alla dimensione teatrale del fare musica.
Spettacolo di poesia e musica, Cjant pai tiei deits ha origine
nell'incontro di esperienze artistiche diverse (poesia, teatro e canto di
tradizione orale) e nel confronto tra il mondo culturale friulano e quello
salentino.
"Qualche tempo fa, a Gemona, in occasione di una lettura di Amors,
Pierluigi ha ascoltato un mio esperimento, musicare una sua poesia e mi ha
proposto di insistere nel lavoro di composizione su altre liriche". Racconta
Claudia Grimaz. "Allo stesso modo l'incontro con Enza Pagliara, nato dalla
curiosità di avvicinare stili musicali e timbri tanto diversi tra loro, ha
portato all'elaborazione di un comune progetto di lavoro".
Nasce così Cjant pai tiei deits, uno spettacolo nel quale la poesia si
avvicina e si mescola al canto popolare fino a diventare essa stessa "voce
cantata", melodia che si affida alla musica per trasmettere immagini sonore
assieme a quelle visive edemotive della poesia stessa. E per meglio esaltare
una scrittura poetica densa di contrasti e di contrapposizioni, alla lingua
friulana delle liriche ecco affiancarsi il canto popolare della tradizione
salentina, per restituire quel calore e quella sensualità così presente nella
raccolta "Amors".
GRIMAZ CLAUDIA
È interprete a partire dall' '89 come
attrice e cantante di diversi spettacoli tra i quali: Minnie la candida
di M.Bontempelli, regia di Massimo Somaglino ('89), Carmina burana,
come cantante e attrice per "Drarnsam" al festival "Prirntemps des Comediens"
a Montpellier ('91), Terzo Tempo ('91) e lo studio su Oceano Mare
di A. Baricco ('94)entrambi con la regia di Massimo Somaglino, La
cantatrice Calva di E. lonesco per la regia di Flavio Ambrosini ('95) e,
con la guida di Eugenio Allegri partecipa a spettacoli di Commedia dell'Arte
tra i quali Caterina e il Mamaluc.
Contemporaneamente proseguono studio e lavoro come cantante. Dal '92 al '97
canta con i "Furclap", gruppo musicale che rivisita le musiche tradizionali
friulane riproponendole con arrangiamenti elettroacustici.
Nel '95 è la corifea ne I Turcs tal Friul di P. P. Pasolini con la
regia di Elio de Capitani. L'autrice delle musiche è Giovanna Marini, e per
quest'ultima seguiranno altri lavori: partecipa infatti nel '96 a Orestejia
di Franz Marijnen per il Teatro Reale fiammingo di Bruxelles, nel '98 a La
bague Magique opera dall'omonimo libretto goldoniano per l'Opera di Nancy
con la regia di J.C.Berutti e nel '99 a Le Coefore di Eschilo per la
regia di Elio de Capitani.
Nell'estate del 2000 è attrice nello spettacolo Bigatis, regia di Gigi
Dall'Aglio, produzione Centro Servizi spettacoli / Mittelfest.
Dall'inizio del '99 fa parte del quartetto vocale "Sanacore" che propone
un'interpretazione di canti popolari italiani di tradizione orale e di
composizioni contemporanee. Con loro ha partecipato agli spettacoli: Via
urbana e Passages (dischi prodotti da Buda Musique) che sono stati
rappresentati soprattutto in Francia, in Svizzera e in Spagna.
Dall'inverno 2001 collabora come vocalista nello spettacolo Il troi e la
ruvìs di Gigi Maieron.
Nel settembre 2002 partecipa alla Biennale di Venezia come cantante per le
Commissioni di nuova musica e l'anno successivo è "Caterina"
nell'opera contemporanea Antinesca di Giulia D'Andrea, rappresentata
nell'ambito della stessa Biennale.
Nel settembre 2004 si diploma presso il "Conservatorio di Musica J.Tomadini"
di Udine con l'insegnamento della Sig.a Cristina Mantese.
Il
premio Montale a Pier Luigi Cappello
(di Mario
Turello - Messaggero Veneto del 8 Settembre 2004)
«Ciao. Devo darti una
bella notizia. Ieri sera mi ha telefonato Maria Luisa Spaziani. Ho vinto
il Montale». Pier Luigi Cappello mi dà la notizia con la gioia composta,
con la relativa sorpresa di chi è consapevole della qualità altissima
della propria poesia, e già tanti riconoscimenti ha ricevuto dalla
critica più avveduta e da un vasto pubblico di lettori. L'ormai
ventennale premio Montale, di cui è presidente onorario Mario Luzi e
presidente Maria Luisa Spaziani, è nel campo della poesia il più
prestigioso in Italia, e Cappello è il primo friulano a entrare nella
terna dei vincitori: sarà poi una giuria popolare a conferire il
superpremio a una delle tré opere, e c'è da augurarsi che la poesia di
Cappello, con la sua nitida leggibile intensità, con la sua distillata
umanità se lo aggiudichi. Dittico, per cui Cappello riceve il Montale,
raccoglie liriche in friulano (Innio) e in italiano (ne riportamo due
qui a fianco), ed è stata pubblicata, con prefazione di Franco Tesio,
nella collana Nuvole dell'editore Liboà: e questo va rimarcato/a prova
di una designazione che non risente di influenze indebite. Il
riconoscimento giunge a Cappello a coronamento di un decennio di
produzione e di promozione poetica: dal 1994 ha pubblicato le raccolte
Nébbie, La misura dell'erba, II me Domel, Amore, Dentro Gerico, e ha
diretto la collana La barca di Babele, specchio della felicissima
stagione della poesia friulana, alla quale Cappello estende l'onore che
ora viene reso a lui. Da tempo si parla di un "caso Friuli", e non è
esagerazione: la nostra terra vanta oggi una generazione di poeti di
assoluto valore, quali Ida Vallerugo, Gian Mario Villalta, Mario
Benedetti, Federico Tavan, per non citarne che alcuni. Quasi tutti
appartengono, osserva Cappello, al Friuli occidentale, e non a caso: si
raccolgono i frutti di una lunga stagione di lavoro di cui sono stati
protagonisti gli operatori dei molti centri culturali della destra
Tagliamento, dal Circolo Menocchio a Pordenonelegge, dai Colonos ai
curatori della Barca di Babele. «Io - dice - costituisco un'eccezione,
fuori da questo asse; ma ricordo tra le voci nuove quella di Mary
Barbaro Tolusso, da cui possiamo aspettarci molto. Certo è che la poesia
è oggi in Friuli la forma d'arte di punta. Da tempo se n'erano accorti
gli addetti ai lavori, soprattutto gli studiosi delle letterature
dialettali, da Brevini a Loi a Tesio, e le riviste più autorevoli, come
Poesia di Crocetti, che nel 2002 mi ha dedicato ben otto pagine, e Caffè
Michelangiolo, che si è occupato non solo di me, ma anche di ciò che si
muove intorno a Colonos». Il Friuli ha di che rallegrarsi: sappia anche
essere grato. |
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