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Belvedere di Aquileia (UD), 19 Gennaio 2014



 CAMPANE

Santa Messa e benedizione degli animali
nella ricorrenza di Sant'Antonio Abate... ovvero "Sant'Antoni dal purcit"



Noi canteremo gloria a Te, Padre che dai la vita,
Dio d'immensa carità, Trinità infinita.
Tutto il creato vive in Te, segno della tua gloria;
tutta la storia ti darà: onore e vittoria.



 ESTRATTO DALL'OMELIA


...immagini dal fondo...



 CANTO ALL'OFFERTORIO


...il solito flash lungo la navata dopo la Comunione...



 BENEDIZIONE


...la cerimonia in chiesa è terminata con una preghiera davanti alla stata di "Sant'Antoni dal purcit",
prima di uscire all'aperto e restare a bocca aperta per la sorpresa...

          A Belvedere,  benedizione degli animali assieme a Boscat - Si svolgerà domenica, dopo la celebrazione della messa delle 9.30 nella chiesa di Belvedere di Aquileia, quella che è ormai considerata la benedizione degli animali della Bassa friulana, organizzata annualmente dalla comunità di Belvedere anche con l’intervento dei residenti della frazione agricola gradese di Boscat che fanno riferimento alla medesima chiesa.
          Per l’occasione, le comunità di Belvedere e Boscat organizzeranno un particolare carro con tanti animali da cortile, com’è noto, molto preziosi per il mondo contadino. L’iniziativa si svolge a Belvedere anche perché la chiesa è dedicata al culto di Sant’Antonio Abate considerato protettore degli animali domestici, tanto da essere solitamente raffigurato con accanto un maiale che reca al collo una campanella. Nella chiesa di Belvedere ci sono una pala del Guardi e una statua in pietra che rappresentano il santo. La tradizione deriva dal fatto che l’ordine degli Antoniani aveva ottenuto il permesso di allevare maiali all’interno dei centri abitati, poiché il grasso di questi animali veniva usato per ungere gli ammalati colpiti dal fuoco di Sant’Antonio. I maiali erano nutriti a spese della comunità e circolavano liberamente nel paese con al collo una campanella. Secondo una leggenda del Veneto, la notte del 17 gennaio gli animali acquisivano la facoltà di parlare. I contadini si tenevano lontani dalle stalle, perché udire gli animali conversare era segno di cattivo auspicio. L’invito è esteso a tutti gli amanti degli animali, compresi i bambini. (a.b. Il Piccolo del 16 gennaio 2014)

...la sorpresa è consistita nel fatto che uscendo sul sagrato mi sono trovato lo spazio erboso alla base del terrapieno su cui è collocata la chiesa, pieno di gente accompagnata dai loro piccoli amici a due a quattro zampe e di strutture su cui erano collocate gabbie e gabbiette con animali di tutti i tipi, come si può osservare dalle sequenza di immagini... Non ho trovato il tempo di riprendere la scena dall'alto, perchè sentivo che erano già in corso le preghiere per il rito di benedizione...


...dopo alcune preghiere dedicate al Santo...


...il sacerdote ha benedetto gli animali... e gli uomini...
...con grande gioia sia degli uni che degli altri... bambini e adulti compresi...


...la festa è continuata con un allegro convivio in compagnia...


...un colpo di claxon di saluto e via di corsa verso il mare...

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Appunti di viaggio del 19 Gennaio 2014

