appunti di viaggio

Sperduto nei canneti della laguna
Torviscosa, 10 Ottobre 2005

Prendendo spunto dagli eventi riportati nella tabella sottostante...

Venerdì 30 Settembre
Torviscosa - Sperduto nel buio in un canneto - Saranno state le 22.15, quando dopo il concerto a Malisana mi sono avviato verso la strada del ritorno, percorrendo la strada inversa a quella che avevo percorso anche nel 2003 in occasione di un servizio per "Biel lant a Messe". Dopo aver attraversato quasi tutta la cittadina di Torviscosa, inaspettatamente mi sono trovato davanti ad uno dei classici cartelli gialli con la scritta "deviazione" che si trovano quando ci sono dei lavori in corso. Da bravo automobilista ho seguito le indicazioni ed ho svoltato a destra, sperando che la deviazione mi riportasse subito sulla strada maestra. Sebbene la strada che stavo percorrendo diventasse sempre più scoscesa, viaggiavo a velocità sostenuta per uscire da quell'impiccio al più presto possibile... Finalmente sono arrivato ad un incrocio, dove un tabella simile alla prima mi ha indirizzato verso sinistra lungo una strada bianca in quel tratto abbastanza larga, dove ho  incrociato tre o quattro lepri, una delle quali si è infilata sotto l'automobile rimanendo forse indenne perchè non ho percepito botti o urti... Non avevo certo il tempo di fermarmi per accertamenti... ero incavolato e preoccupato perchè la strada diventava sempre più stretta, piena di pozzanghere, buche, cumuli di terriccio e con il ciglio erboso al centro della carreggiata sempre più alto e pericoloso. La preoccupazione era più che legittima, trovandomi in quella situazione senza telefonino, che avevo dimenticato a casa...!
 Proseguendo per altri dieci minuti lungo quella strada che ora scorreva tra sterpi di rovi e canne, ed a tratti cosparsa di cumuli di terriccio, (che dovevo superare con una certa velocità per la paura di rimanerci dentro), finalmente ad una cinquantina di metri ho visto) un qualche cosa che luccicava e finalmente ho tirato un sospiro di sollievo... Avvicinandomi ho capito che si trattava del solito cavalletto di sbarramento con strisce bianche e rosse, ma la sorpresa e lo sgomento è stato grande quando ero giunto a qualche metro ed ho capito che serviva proprio a sbarrarmi completamente la strada...
 Pur con una certa preoccupazione ma consapevole che sarebbe stato uno sbaglio lasciarsi prendere dal panico, ho iniziato una lunga serie di manovre per invertire la marcia, evitando di finire con le ruote in una buca o nel fossato e rimanere in quella posizione per tutta la notte. Al termine delle manovre sono ripartito lasciandomi alle spalle lo sbarramento, ripercorrendo la strada di buche e pozzanghere senza preoccuparmi degli  schizzi di fango che ricadevano sulla vettura (tanto sapevo che l'indomani avrei dovuto portarla al lavaggio), incontrando di nuovo le lepri che ignare di quello che mi era accaduto mi salutavano festosamente. Mi sono poi ritrovato davanti al famigerato cartello che è stato l'inizio di quella rocambolesca avventura, chiedendomi perchè era lì e perchè gli automobilisti che vi giungevano davanti non lo seguivano e proseguivano dritti...
Sia durante la strada del ritorno, che nelle due ore di lavoro per preparare la pagina del sito dedicata al concerto di Malisana, mi sono arrovellato il cervello per capire qual’è stato il mio errore, se ce n'era uno... Per saperne di più, l'indomani ho telefonato al Municipio di Torviscosa, ma la signorina che mi ha risposto non ha saputo darmi spiegazioni…  Sarebbe importante saperne di più perchè se ho sbagliato io, potrebbe essere un chiaro segnale della vecchiaia che avanza...
 

