Abbazia di Rosazzo, 8 Luglio 2000
Sabato sera 8 Luglio, alla veglia organizzata in occasione del XVI Meetingiovani di San Giovanni al Natisone nell'Abbazia di Rosazzo… c'ero anch'io...
Non capisco come mai mi sia sfuggita la precedente edizione, dato che da più di un anno curo il sito internet della Parrocchia Oleis-Rosazzo e quindi ho sempre sotto controllo il calendario di tutte le manifestazioni che si svolgono a Rosacis. E' stato solo un caso che poche ore prima abbia deciso di salire il colle dell'Abbazia e non perdermi una serata di grandi emozioni.Sarebbe stato un vero spettacolo, osservare dal "belvedere" i giovani, che con le candele accese, salivano a piedi da San Giovanni. Purtroppo un susseguirsi di temporali ha costretto i "pellegrini" ad arrivarci in automobile.
Prima delle 21:00, la chiesa di San Pietro era stracolma di giovani, tutti vestiti in maniera strampalata (agli occhi di noi "matusa"), ma così "meravigliosamente vivi" che contagiavano anche chi giovane non lo era più.Per quell'occasione, non avevo portato con me il mio "studio di registrazione portatile", ma avevo nel borsello le mie inseparabili fotocamera e videocamera. Visto che il sistema audio non era molto buono, almeno dalla mia postazione, ho deciso di riprendere solo la parte musicale, il che mi ha permesso di realizzare una videocassetta di mezz'ora esatta. Le immagini catturate durante "la cerimonia" o spettacolo che dir si voglia, hanno occupato lo spazio di una "memory card" di 32 Mb (70 foto a 1600x1200 pixel), senza la necessità di utilizzare le mie due schede di riserva.
Don Gianni Arduini (l'animatore di Meetingiovani), don Dino Pezzetta e Rita Borsellino.Non è il caso di soffermarmi a descrivere la prima parte di quell'incontro, con gli interventi di don Gianni Arduini, di Rita Borsellino (sorella dell'eroico Magistrato) e di don Dino Pezzetta… sicuramente altri lo faranno meglio di me, ma voglio descrivere la parte finale, che mi ha toccato profondamente. Prima però vorrei segnalare il simpatico intervento del gruppo di pentecostali del Ghana, che ha eseguito alcuni canti di preghiera nella loro lingua.
Il gruppo di pentecostali ghanesiVerso la fine della "veglia", le luci della chiesa si sono spente, tranne l'illuminazione proveniente dall'abside. Nello spiazzo davanti alle due file di banchi della navata centrale, si erano sistemate due coppie di giovani; le ragazze vicino alle due file di banchi ed i ragazzi spostati di due metri più in là verso il coro. Nello stesso tempo, un'altra coppia (di cui faceva parte la straordinaria Paola Braida, che come se manovrasse dei fili invisibili, dirigeva tutto lo spettacolo), si era portata nella penombra lungo il corridoio centrale. Era uno spettacolo emozionante osservare questi ragazzi, immobili e con gli occhi chiusi.
Proprio mentre ero intento a fotografare i due ragazzi lungo il corridoio, è successo il fatto più importate… girandomi, mi sono trovato davanti a due coppie immobili, strettamente avvinghiate in un grande abbraccio. Questo spettacolo, se pur insolito per il luogo dove si svolgeva, non avrebbe avuto niente di straordinario se non fosse perché… la ragazza era abbracciata all'altra ragazza ed il ragazzo era abbracciato all'altro ragazzo…! Anche la coppia "normale" lungo il corridoio, era immobile con gli occhi chiusi e strettamente abbracciata. Devo dire che ero così emozionato, che non saprei se quegli interminabili minuti fossero trascorsi nel più assoluto silenzio, fossero accompagnati da preghiere, o da suoni al massimo dei decibel sopportabili dall'orecchio umano… Per fortuna per alcuni attimi sono riuscito ad "estraniarmi" ed immortalare quelle indimenticabili scene.
Le tre coppie abbracciate...
Quando tutte le luci si sono riaccese e l'abbraccio di quelle coppie si è sciolto, è successa una cosa incredibile; tutti i giovani… abbracciavano e baciavano tutti…
Perfino a me è capitato di trovarmi energicamente stretto tra le braccia di una ragazza che durante tutta la cerimonia era seduta, quasi per terra, davanti al mio banco. Ma anche altre persone mi hanno calorosamente abbracciato, stretto la mano e dato pacche sulla spalla… Insomma, momenti di indescrivibile gioia… per tutti!
Grandi abbracci per tutti...Don Dino, dopo aver ricevuto l'assalto da parte di ragazze e ragazzi, ha rivolto l'attenzione verso la navata e con la coda dell'occhio ho visto che stava scendendo verso di me. Mentre facevo finta di guardare in altra direzione, mi sono ritrovato stretto dal suo forte abbraccio, che ha innescato l'applauso da parte del pubblico.
