Viaggio a Malborghetto e
dintorni
(29 Agosto 2004)
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Ormai la Strada Statale 13 la conosco molto bene, specialmente nel primo
tratto fino al bivio di Stazione per la Carnia quando, mentre la ss13 prosegue
sulla destra e continua fino a Tarvisio e l'Austria, la nuova carreggiata che
svolta a sinistra assume la denominazione di
ss52, si dirige verso Tolmezzo proseguendo verso Villa Santina e puntando
decisamente a ovest verso Forni di Sotto e di Sopra. Uscirà poi dai
confini regionali in direzione del Cadore e di Cortina. Alla periferia di
Tolmezzo, la 52 si divide diventando 52bis e seguendo le tracce dell'antica Via
Iulia Augusta, sale la Valle del But sfiorando Zuglio, Arta, Paluzza, Timau ed
attraverso il Passo di Monte Croce sconfina in Austria. Un'altra importante
divisione avviene a Villa Santina, quando una nuova carreggiate denominata 355
sale verso la Val Degano e passa per Ovaro, Comeglians, Rigolato, Forni Avoltri
ed entra provincia di Belluno in direzione di Sappada.
Come già accennato, un lungo tratto
di questa importante arteria che collega Udine in direzione Nord, fa parte
dell'antica Via Julia Augusta, costruita dai romani per i loro traffici
commerciali (e non solo), che da Aquileia si
spingevano verso i paesi nordici.
Ho percorso
parecchie volte il tratto della "13" che arriva fino all'altezza di Chiusaforte, in
occasione dei miei viaggi a Moggio, in Val Resia e in Val Raccolana. Una sola
volta mi ero spinto più in su per andare a Messa a Tarvisio, e più volte
durante l'estate ero tentato
di recarmi in Val Canale per vedere le conseguenze della disastrosa alluvione dello scorso
anno, decidendo finalmente di andarci domenica 29 nel primo anniversario dei tragici
eventi.
Partito da Leproso poco dopo le 8, alle 9.30 ero davanti alla chiesa di Malborghetto, calcolando
di avere una mezz'ora di tempo per fare una ricognizione dell'intero
paese, prima di piazzarmi in posizione adatta per registrare le campane. Alle
10.00 ero seduto davanti al Municipio, ma l'unico suono arrivato dal campanile
sono stati i rintocchi delle ore, mentre mezz'ora più tardi si è sciolta solo la campana
grande. Ho dovuto attendere le 10.45 per poter registrare le tre campane
insieme... ogni paese ha le sue abitudini...
Anche se avevo poco tempo a disposizione prima
che iniziasse la messa delle
11, ho fatto in tempo a predisporre il mio microfono speciale "costruito in
casa", che
ancora una volta ha fatto il suo ottimo servizio, permettendomi di captare molto
chiaramente tutto quello che proveniva dall'impianto audio amplificato. Ho
quindi potuto registrare perfettamente l'omelia di don Mario Gariup ed il
discorso del
Capogruppo ANA di Malborghetto, durante la commemorazione e benedizione di una
targa dedicata all'alpino Bruno Urli, vittima dell'alluvione dell'anno scorso.
La cerimonia è stata semplice e senza un accompagnamento corale, perchè la
commemorazione ufficiale (anche per l'altra vittima del disastro Geltrude "Gherti"
Schnabl) si sarebbe svolta nel pomeriggio a Ugovizza, alla quale era prevista la
partecipazione di
diversi cori. Non me la sentivo di rimanere in zona fino al tardo pomeriggio, ma
non ho resistito alla curiosità di fare un giro verso gli altri paesi colpiti
dalla violenza della natura. Transitando velocemente sulla statale ad un anno
dall'evento, a stento si avvertono le conseguenze del disastro. Unica
eccezione molto più a valle, all'altezza di Pietratagliata, dove si ha una
chiara visione delle conseguenze dell'alluvione.
