Chi arriva per la prima volta in Abbazia, generalmente non
riesce a trattenere il suo stupore e spontaneamente esce in
espressioni di ammirazione e di sorpresa per l'ambiente, il
panorama, l'insieme del complesso abbaziale.
In realtà per la nostra zona è una vera fortuna avere a portata
di mano questo 'luogo privilegiato'. Per chi desidera pregare e
contemplare, per chi desidera confrontarsi o consigliarsi con
una persona amica è sempre a disposizione questo ambiente
raccolto, armonioso, rilassante.
Tutti i giorni dalle 9.00
alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00, tutti i giorni dell'anno,
Chiesa e Abbazia sono aperte a chi vuol trascorrere qualche ora
in pace nella semplicità e nel silenzio tra quelle antiche mura
cariche di storia.
Ogni
domenica, alle
ore 18.00 si
celebra la Messa che è
sempre sostenuta dal canto. Riguardo al canto liturgico in
particolare, è stato formato un
piccolo gruppo corale di sostegno, per aiutare l'assemblea
nel canto e nella partecipazione alla liturgia.
La
corale “Schola Cantorum” sostiene con costanza e competenza le
celebrazioni domenicali e festive che si svolgono nell’Abbazia
di Rosazzo, proponendo i brani ed accompagnandoli nella
formazione classica delle quattro voci miste.
La sua attività vuole
essere la testimonianza di un impegno non soltanto musicale, ma
anche pastorale, ecclesiale, sociale e di crescita culturale.
Siamo aperti al
contributo di tutte le persone che, con sacrificio del proprio
tempo libero, desiderino partecipare all’iniziativa.
Avvicinati al “Maestro –
organista” prima od al termine delle celebrazioni liturgiche in
Abbazia, oppure telefona al n. 0432.759441 e chiedi di Roberto.
Saremo lieti di darti tutte le informazioni o delucidazioni che
vorrai chiederci.
TI
ASPETTIAMO! |
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L’Abbazia di Rosazzo in
Comune di Manzano (Ud)
Secondo la leggenda venne fondata nel IX secolo da un eremita che
aveva costruito la prima cella. Da una frammentaria documentazione
sappiamo che il monastero venne abitato da monaci agostiniani, che
vennero poi sostituiti dai benedettini. Ufficialmente il monastero
venne fondato nel 1090 dal patriarca Ulrico I Eppenstein.
Durante i secoli
l’abbazia accumulò molti beni, frutto delle frequenti e ricche
donazioni, fino a raggiungere il massimo splendore nel XIII
secolo. Il titolo abbaziale era divenuto una carica molto
importante, pari a quella del Vescovo per potenza e prestigio; i
suoi possedimenti erano protetti direttamente dalla Santa Sede.
Alle dipendenze dell’abate esisteva un Ufficiale Laico che era
investito di piena giurisdizione nei possedimenti dell’abbazia.
Una parte dell’abbazia fu adibita a prigione. Rosazzo forniva
milizie all’esercito patriarcale e il numero di armati crebbe nei
secoli a dimostrazione del parallelo aumento delle rendite e della
conseguente disponibilità economica. Venne seriamente danneggiata
dagli incendi del 1323 e del 1344, ma i danni furono prontamente
riparati.
Nei secoli successivi
l’abbazia fu fortificata per prevenire gli attacchi di tutti
coloro (ed erano molti) che volevano il suo possesso fra cui
ricordiamo Cividale, Udine, i Conti di Gorizia e il Duca
d’Austria. Non si contano gli intrighi, gli intrallazzi, i
maneggi, i tradimenti, i cavilli giuridici che contornano gli
assedi e i colpi di mano. Si registrano anche episodi piuttosto
feroci: ricordiamo l’assedio degli Ungari al comando di un
generale tedesco, i quali tagliarono la mano destra agli assediati
sconfitti. Nemmeno la conquista veneta mutò questa situazione. Fra
coloro che tentarono di mettere le mani su Rosazzo si annoverano
personaggi di ogni specie come avventurieri locali e stranieri,
vescovi e cardinali, capitani di ventura e signorotti vari del
Friuli e del Carso.
Il 10 dicembre 1508,
durante la guerra seguita alla Lega di Cambrai, le truppe
imperiali, francesi e papali si scagliarono sull’abbazia, ormai
definitivamente trasformata in fortezza e presidiata dalle truppe
veneziane. La fortezza non resse l’urto e venne completamente
bruciata, la guarnigione massacrata (i benedettini avevano
lasciato il monastero da un secolo, precisamente dal 1423). Per
interessamento del papa Clemente VII, ma soprattutto di Gian
Matteo Giberti vescovo di Verona e abate commendatario, l’abbazia
fu restaurata. I lavori terminarono nel 1533.
La storia successiva non
ha notizie di rilievo, in ambito civile; ecclesiasticamente, dopo
la soppressione, nel 1751, del Patriarcato di Aquileia, l’abbazia
fu assegnata in commenda perpetua agli arcivescovi di Udine e
Gorizia; per la rinuncia di quest’ultimo, all’arcivescovo di Udine
restò il beneficio con il titolo di abate e marchese di Rosazzo.
Nel 1823 un edificio dell’abbazia fu adattato a residenza estiva
degli Arcivescovi. Attualmente è in custodia a un Vicario. Nulla
si sa degli edifici monastici antichi. Oggi ci rimangono lo
splendido chiostro cinquecentesco, la torre (forse l’unica
superstite di altre), la Chiesa di San Pietro che nella forma
attuale è in parte dovuta all’architetto cividalese Venceslao
Bojani (che usò parecchio materiale degli edifici precedenti) e il
monastero che fu ristrutturato nell’Ottocento.
In loco esiste l’azienda
agricola “Abbazia di Rosazzo” che produce una serie di splendidi
vini Doc. Il “vino del Monastero” ha sempre goduto molta
notorietà; la lista delle vivande servite il 6 giugno 1409 dal
Comune di Cividale in onore di Papa Gregorio II comprendeva, tra
gli altri vini, la Ribolla dell’Abbazia.