San Giovanni al Natisone, 10
Settembre 2004
Lino Straulino in concerto
La storia musicale di Lino Straulino non ha un inizio preciso, dato che come
lui dice ha iniziato a suonare fin da bambino, ma comincia a comporre la sua
musica verso la fine degli anni '80. Una sua prima apparizione ufficiale
risale al maggio 1989 con la partecipazione a Musità, festival folk
organizzato dal Folkgiornale, dal Comune di Tarcento e dalla Provincia di
Udine; riproponeva alcune villotte popolari da lui raccolte da anziane donne
in centri friulani e carnici. Successivamente partecipa alla Fieste de culture
cjargnele, una manifestazione che vuole valorizzare e recuperare la lingua e
le tradizioni originali dell'identità carnica.
La prima
raccolta di canzoni che registra, La fàrie (pubblicata in cassetta), sono una
serie di poesie di E. Nardini del 1934 che lui musica con arie rinascimentali
e celtiche, regalando un momento di pura poesia a chi ascolta il concerto di
presentazione a S. Daniele del Friuli nel gennaio 1991.
Cerca poi di spingersi un po' oltre i confini regionali e con il gruppo Sedon
Salvadie, con il quale aveva iniziato a suonare anni prima, tiene un concerto
al folk club Ponte delle Gabelle di Milano. L'anno successivo si ripropone,
suonando però da solo. Nell'agosto 1991 partecipa ad Ovarock manifestazione
che si pone l'arduo compito di far conoscere le nuove figure artistiche e poco
conosciute del panorama musicale friulano. Finalmente i cultori della buona
musica hanno la possibilità di conoscerlo e per due anni successivi vince il
Premi Friûl: nel 1992 viene segnalato assieme ad altri compositori; nel 1993
vince (a pari merito con un'altra canzone) con la canzone "Doman": "Perchè è
una buona canzone d'autore che riesce ad emozionare con la sua semplicità. Il
testo descrive con poesia e senza retorica la malinconia friulana"; nel 1994
(sempre a pari merito con un'altra canzone) vince con la canzone "La Parason"
composta e suonata assieme a Gigi Maieron. Nel frattempo comincia a tenere
qualche concerto in giro per il Friuli: apertura della manifestazione Magia
del legno a Sutrio, Incontri musicali codroipesi, Canzone per un'amica in
memoria di Maria Grazia Scandolin a Susans e partecipa nuovamente alla
manifestazione Musità che si svolge questa volta a Tavagnacco.
Nel 1994 esce una cassetta, realizzata con il gruppo Fale curte, dal titolo
omonimo, nella quale Lino continua il suo cammino musicale sperimentando ora
le sonorità del friulano con il rock anni '70, lavoro tra l'altro ben
riuscito. Con il 1995 inizia un periodo piuttosto prolifico nel quale
usciranno 1 o più CD all'anno grazie alla sua irrefrenabile creatività.
Si comincia con Spin che esce all'inizio del 1995, un disco veramente unico
che si potrebbe definire "acid folk", in cui mette a nudo le sue sensazioni,
la sua anima, in modo veramente coinvolgente creando melodie sorprendenti. Il
viaggio continua poi con I dîs che presenta nel dicembre 1996 a Sutrio
circondato dai suoi scolari, inaugurando la manifestazione Borghi e Presepi.
Anche questo è un disco particolare e diverso dai precedenti nel quale Lino
racconta con semplicità e profonda sensibilità la bellezza della natura che ci
circonda e i problemi che ogni giorno affrontiamo. Questi lavori, che
evidenziano una consolidata maturità musicale, tracciano un solco profondo nel
panorama del cantautorato friulano. Ciò che distingue la musica di Lino fin
dal primo ascolto, e che è il filo conduttore dei suoi lavori, sono la
semplicità e la forza compositiva espresse con atmosfere vibranti e
coinvolgenti. Non è assolutamente difficile sentirsi parte di una sua canzone.