La chiusura della VegliaIl "trambusto" è durato parecchi minuti, durante i quali mi sono portato davanti alla fila di banchi opposta alla mia, dove avevo notato una ragazza su una carrozzella. Mi sono avvicinato, e mentre gli stringevo la mano, ho "captato" ed immortalato nella mia memoria il suo dolce sorriso. Mentre chinato su di lei la baciavo, ho sentito che qualcuno applaudiva ed ascoltato alcuni commossi commenti.
La cerimonia era ormai terminata, ma gli scambi di baci ed abbracci proseguiva anche mentre la gente si incamminava verso il portale aperto della chiesa, dal quale si vedevano i bagliori dei lampi e si sentiva lo scrosciare della pioggia che cadeva…
Dalla postazione dove mi trovavo, prima di lasciare la chiesa ho fatto due o tre tappe, sostando appoggiato ai banchi ad osservare il lento defluire di tutte quelle persone, per catturare ed immagazzinare nella mia memoria l'atmosfera di quella meravigliosa serata.
Eppure, mentre scendevo verso Oleis, se i tergicristalli riuscivano a tener puliti i vetri della mia vettura, non potevano intervenire sulle lacrime che inondavano le mie pupille… forse era gioia... o forse tristezza…
San Giovanni al Natisone, 9 Luglio 2000
Con il bel ricordo della serata precedente, Domenica mattina mi sono alzato con la ferma intenzione di non lasciarmi perdere il finale del Meetingiovani, che si concludeva a San Giovanni con una Messa. Prima delle 10, avevo già parcheggiato a pochi metri dall’entrata della Parrocchiale, stupendomi di non vedere nessun manifesto, cartello, striscione o altro, tutti segnali che di solito abbondano nelle manifestazioni giovanili. Mi seccava il pensiero che la manifestazione si svolgesse in altra sede, ma visto che c’ero, ho approfittato per entrare in chiesa e fotografare tutto quello che mi sembrava valesse la pena… e di scatti ne ho effettuati parecchi!
Mi sono stupito ad osservare le limitate dimensioni di quel tempio, non di certo proporzionato all’importanza di quel grosso Centro. Probabilmente, quando è stata costruita la chiesa "San Zuan di Manzàn" come veniva chiamato dai miei nonni, era solo un piccolo centro rurale sfiorato dalla strada ferrata, una tappa importante per mia nonna, che si recava spesso per chiedere l’elemosina, sicura che in quelle case di contadini un pugno di farina lo rimediava sempre.
Apro una piccola parentesi che non ha nulla a che fare con il Meetingiovani, per spiegare che per un anno circa, con la mia famiglia ho abitato a San Giovanni al Natisone. Non ricordo esattamente l’anno, ma so di certo che era il periodo in cui l’Udinese è stata clamorosamente retrocessa… A quel tempo facevo il sarto ed ogni mattina prendevo il treno per recarmi nella sartoria che mio fratello gestiva a Cormons. Provo una grande stretta al cuore ricordare che a quell’età ero molto "complessato" per i problemi legati al mio aspetto, tanto che non uscivo mai di casa senza indossare una giacca anche in piena estate, nel vano tentativo di nascondere le imperfezioni che devastavano il mio corpo. Solo da qualche anno ho cominciato a liberarmi da questa pesante "cappa" che mi opprimeva, ed il merito è soprattutto delle meravigliose persone che ho avuto la fortuna di incontrare. Purtroppo, certi spiacevoli episodi possono ancora provocarmi delle dolorose "ricadute"…
Visto che le 10:30 erano ormai passate e le campane non emettevano alcun rintocco, ho capito che era giunto il momento di chiedere informazioni e proprio in quel momento è arrivato in bicicletta un signore (credo fosse il sagrestano), il quale mi ha dato le giuste indicazioni. La Messa sarebbe stata celebrata alle 12:00 nella palestra Comunale. Infatti, il percorso dal Municipio fino alla palestra, era chiaramente indicato con cartelli e striscioni. Anche se in posizione non molto regolare, sono riuscito a trovare un "buco" ed ho parcheggiato la mia automobile poco distante all’entrata della palestra. Mentre stavo osservando quale fosse la strada più breve per arrivare all’interno, ho notato che la stessa ragazza che avevo conosciuto la sera prima, sostava sulla sua carrozzella in compagnia di atre due o tre ragazze, davanti a dei tavolini dove erano esposte delle magliette ricordo. Mi sono avvicinato alla ragazza, della quale non conosco il nome, e le ho consegnato la videocassetta registrata la sera prima. Dopo essersi riavuta dalla sorpresa, mi ha ringraziato con un dolce sorriso. Cinque minuti più tardi ero seduto all’interno della palestra, per effettuare una tappa di controllo, e decidere la postazione più adatta alle mie riprese. Mi sono bastati pochi secondi per individuare un parapetto di circa 2 metri sopra una galleria (credo conducesse ai servizi), sulla gradinata di sinistra. Come avevo previsto, da quella postazione la visuale spaziava su tutto il grande salone ed il parapetto era l’ideale per appoggiarmi e tenere ben ferme le apparecchiature durante le riprese foto e video.
