Le prime notizie sul borgo di Case,
appartenente ella gastaldia di Cividale, risalgono al XIV secolo.
Il nucleo antico del borgo, racchiuso entro le mura, si
sviluppava attorno alla chiesa di Can Tommaso, già citata nel 1485 e
rifatta nel 1753, adiacente a Villa Romano e forse in origine ad essa
pertinente.
Nel 1635 Marcantonio Romano sposa Marzia di Manzano ed
entra in possesso delle vaste proprietà di Manzano e di Case e adotta la
villa di Manzano come residenza stabile. Il complesso padronale della
villa Romano di Case, nella conformazione originaria, può essere quindi
riferito all'ambito tra la fine XVI e l'inizio del XVII secolo.
Gli attuali edifici costituiscono la parte residuale
del complesso in parte distrutto da un incendio nel 1959.
Del palazzo originario rimangono importanti testimonianze in una stampa
ottocentesca e in alcune fotografie risalenti ai primi anni del
Novecento e in quelle scattate subito dopo l'incendio. Il palazzo era
costituito da un fronte serrato ai lati di due torrette angolari in
aggetto, e scandito da regolari finestre incorniciate accoppiate a due a
due salvo nella parte centrale dove il ritmo era spezzato a favore di
una parte piena nella quale di apriva, al piano terra, il portone
centrale sormontato da una bifora e serrato da uno scalone doppio,
esterno, che portava al piano nobile dell'edificio.
Attualmente del corpo principale del palazzo rimangono
il lato est e la torretta ovest.
La grandiosità dell'originario nucleo abitativo è
ancora comprensibile osservando i particolari costruttivi e le
dimensioni del corpo superstite, che si sviluppa in altezza per soli due
piani; la muratura è in pietrame con con tetto a due falde. Sul fronte
principale, verso est, è stato addossato ad un fabbricato ad un piano.
Sono state aperte finestre anche sulla facciata laterale ove sono ancora
visibili i conci di ammorsamento della antica struttura. Alcune finestre
originali permangono al primo piano di questa struttura i cui vani
interni, determinati da vaste dimensioni, denunciano la grandiosità
della costruzione originaria.
La torre ovest, a base quadrangolare, si presenta
pressochè integra, con la muratura in pietra a vista e tetto a
padiglione; all'interno la scala originaria in pietra di Torreano, si
conserva fino alla prima rampa. E' ipotizzabile che l'intera estensione
fosse lignea, andata perduta nel 1959.
Le pertinenze agricole sono costituite da due edifici
in pietra con muratura a vista, addossati al perimetro di proprietà, sul
lato sud, in corrispondenza del viale d'accesso principale (oggi
urbanizzato) in asse con l'antico palazzo. L'edificio posto a ovest
presenta una ciminiera di mattoni perchè adibito il quel periodo, dopo
il 1940, a distilleria.
L'intera proprietà è cinta da un muro a sasso, in
alcune parti merlato, e conserva nel suo insieme, pur manifestando i
segni delle trasformazioni subite, legate alle vicende della storie
sociale ed economica della zona, un valore architettonico e urbanistico
di grande rilevanza nell'ambito del paesaggio del nord est collinare. |