Per dare la
dimensione delle situazione dei giorni successivi al disastro,
pubblichiamo un comunicato del Sindaco di Pontebba del 19 settembre
2003
Verso la fine del mese di agosto e dal mezzogiorno del giorno 29, una
eccezionale pioggia che in appena tre ore ha prodotto 35 cm. d’acqua, ha
sconvolto il nostro territorio, causato danni ingenti alle persone e alla
gran parte delle attività produttive, provocato frane di inusuali
proporzioni, erosioni di argini e difese spondali, lesionato il patrimonio
boschivo.
Sono state ore di grandissima apprensione in particolar
modo per le notizie che venivano da Pietratagliata, dove il Fiume Fella ha
prima distrutto il ponte che la collegava con la viabilità nazionale e poi
provocato uno scoscendimento che ha portato alla rovina di diverse
abitazioni.
Questa volta il grande disastro ha voluto anche un
tributo di sangue nel vicino comune di Malborghetto – Valbruna: invito con
animo addolorato a ricordare le due vittime Geltrud Schnabl e Bruno Urli.
In quelle ore, già molto prima del tramonto, sono state
messe fuori gioco le vie di comunicazione stradale e telefonica,
l’interruzione prolungata per due giorni dell’energia elettrica, fatti
questi che non hanno consentito un più tempestivo e incisivo intervento
per portare soccorso e rendere in pieno operative le numerose squadre
della Protezione civile che già dalle prime ore del 30 agosto
faticosamente hanno raggiunto la nostra località.
Una parentesi ed una riflessione: ci siamo chiesti se
sia mai possibile che nell’era definita della “comunicazione” non si
riesca a comunicare anche con uno strumento più che centenario come il
telefono. Questo vuol essere un ammonimento e una richiesta a coloro che
oggi gestiscono servizi in passato chiamati “pubblici” ed un invito alla
Protezione civile di dotare i Comuni di strumenti in grado di consentire i
collegamenti con le strutture di soccorso.
Mi corre l’obbligo di rimarcare la grande compostezza della nostra
popolazione che pur sostenuta dall’intervento di volontari non ha perso
tempo e per giorni e giorni ha lavorato per evitare ulteriori danni ed
eliminare l’enorme quantità d’acqua e detriti che ha invaso le cantine e i
piano terra e delle abitazioni e delle attività commerciali e produttive.
Sarà l’abitudine acquisita per il periodico ripetersi di tali sciagure,
però il nostro comportamento in simili circostanze è divenuto un paradigma
nazionale e un costante esempio di cultura civica.
E’ ancora presto per quantificare i danni patiti
dall’ambiente, dalle infrastrutture e dagli immobili: a partire dai
prossimi giorni a cura del Commissario straordinario nominato dal capo del
governo vedremo all’opera squadre di tecnici per un censimento generale di
tutto il territorio con lo scopo principale di valutare l’entità dei danni
e quantificare il fabbisogno finanziario.
Con il Decreto del presidente del Consiglio dei
ministri 5 settembre 2003 è stato dichiarato lo stato di emergenza nel
territorio e con la successiva ordinanza n. 3309 dell’11 settembre 2003,
pubblicata sul numero di ieri della Gazzetta ufficiale sono state emanate
le disposizioni per la fase dell’emergenza che si concluderà il prossimo
31 di dicembre.
Questa fase sarà seguita da una seconda che comprenderà gli interventi di
ricostruzione e si spera che non vengano negati i consistenti
finanziamenti occorrenti: chi solo ha dato uno sguardo al territorio non
può non valutare l’entità del disastro all’ambiente con particolare
riguardo al Fiume Fella e al Rio degli Uccelli. Non è più tempo di
interventi raffazzonati, per lotti mai funzionali; è ora invece che sia
data la possibilità in primo luogo di realizzare un progetto generale di
sistemazione dei corsi d’acqua. I segnali che riceviamo non ci indulgono
all’ottimismo ma non mancherò di far giungere la voce della nostra
popolazione nelle stanze di che decide. Pontebba vuole e deve reclamare un
credito enorme nei confronti di chi ha martoriato, se pur per ragione di
pubblico interesse, il nostro limitato territorio idoneo a recepire l’uomo
e le sue attività.
Non posso non ringraziare il governo e la regione per
la tempestività del sostegno finanziario: la regione ci ha messo a
disposizione in questi giorni 41.400,00 Euro necessari all’immediata
effettuazione dei primi interventi di soccorso in favore della popolazione
colpita dall’emergenza alluvionale.