Prima di aprire il borsello e fare qualche prova, sono rimasto ad ascoltare gli interventi dei numerosi operatori di volontariato, laici e religiosi, che introdotti da don Arduino, raccontavano le loro esperienze nei paesi dove avevano vissuto a contatto con la fame e la sofferenza. Non erano ancora passate le 11:00 e mentre al microfono continuavano ad alternarsi i vari "testimoni" (ai quali seguivano grandi applausi), la palestra cominciava a riempirsi di persone, che prendevano posto sulle gradinate o sulle sedie poste nel grande spiazzo centrale.
Da quella postazione, avevo una stupenda visione e tra uno scatto e l’altro, mi soffermavo ad ammirare tutti quei bravi giovani che muovendosi in varie direzioni sembravano formiche e con ammirazione pensavo a chi li guidava in questa gioiosa festa per tutti. Mi chiedevo anche perché finora non avessi mai partecipato a simili manifestazioni, oltretutto, in quell’ambiente mi sentivo perfettamente a mio agio.
Dalle 11 in poi, i giovani si sono dati da fare per preparare il salone, sgombrando una vasta area occupata da "composizioni", messe insieme con gli oggetti più disparati, e riempiendo l’area liberata con le sedie che erano accatastate ai lati della pista. A mezzogiorno in punto, l’altare era già stato allestito ed una decina di Sacerdoti erano pronti per concelebrare la Santa Messa.
Avevo già deciso che oltre alle foto, avrei ripreso con la telecamera solamente i canti del coro con accompagnamento strumentale, anche se non prevedevo grandi risultati, dato che erano piazzati nel lato opposto al mio. Devo riconoscere comunque che l’audio era molto ben distribuito, sia per la sezione musicale sia per la sezione parlata e recitata. Ho avuto modo così di effettuare 5 o 6 riprese video con dissolvenza automatica, intervallate da qualche click della mia digitale, notando che stranamente i lampi del flash non erano preceduti dai soliti lampeggi che attenuano il fenomeno degli "occhi rossi". Credevo fosse dovuto al fatto che la sala era già sufficientemente illuminata, ma solo l’indomani sera ho scoperto che la fotocamera era nuovamente in avaria.
La celebrazione dell’Eucaristia, come "modernamente" viene definita la Santa Messa, proseguiva regolarmente fino a giungere al momento in cui il celebrante pronunzia la frase:
…Scambiamoci un segno di pace…!
Io già mi ero preparato rendendo libera la mano destra e tenendo ben stretta la telecamera con la mano sinistra. Sono rimasto immobile per alcuni istanti, poi guardando a destra e a sinistra, osservavo che tutti erano indaffarati a scambiarsi strette di mano… Sono rimasto ancora immobile come pietrificato per alcuni interminabili secondi, finché mi sono reso conto che la fase degli "scambi di segni di pace" si era conclusa. Un freddo sudore aveva coperto la mia pelle ed il mio cuore era pervaso da un'immensa tristezza. Con calma e lucidità ho riposto ad una ad una le mie apparecchiature nel borsello, rinchiudendolo accuratamente ed attendendo che le scalinate si liberassero dalle persone che si recavano a ricevere la Comunione. Un signore che era seduto due scalinate più in alto recandosi a ricevere la Particola, passandomi vicino mi ha fissato profondamente negli occhi, come per "trasmettermi" qualche cosa… forse aveva seguito la scena ed aveva capito cosa provavo in quel momento.
Quando tutta la gente che mi circondava aveva ripreso il proprio posto, (dopo avere accolto Gesù nel proprio cuore), non ho resistito oltre… Abbassandomi per sussurrare tutto il mio rammarico all’orecchio di una giovane seduta su uno scalino, ho disceso la rampa, accorgendomi che le ginocchia cedevano, forse per l’insolita altezza degli scalini o forse per il morale che era a pezzi. Percorrendo la palestra per metà della sua lunghezza, sentivo su di me gli sguardi di tutte le persone che lì vi sostavano, ma non riuscivo a distinguere i loro volti. Le lacrime agli occhi mi consentivano a malapena di intravedere l’uscita, mentre dentro di me… rabbiosamente imprecavo…
Uscito dalla palestra, ho sostato per circa mezz’ora appoggiato alla mia vettura. Osservavo l’incredibile blu del cielo percorso da nuvoloni increspati e rabbiosi come l’animo mio. Ascoltavo i canti finali e gli applausi festosi di tutta quella gente, persone che a volte sono capaci di gesti di grande generosità e solidarietà, ma purtroppo spesso "non vedono" chi gli sta vicino. Il semplice gesto di una stretta di mano, in certi casi può essere il modo migliore per... ringraziare Il Creatore di non essere "diversi"…