Sui tornanti per Subit
5 Febbraio 2005
From:
Carlos Zilli - Argentina
To: aldo@natisone.it
Sent: Wednesday, October 27, 2004 7:24 PM
Subject: lá di me nône
Mandi Aldo: cjaland i biei puescj che son vie par ogni bande des
montagnis furlanis (e che tu tu sês simpri biel pront a
fotografá), ti disarai che me puare nône Anna Cussigh (la mari di
mió pari) é iere nassude ancje ié in un biel paesut di montagne:
Subit.
E ié stade a vivi li, fin che púar mió nôno Carlo le ha sposade
par puartale a vivi in Via del Bon. (Amôrs e ierin chei di une
volte: 25 km in biciclete ducj in salide par lá, e 25 km in ducj
in discese (mancul mâl) par torná.
Si rive a Subit par une stradele che manman ch'é vá sú, zirand di
cá e di lá, é devente plui strete. Fin a qualchi agn in daûr, no
veve nancje il paviment.
¿Sastu ch'al é proprit un biel puest ? Il cjampanili al é stât fat
sú dut gnûv dopo dal taramot, e la zornade ch'o soi stâd ió a
cognossi e iere la fieste dal paiis. Il predi e il muini, contents,
e ierin daûr a tirá la cuarde par fá suná lis cjampanis. (e
sudavin come chei matusuts che saltuzin e córin daûr de bande).
Ocupâts che'ierin in chest mistiir, no vin podût cjalá tai libris
de glesie i nons dai miei bisnonos.
A Subit si fevele plui par sloven. Me nône no cognosseve nemancul
une peraule par furlan; tant al iere cussi, che mió pari, tirâd sú
in chest ambient, al veve imparâd di pissul a capiilu e a
cjacaràlu. De cjase dai Cussigh, e restin, vué, sòl che lis
fondamentis, li, vicin de glesie.
Ho vin piardût ogni contat cun cheste famée. Se ti capite di lá di
ches bandis, tu podaressis ben fá qualchi foto. Al vâl la pene.
Tancj salûts par ducj. Carlo Zilli |
Lo avevo promesso ad un amico che vive lontano dal
Friuli, ma fino ad ora non avevo trovato il tempo per fare "un salto" a
Subit, dato che osservando la carta in scala 1: 25.000 della Tabacco,
sembrava questione di dieci minuti. Approfittando dal fatto che per
Sabato 5 Febbraio non avevo in programma niente di impegnativo, essendo
tutte le manifestazioni pubbliche incentrate sul carnevale, ho sfruttato
lo splendido pomeriggio di sole per recarmi a Subit per vedere… e
raccontare.
Non saprei
dire quante volte ho percorso quella strada che scorre a ridosso della
prime alture che da Cividale porta a Tarcento, ma ogni volta si presenta
uno scenario diverso (che dipende dalle varie condizioni di
illuminazione). Avendo il sole a favore, avvicinandomi alle prime
colline non ho resistito alla tentazione di riprendere i vecchi castelli
che sovrastano Faedis e Attimis, resistendo alla tentazione di salire su
quelle alture per osservare quei ruderi da vicino.
Arrivato ad Attimis, al bivio prima del ponte sul Malina ho svoltato a
destra costeggiando il torrente uscendo dal paese prima di arrampicarmi
sulle alture in direzione di Subit, che da Attimis sembra a due passi.
Non è la prima volta che percorrendo una strada nuova, mi sorprendo
nello constatare che non è tale, ricordando di avere già notato i
particolari nomi di quelle località, dubbi che diventavano certezze
man mano che attraversavo Forame per salire verso Borgo Bombardier,
Borgo Cancellier e su su lungo i tornanti verso Subit.
Avvicinandomi ad un paese, la mia attenzione
si è concentrata sulla
possibilità di riprendere la borgata da lontano e la chiesa nella migliore
inquadratura possibile… ma non sempre si può ottenere quello che si
vuole… ed anche a Subit non sono riuscito a
fare una bella foto della chiesa, anche perché il campanile è
piuttosto decentrato rispetto alla chiesa stessa e/o mi trovavo in
posizione di controluce.
All'entrata
del paese, una gioiosa scena ha attirato la mia attenzione, e non ho
resistito alla tentazione di immortalarla... se Subit ha una squadra
sportiva significa che in queste zone non esiste il fenomeno di
decremento demografico.
Durante la mezz’ora che ho girovagato per le vie sui vari piani a
diversi
livelli su cui sono collocate, solo due o tre volte sono sceso dalla
vettura per scattare qualche foto, dato che per la maggior parte le
riprendo sporgendomi dal finestrino, eppure quelle poche manovre
stranamente mi costavano notevole sforzo... solo più tardi ho capito che Subit si trova a 700 metri s.l.m. Mi sono accorto anche di non aver
indossato uno dei giubbotti che avevo sul sedile posteriore e l’aria
pungente si faceva sentire a quella quota, in un ambiente con tracce delle recenti nevicate
ancora presenti ai margini delle strade. Contavo di coprirmi
quando sarei sceso per entrare nell’unica osteria che mi avevano
indicato una coppia di persone anziane incontrate sulla strada del
cimitero. Dalla simpatica e molto gentile nonnina ho avuto le
informazioni che cercavo, constatando ancora una volta la grande
disponibilità verso il forestiero di quelle genti.
Sebbene avessi seguito le istruzioni ricevute, non sono riuscito a
trovare l’osteria che cercavo, ma non ho insistito nelle ricerche perché il sole
stava calando rapidamente ed era arrivata l’ora di ritornare al piano,
potendo solo intuire il panorama a causa del sole negli occhi e dalla
notevole foschia che copriva la pianura.
Mentre gli ultimi raggi del sole illuminavano ancora le cime di quei
monti, nelle vallate ormai nell'ombra i camini sprigionavano allegre
folate di fumo, come per annunziare che dopo una giornata di duro
lavoro, la famiglia si sta raccogliendo attorno al fogolâr... e che nulla
è cambiato... In quel momento il pensiero è volato ai tempi il cui il nonno di Carlo Zilli,
partiva in bicicletta da Via del Bon di Udine e si arrampicava su per i
tornanti di Subit per raggiungere la sua bella... Tutto questo a conferma che
allora come ora, la potenza dell’amore
vince qualsiasi ostacolo.
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