Teatro “Mons. Lavaroni” – Artegna (UD)
14 Maggio
2004
ALDO GIAVITTO
IN CONCERTO
NESSUNO E LE SIRENE
Un itinerario in
canzone che il cantautore, che preferisce l'appellativo di cantastorie, ha
intrapreso alla ricerca e in confronto con alcuni archetipi letterari e
mitologici della cultura europea e occidentale.
Senza nessuna riverenza filologica o pretesa erudita, il concerto
ha presentato in cornice acustica, con la preziosa collaborazione strumentale
di Luca Cattarossi (chitarre) e Ivan Ordiner (percussioni), una scelta di
brani della recentissima inedita produzione di Aldo Giavitto che
ripercorrono in chiave metaforica, contemporanea e personalissima il mito
di Odisseo-Nessuno-Outis, ma riecheggiano anche Melville, Conrad,
Ungaretti...
Non sono mancate alcune canzoni già edite del suo migliore repertorio e,
inoltre, a castone, testi poetici e narrativi.
In aggiunta, nel corso della serata, è stato presentato qualche assaggio,
poetico e affabulatorio, del progetto “Metamorphosis”, di imminente
uscita, dedicato a una rilettura del classico ovidiano e ad altre
variazioni sul tema della metamorfosi quale antica, vitale e attualissima
metafora dell’essere uomini. Il lavoro è frutto dell’interazione artistica
tra il pianista e compositore Ivan Maroello, la soprano Carla Brusini e
Aldo Giavitto, autore dei testi.
E proprio Ivan Maroello,
come “guest star” (si dice così, no?!), ha proposto a conclusione della
serata l’esecuzione di alcuni brani strumentali per pianoforte,
tastiere, arpa (Serena Vizzutti) e violino (Lucia Clonfero).
Aldo
Giavitto -
giavitto@supereva.it
Laureato in Lettere Classiche, insegna in un liceo scientifico.
Vive in collina con Patrizia (la moglie), Laura, Andrea, Francesco (i
figli), Tamiri (il cane), alcune chitarre e due tastiere.
Plurivincitore in numerose rassegne di canzone d’autore
nazionali e regionali: premio “Città di Recanati” 1992 e 1996; premio
“Paolo Pavanello – Giovani Cantautori” 1991, 1994, 1996; Premio Friuli
1994; Premio “Marcello D’Olivo – Città di Lignano” 1999 e altre.
Ha all’attivo tre cd: QuAlCose (Folkest dischi
1997); Doi (Nota cd 2000, in tandem con Lino Straulino);
Cenerentola – Il troi che no si sielç (Nota cd 2001) e numerose
presenze in compilation di canzone d’autore e popolare.
Svolge da anni
attività concertistica, soprattutto in Friuli. |
Emozioni nate dall'ascolto
di un disco
(Trovato in rete)
Leggere la musica significa conoscere le note, le pause, le chiavi, i
tempi... quindi saperla suonare. Ma leggere la musica può anche
significare cogliere le emozioni e le sensazioni che una canzone o uno
strumento possono trasmetterci.
Personalmente amo soprattutto ascoltare la musica;
quindi ascoltare gli altri suonare, chiudere gli occhi e lasciarmi
"passare" dai suoni anche se so leggerla e suonarla.
Ultimamente, dopo una visita ad un negozio di musica,
sono tornata a casa felicissima dell'acquisto fatto: finalmente avevo
trovato il CD del musicista che avevo avuto il piacere di ascoltare
d'estate e che mi ha lasciato bellissime emozioni. Non è un cantautore
noto ma è molto bravo: Aldo Giavitto.
Quest'estate ho ascoltato un suo concerto e sarà stata la stagione, le
stelle in cielo, il momento felice che stavo vivendo o la sua voce, la
sua origine friulana (il Friuli: luogo a cui sono molto legata perché
una parte delle mie origini è lì), la sua capacità di trasmettere
emozioni, il suono della chitarra, ma ne sono rimasta molto colpita.
Le canzoni sono tutte bellissime sia quelle in italiano
che quelle in dialetto e spaziano dai ricordi della seconda guerra
mondiale - "Mir wiln nisht shtarbn" ("Noi non vogliamo morire": grido
yiddish degli orfani del ghetto di Lodz mentre venivano caricati sui
camion diretti ad Auschwitz) o "Stella di guerra" o "Viòdiu riva"
("Vederli arrivare": l'arrivo dei tedeschi a Tarcento, attraverso gli
occhi di due ragazze) che fanno riflettere sugli errori passati, ma
danno un senso di speranza nella voglia di ricordarli e tramandarli,
alla riflessione su altri popoli - "Suonatori di tango" o "Il ritorno
degli Atzigan" - che la musica fa rivivere in un'atmosfera triste e
malinconica rammentandoci che siamo tutti uguali.
Non mancano le canzoni su generazioni passate
allontanate da noi giovani che forse una giorno ricercheremo - "Chei de
to vualece" ("Quelli della tua generazione") o "1989" - che invitano a
cogliere quanto sia bello l'odore dell'erba e della terra e il calore
del sole in una giornata primaverile e saper apprezzare la natura e non
distruggerla; o semplicemente canzoni - "L'amore o le cose che
scompaiono" - per ricordarsi di un amore in modo simpatico elencando i
vari aggettivi con cui si può nominarlo e i momenti felici passati
insieme.
Un album da ascoltare ad occhi chiusi per assaporare
parole e suoni e conoscere un nuovo cantautore italiano. |
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