Piace anche di segnalare che la Fondazione Cassa di
Risparmio di Trieste ci ha messo a disposizione 33.000,00 che con
deliberazione giuntale sono stati destinati all’assistenza.
Non si può non essere grati per il meraviglioso esempio
di solidarietà da parte di oltre 1.700.000 cittadini che con l’ammirevole
iniziativa del TG 5 di Mediaset hanno contribuito a far si che per il 13
di settembre sia stato approntato e reso agibile un ponte provvisorio per
togliere dall’isolamento la popolazione di Pietratagliata.
E’ nostro intendimento che questa frazione così
duramente colpita possa riprendere al più presto la sua vita, lontano ogni
pensiero di sistemazione altrove della popolazione: certamente potrà
essere qualche difficoltà per quanti hanno avuto la casa distrutta e non
più riedificabile in sito, ma le persone interessate potranno trovare
nella civica amministrazione ogni aiuto e difesa.
Abbiamo preso a cuore la grave situazione in cui si è
venuta a creare una importante azienda di lavorazione del legno che,
giocoforza, dovrà traslocare la propria attività: il caso è serio in
quanto, se si dovessero rispettare i tempi usuali di ottenimento delle
provvidenze pubbliche, detta azienda verrebbe a trovarsi in sicura
difficoltà quanto a mantenimento della propria clientela e quindi della
quota di mercato.
Per quanto riguarda l’attività da me svolta, rammento
che in periodo di emergenza affida poteri eccezionali al sindaco quale
responsabile comunale della Protezione Civile: della mia attività in ogni
caso dovrò fornire un dettagliato rendiconto e questa non può essere
ancora il momento in quanto l’emergenza non è finita.
Posso solo assicurare che la giunta e il personale, in
particolare i tecnici e gli operai, hanno compiuto il loro dovere con
altissima dedizione, troppo spesso correndo prevedibili rischi: tutte le
persone che si sono proposte di collaborare hanno trovato le porte aperte;
non crediamo che questo sia il momento di evidenziare carenze o
intempestività di alcuni interventi. Abbiamo il conforto di tanti
cittadini che riconoscono lo sforzo comune compiuto pur in una situazione
tanto grave.
Non posso, se pur a malincuore e senza volontà di
provocazione, non porre all’attenzione di tutti una martellante campagna
mediatica con cui, giorno dopo giorno, non solo viene posto all’attenzione
la particolare incidenza del danno sulla strada provinciale per Passo
Pramollo: accanto alla conclamata volontà di trovare comunque un suo
ripristino, parallelamente, viene messa in evidenza e rimarcata la
difficoltà o meglio l’impossibilità di riattivarla. Mi chiedo e, credo,
tutti ci chiediamo quale sia stato e se ci sia stato in passato un serio
intervento della Provincia a mettere in sicurezza l’importante arteria e
se in tanti anni si sia concluso il “monitoraggio” dell’area franosa e
della incompiuta galleria, testimone di una intrapresa avviata con spirito
affatto scientifico; tutti aspettiamo ancora che vengano accertate le
responsabilità di un fatto del genere. C’è da dire, come da sollecitazione
odierna da parte del Ministero degli Esteri, che non si possono allungare
i tempi e rinviare il tempo dei lavori in quanto l’arteria ha valenza e
interesse per due nazioni. Ancora e a riguardo dello sviluppo di Passo
Pramollo, riaffermo che il progetto del suo sviluppo turistico sportivo
con impianto di arroccamento da Studena Bassa rimane un obiettivo primario
confortato, dopo l’assenso dato dal Presidente regionale Tondo, anche dal
neo governatore Riccardo Illy.