          Partito da via Pasubio di Leproso verso le 07.30 accompagnato da una leggera pioggerellina, arrivato sulle alture di Rosazzo il cielo tendeva a schiarirsi pur rimanendo completamente coperto da un'uniforme strato di nuvole. Avevo deviato in via dei Ronchi per caricare l'amica Nicoletta, che si era offerta di accompagnarmi alla Messa di quella Domenica 19 Gennaio, che oltretutto era anche il giorno del suo compleanno... Altre volte Nicoletta si era offerta di accompagnarmi nelle trasferte domenicali, e qualche volta lo ha anche fatto, ma il più delle volte alle sue disponibilità ho fatto "orecchio da mercante" per essere più libero nelle mie azioni, ma sopratutto per il timore di condizionare chi mi è accanto con le esigenze e le limitazioni dovute alle mie disabilità... Ma questa volta non potevo certo rifiutare la sua compagnia e, dopo la Messa, esimermi dall'offrirle un pranzo per la sua festa nella vicina Grado (località che lei conosce molto bene), affidando perciò a lei la scelta del ristorante più adatto tenendo conto delle mie disabilità.
          Giunti nell'antica borgata di Belvedere una decina di minuti prima delle 09.00, dopo un giro intorno alla collinetta dove sorge la chiesa, abbiamo parcheggiato l'auto davanti ad un grande caseggiato apparentemente disabitato e dove tutto intorno non si vedeva anima viva, tanto da avere qualche dubbio di aver sbagliato data o località. Un anziano signore sopraggiunto più tardi ha dato conferma sull'orario della Messa e della cerimonia e seguente, trovando poi ulteriore conferma dal suono delle campane che mi ha colto parzialmente impreparato e troppo distante dal campanile. Ho atteso la seconda suonata (con una sola campana) per aggiungerla alla prima registrazione e mettere insieme una “compilation” decente per mettere in rete. Sono entrando quindi in chiesa in attesa della Messa, iniziata poi puntualmente alle 09.30 con la presenza di quattro gatti... Quando però al momento dell’omelia mi sono trasferito in fondo alla chiesa, mi sono accorto la navata si era completamente riempita, come si vede anche nella foto che io sistematicamente riprendo dal presbiterio dopo la Comunione. Altri dettagli sulla cerimonia eucaristica sono riportati nei commenti alle foto del servizio, ribadendo ancora una volta la piacevole sorpresa all’uscita della chiesa, di assistere alla numerosa partecipazione di fedeli all’antica tradizionale benedizione degli animali nella ricorrenza di “Sant’Antoni dal purcit”…
          Se avesse dipeso da me, avrei accettato l’invito degli organizzatori che ci invitavano al posto di ristoro, dove era stato allestito un banchetto ben fornito di bevande fredde e calde, come vin-brulè, cioccolata ed altro, accompagnate da frittelle e stuzzichini vari. Ma come succede spesso con le donne, la mia accompagnatrice mi ha sussurrato all’orecchio la necessità di appartarsi … “per incipriarsi il naso”, e non essendo a portata di mano locali con servizi, era giunto il momenti ad abbandonare la compagnia. Abbiamo salutato la gente festante con un colpo di claxon, che a ricambiato con sorrisi e gesti di simpatia, imboccand
o a tutta velocità la strada che scorre in mezzo alla laguna (sempre affascinante anche se avvolta dalla  foschia), per arrivare all’Isola del Sole… in quel preciso momento senza sole.
          Le indicazioni della navigatrice che mi sedeva accanto mi hanno guidato nel centro storico della cittadina, (a quattro passi dalla Basilica di Santa Eufemia), dove in Via Galilei ho potuto parcheggiare proprio davanti al bar "Enoteca da Pino", un ambiente accessibilissimo anche per me e dove abbiamo potuto rifocillarci con una buona tazza di caffè. Cedendo alle insistenze di Nicoletta che mi assicurava trattarsi di "quattro passi", ho accettato di accompagnarla fino alla spiaggia per vedere il mare, ma prima di iniziare il tragitto ho estratto dal bagagliaio il mio deambulatore, ed insieme ci siamo incamminati (lei davanti e io dietro), verso l'entrata al lungomare.
          Nel vialetto che costeggia la spiaggia non ci siamo intrattenuti più di una mezz'oretta, ma anche se non vicinissimi al mare si ascoltava molto bene il rabbioso rumore delle onde che si infrangevano sulla battigia e  che davano il senso della potenza della natura. Il fastidioso controluce del pallido sole riflesso dalle onde marine, impediva qualsiasi tentativo di riprenderlo sia con la reflex sia con il tablet, per cui mi sono limitato a qualche scatto, così... tanto per avere un ricordo di un bel momento della mia vita... Durante quella breve camminata, osservavo la mia amica che non riusciva a contenere la gioia alla vista del mare e di essere li in quel momento... in mia compagnia... Conoscendo molto bene Nicoletta, non mi ha sfiorato nemmeno per un momento il sospetto che si mostrasse felice e contenta solo per compiacermi... Così parlando del più e del meno ci siamo lentamente riavviati verso l'enoteca... per il pranzo.
         Con  Nicoletta che mi faceva da "apri-pista" e l'ausilio del deambulatore sono rientrato nella "Enoteca da Pino", un locale che si sviluppa in una lunga forma di "L", intervallato da tre o quattro ampi spazi occupati da tavoli per i clienti, con tutte le pareti completamente tappezzate da fotografie fissate con puntine da disegno. Ci siamo seduti in un angolo e dal ben fornito menù disponibile abbiamo ordinato: due piatti di risotto (buonissimo); un quartin di nero; un'acqua minerale. Più tardi abbiamo ripercorso una splendida laguna illuminata dal sole, felici e contenti... almeno per quanto mi riguarda...
          Nicoletta ricorderà sicuramente per tutta la vita il pranzo di compleanno 2014, costato la favolosa somma di € 7,00.