From: Alessandro Aiello To: <aldo@natisone.it> Sent: Wednesday, October 12, 2005 10:30 AM Subject: Rebus risolto
Caro Aldo, rispondo io al tuo amletico dubbio sull'avventura che hai vissuto a Torviscosa il 30 settembre dopo aver assistito al concerto di Malisana. Hai imboccato l'unica strada asfaltata in direzione sud rispetto al capoluogo, che non porta a nessuna meta poichè muore dinnanzi al fiume Ausa, dove si trova un porticciolo turistico. La deviazione alla quale ti riferisci non è altro che una sorta di indicazione per coloro i quali devono raggiungere le località di Banduzzi e Belvat, ormai disabitate, alla quale fino all'anno scorso si accedeva mediante una stradina immediatamente a sud della grande fabbrica. Ora quella stradina è interdetta al traffico, poichè come penso tu abbia potuto vedere è in costruzione una megacentrale che funzionerà a gas e servirà a produrre energia elettrica.
     Ti chiedo scusa se mi lascio prendere dai ricordi, ma qualche anno fa anche mio fratello aveva preso in affitto un appartamento in località Banduzzi. Questa località era costituita oltre che da una splendida villa risalente al fascio e sotto tutela delle belle arti, da tre bei casali rossi, credo anche di origini remote, nello stile tipico delle abitazioni del Friuli rurale dei tempi passati.
Quando mio fratello aveva preso questo appartamento, ormai solo uno di questi casali era abitato, mentre gli altri due versavano in condizioni disastrose. Qualcuno coltivava alcuni piccoli orti e specialmente a pasquetta non mancavano le grigliate con parenti ed amici. Nonostante la vicinanza della fabbrica, era un posto tranquillo e circondato dal verde, dove sovente si potevano osservare stupendi esemplari di animali selvatici, fra i quali caprioli, lepri e aironi. L'unico problema si presentava la sera, quando vi era solo una flebile lampada al neon in mezzo alla corte e per arrivare sino al capoluogo specialmente quando la luna era assente, bisognava percorrere una stradina al buio più pesto che si possa immaginare, spesso vedendo nelle stradine di campo adiacenti dei fari di macchina girovagare chissà a far cosa,con molta paura di chi come me andava a trovare il fratello (che vi si recava saltuariamente specialmente nei weekend) munito di una semplice bicicletta o del mitico "Ciao". Quando ero piccolo poi,e il mio povero nonno, durante le gitarelle che mi faceva fare a bordo della sua Citroen Pallas, ricordo bene che i Banduzzi avevano ancora vita, e mi ricordo un'anziana signora che stava sempre seduta sotto un portico mi sembra a filare o ricamare. Gli ultimi anni di vita dei Banduzzi sono stati in qualche modo gloriosi, poichè vi abitavano solo giovani e come si può immaginare allegria non ne mancava ed avevano anche sistemato a proprie spese in maniera molto raffinata la piazzetta.
Le situazioni sono poi cambiate, o per scelta o per costrizione e i tre casali sono diventati l'ennesima "borgata fantasma" del Friuli. Qualcuno di questi ultimi abitanti però prima di lasciare per sempre quella che per tanti anni era stata la sua casa e in fondo la sua gioventù, su un muro ha apposto un graffito, "Banduzzi addio", che mi ha riportato alla mente il più celebre "Pola addio".
Ora là regna l'erbaccia e l'incuria, presto non ci sarà più il buio e gli animali avranno molto meno spazio per correre, ma nel cuore di qualcuno gli sconosciuti Banduzzi non moriranno mai. Mandi Aldo, Sandro.
     Caro Alessandro. Ti ringrazio per le delucidazioni, anche se continuo a non capire perchè ho iniziato a seguire le indicazioni del primo cartello. E' stato comunque un episodio emozionante anche se tremo all'idea che avrei potuto facilmente rimanere impantanato in quel luogo deserto. Oggi, dopo aver letto il tuo messaggio, mi era venuta l'idea di fare un saltino in quei luoghi per fare una serie di foto, perchè l'episodio che ho vissuto con l'aggiunta del bellissimo pezzo con i tuoi ricordi, ci sarebbe il materiale per un bel servizio in una  rubrica del sito. Ripensando a quella sera, ricordo che effettivamente la strada si interrompeva non molto distante da una specie di "grande mostro" illuminato, e sulla mia strada (al ritorno veniva a trovarsi sulla sinistra), con la coda dell'occhio ho notato quel casolare ormai imprigionato dalla vegetazione, che alla luce riflessa dai fari sembrava una vecchia locanda abbandonata. Se mi si presenta una mezza giornata libera da impegni, nei prossimi giorni potrei fare un giretto da quelle parti approfittando per portare un CD con il concerto del 30 Settembre al Plevan di Malisana... ma questa volta non dimenticherei a casa il cellulare. Mandi, Aldo.

...appena mi si è presentata una mezza giornata libera da impegni, sono ritornato a Torviscosa e dintorni, ripercorrendo la stessa strada percorsa la notte del 30 Settembre...


...i due segnali "devianti" distanti tra loro qualche chilometro...


...la strada sterrata "delle lepri" ed i Casali Banduzzi...


...strada di campagna fino ad un secondo casolare abbandonato...


...strada a tratti disastrata fino al blocco totale...


...dietro-front fino alla seconda deviazione e svolta a sinistra
lungo il viale alberato per arrivare al porticciolo turistico...


...per tornare al punto di partenza del mio avventuroso viaggio tra i canneti.

Due signori che ho incontrato nei pressi della prima deviazione, hanno concordato con me che quel segnale così com'è può essere facilmente male interpretato.  Mi piacerebbe sapere se sono stato solo io a cadere nel tranello...