Per concludere mi auguro che la compostezza e la
serietà da tutti dimostrata nel periodo della più grave emergenza possa
continuare fattivamente anche per la fase della ricostruzione. |
Superata per un tratto Ugovizza, un cartello che indicava
"Tarvisio 6 KM" mi ha convinto che era il momento di invertire la marcia e
ridiscendere la Val Calda ed il Canal del Ferro, cercando di individuare un
locale adatto alle mie esigenze e fermarmi a mangiare qualche cosa. L'offerta
non scarseggiava, ma pur lasciando la statale per entrare negli abitati di
Malborghetto, Pontebba e Dogna, vuoi perchè mi sembravano locali troppo di lusso
o perchè non avevano possibilità di parcheggio nelle vicinanze, ho sempre tirato
dritto... Solo transitando all'interno dell'abitato di Chiusaforte, in corsa ho
individuato un posto tranquillo che sembrava fatto al caso mio.
Tornato sui miei
passi, mentre davo un'ultima occhiata al locale dall'esterno, sento una voce che
mi chiama: Taboga! Mi giro e vedo una signora seguita dal marito che si avvicina
alla vettura e mi chiede: lei è Aldo? Alla mia risposta affermativa la signora
dice di conoscermi perchè abita a Castions di Strada, vicino ai nostri amici e
Soci del "natisone", Natalino e Clelia Gloazzo. Accidenti...! -mi è scappato di
bocca- non riesco più a farla franca...!
Dovendomi spostare per non intralciare il traffico, ho salutato velocemente la coppia, entrando e
parcheggiando nel vasto cortile del Bar-Ristorante-Pizzeria "da Luisa". Quando
entro in questi ambienti caratteristici friulani, cerco di sedermi in una
posizione adatta per fare qualche foto mentre sono seduto a tavola, in modo di
dare la possibilità a chi mi segue da lontano, di osservare l'arredamento del
locale e gli oggetti che lo compongono. Non sono un vanitoso e mi rendo conto
che la mia immagine non è proprio il massimo, ma trovo che qualsiasi ambiente
sia troppo "freddo" se non è inquadrata anche una persona, e gli
estranei non sempre accettano di essere fotografati.
Non sono un grande intenditore di vini, ed a malapena riesco a distinguere un
refosco da un cabernet, ma il vino buono lo riconosco subito e sono rimasto
sorpreso nell'assaggiare l'ottimo merlot che la signora Luisa mi aveva portato
prima di prepararmi il panino con salame che avevo ordinato. Ho poi saputo che
il suo fornitore è anche il mio... una nota azienda vitivinicola di Spessa di
Cividale. Prima che il panino perdesse completamente i suoi connotati con un secondo
famelico morso, ho predisposto la Olympus 3Mpixel per fare alcune foto,
operazione che ha attirato l'attenzione di un signore che mi osservava con
discrezione fin dal primo momento, e ad un certo punto mi dice: serve per
mettere su internet? Lo guardo stupito e capisco che... anche lui sa chi sono...
Con Latino Fuccaro e Renzo Marcon, coadiuvati dalla titolare dell'ambiente
signora Luisa Piussi, mi sono intrattenuto parlando di toponimi, cognomi del
luogo e ricordi di persone che hanno vissuto l'emigrazione, mettendoci poi in
posa per una foto-ricordo. Saranno state le 13.30, quando ho salutato i nuovi
amici acquisiti, e ripreso la strada statale in direzione di Udine. A Venzone si
è immesso sulla carreggiata un gruppo formato da una trentina di motociclisti,
tutti vestiti di scuro e guidati da un capo che indossava un casco argentato
dalla tipica forma militare tedesca, che mi ha tallonato per una decina di
chilometri fermandosi poi in un piazzale a Magnano in Riviera. Anche se
questi moderni "Unni" guidati da questo Attila motorizzato, fanno di tutto per sembrare truci e
cattivi, non incutono nessun timore nelle tranquille popolazioni friulane, e le
campane delle Abbazie che
una quindicina di secoli fa suonavano a distesa per dare l'allarme, restano mute...
Quando poco dopo le ore 15.00
ho parcheggiato la vettura nel mio
cortile, ero così stanco che ho infilato le scale
e raggiunta la camera da letto, senza scaricare le mie apparecchiature e
controllare il materiale acquisito. Mi sono svegliato alle 18.15, ormai in
ritardo per partecipare alla Messa all'Abbazia; ero ansioso di rivedere tanti
cari amici dopo la lunga pausa estiva.
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