Dietro le quinte


Agosto 2007
Un mese di "soggiorno" in corsia d'ospedale

       Un mese è un periodo abbastanza importante nella vita di una persona... Trenta giorni  potrebbero essere pochi se trascorsi lontano dai problemi quotidiani e in dolce compagnia, ma sono interminabili se trascorsi in un letto d'ospedale, specie se sono accompagnati da serie e prolungate sofferenze. La seconda opzione è quello che ho vissuto a partire del 30 Luglio, che mi ha costretto ad un soggiorno prolungato nel reparto di Medicina dell'ospedale di Cividale.
     Eppure il giorno precedente al ricovero era cominciato come tutte le altre domeniche, che mi vede impegnato per il solito servizio per la rubrica "Biel lant a Messe", con partenza verso le 8 in direzione della Carnia. Il mio obbiettivo era la chiesa di San Pietro di Zuglio, nei pressi della quale si sarebbero radunati i vari gruppi di "scamanotadôrs" per la loro festa, che prevedeva una Santa Messa alle 11 celebrata da don Edoardo Scubla. Intorno alle 8.40 stavo percorrendo la strada che costeggia il Torrente But in vista delle montagna sopra la quale sorge la chiesa e alle 9.15 ero a La Polse di Cugne. Purtroppo, un temporale durante la notte aveva sradicato un albero che si era messo attraverso la stradina che porta alla chiesa, impedendomi il passaggio. Sicuramente per l'ora della Messa il problema sarebbe stato risolto, ma un pò per il timore di non poter portare a termine agevolmente il servizio, ma sopratutto perchè complessivamente l'ambiente non era molto compatibile con le mie possibilità operative, ho deciso di rinunciare e tornare a valle in cerca di un nuovo obbiettivo. Improvvisamente mi è balenata l'idea di andare a Rivalpo e Valle, la parrocchia nel Comune di Arta Terme nella quale aveva vissuto per tanti anni pre Antonio Bellina. Purtroppo la strada per arrivarci è davvero lunga e tortuosa, tanto che al mio arrivo la Messa era gia cominciata.
     Senza pensarci troppo ho di nuovo raggiunto la Via Iulia Augusta puntando verso Sud in direzione di Campoformido, dove sapevo si sarebbe celebrata una Messa in onore del fondatore del locale Coro Parrocchiale recentemente scomparso. Avevo "lanciato" la mia vettura fino al limite del consentito per raggiungere il "Paese del Trattato", giusto in tempo per la Messa delle 11.15. Entrato nella Parrocchiale, non avevo avuto il tempo per avvertire il parroco della mia presenza, ma forse conoscendomi per avermi visto in altre occasioni il Monsignore non sembrava stupito più di tanto, sebbene avessi piazzato qua e la mie apparecchiature... Insomma una cerimonia perfettamente ripresa in audio e in foto, che al momento di scrivere queste righe non è stata ancora pubblicata.
     Sebbene la giornata fosse stata abbastanza calda e movimentata, non mi sentivo stressato più del solito anche se la cerimonia si era protratta oltre il consueto orario. Sono arrivato a Leproso prima delle 13.30, quando Giorgio stava chiudendo le finestre dell'osteria, ma non ho creduto opportuno fermarmi per il solito brodo con spruzzo di vino nero, ma ho raggiunto casa mia... per preparare con le mie stesse mani la "diabolica trappola"...!
     Dopo aver apparecchiata la tavola e scaldato un piatto di minestra, mi sono levato la polo e mi sono seduto esponendo direttamente la mia disastrata schiena ancora sudaticcia, al fresco getto del condizionatore installato da qualche settimana... Un errore imperdonabile che ricorderò finche campo.
     Sarà stato la classica goccia che fa traboccare il vaso, fatto stà che poche decine di minuti più tardi una serie di fitte dolorose come lame di coltello mi colpivano il fianco destro nella parte posteriore e si diffondevano in tutte le direzioni. Verso sera sono intervenuti i miei vicini di casa Adelino e Rosanna con massaggi e pastiglie di antidolorifici che però non producevano alcun effetto. Ho resistito fino al mattino quando sono stato costretto a chiamare i miei vicini che hanno poi telefonato al 118.
     I dolori incredibili provocati dal trasferimento dal mio letto alla lettiga di cui l'autoambulanza è dotata, non mi ha impedito di esprimere la mia gratitudine e ammirazione per quei tre giovani volontari della Croce Rossa, che hanno usato tutte le cautele per crearmi il minor disagio possibile.
     Qualche decina di minuti più tardi ero nell'ospedale di Cividale, ma a causa delle sofferenze e dalla febbre che era sopraggiunta, non ricordo esattamente i particolari della breve permanenza nel Pronto Soccorso e della definitiva collocazione in una stanza a due letti del reparto di Medicina.

 

 

 

 

 

 

 

 

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