Il 1997 è per lui un anno importante nel quale pubblica ben due CD. Il primo è
un progetto integrato di musica e teatro ispirato dal poeta seicentesco
friulano Ermes di Colloredo. Il lavoro si intitola Lino Straulino cjante Ermes
ed è composto da 8 poesie che Lino ha musicato a modo suo, immedesimandosi
pienamente nell'atmosfera del Friuli di quel tempo. Il secondo CD, presentato
a Remanzacco nel settembre 1997 si intitola Cjaule Male (bosco in forte
pendenza, antico nome di Sutrio) ed è un disco più elettrico dei precedenti
con sonorità miscelate che vanno dal folk al rock con toni jazzati in cui
ripropone i temi a lui cari e un paio di pezzi scritti con il cantautore Gigi
Maieron. Tra un CD e l'altro tiene concerti e partecipa a diverse
manifestazioni culturali in cui continua l'esperienza di unire la sua musica
alla lettura di poesie. Dal vivo Lino sorprende per la sua ecletticità, dovuta
ad una cultura musicale notevole. Ama trasformare le sue composizioni
spaziando da un genere ad un altro. L'ennesimo CD è presentato ad Ovarock 1998
e si intitola Tôr a tôr, un album elettrico con sonorità molto anni '70 senza
punte troppo hard, che porterà in giro per il Friuli assieme al gruppo di
musicisti dei Tôr a tôr in 19 date. Questo tour riscuote un buon successo e
viene chiuso con un concerto mitico il 5 dicembre a Udine. In un'intervista ad
un settimanale locale afferma che la musica friulana sta vivendo un momento
d'oro e che tutti i musicisti dovrebbero uscire più allo scoperto e vivere
questo momento intensamente, esibendosi il più possibile per far conoscere
alla gente la realtà della loro musica.
E' in questo
momento d'oro che Lino pensa ad un progetto dedicato a Victor Jara. Nasce
infatti nell'agosto 1998 l'idea di uno spettacolo musicale in memoria del
cantautore cileno che verrà realizzato, assieme ad artisti friulani e
latinoamericani, nell'aprile 1999 al Teatro Zanon di Udine, con il titolo -
Victor Jara: un ponte per la memoria - davanti ad un pubblico entusiasta di
oltre 500 persone; a conferma di ciò che si può realizzare con una lingua ed
una musica che va al di là dei confini di questa regione. Nello stesso anno
verrà pubblicato il cd omonimo.
E la collaborazione con altri artisti sembra essere una costante nel suo
progetto musicale: nell'estate 1999 infatti registra ai "Colonos" un CD con i
Mitili FLK, Sintetiche sincretiche sinaptiche, che vede la partecipazione di
numerosi musicisti della regione. Il disco nasce da un'idea di Stefano
Montello degli FLK che scrive i testi e di Lino che compone la musica, ne esce
così un lavoro che comprende ballate folk, atmosfere sudamericane e spunti
jazz. L'ultima sua collaborazione registrata in CD, lo vede suonare a fianco
di Aldo Giavitto, uno dei cantautori più accreditati della regione, e prende
il nome di Doi, presentato a Remanzacco nell'agosto 2000, che come sempre
sorprende miscelando esperienze e stili musicali di artisti diversi.
Per comprendere bene la poliedricità di Lino è bene ascoltare anche i due
lavori che ha registrato in italiano Cuinto cuadrante e L'ultima frontiera.
Sebbene Lino non abbia un rapporto naturale con questa lingua, ha sentito la
necessità di sperimentarsi in questo ambito. Ascoltando questi lavori che
rientrano in modo particolare nel cantautorato italiano, la sensazione che si
ha è bella e strana allo stesso tempo.
Attualmente Lino continua a riproporre con l'amico e poeta Maurizio Mattiuzza,
il progetto musicale Tiere nere che ha avuto un grande successo di vendite e
di pubblico; inoltre sta promuovendo il suo nuovo album Blu. Anche in questo
lavoro Lino esplora sonorità diverse dalle precedenti che mantengono però un
filo conduttore con la sua produzione discografica. E' un disco riflessivo,
intimista, profondo, ma allo stesso tempo facilmente introiettabile. Il
seguirlo di concerto in concerto regala emozioni uniche, così come uniche sono
le sue canzoni, perchè rivisitate sempre in modo diverso e sono sempre,
comunque, la manifestazione del suo stato d'animo. (Tratto da
www.linostraulino.com)
|