Cenni storici sulla costruzione della nuova chiesa di
Villanova
(di Franco Cristin )
Queste note sono tratte dal Libro Storico di Villanova nel
quale si sono potuti attingere i momenti e le date per una
ricostruzione fedele di come un paese, in momenti di
difficoltà economiche, abbia potuto erigere, grazie alla
fede, una nuova Chiesa nei primissimi anni trenta del XX
secolo. E’ noto che esisteva nel nostro Paese un’antica
Chiesa, circondata dal camposanto e situata nell’area
dell’attuale giardino-parco adiacente a Via Ponte Orlando.
Nel 1866 il cimitero fu dismesso e sostituito da quello
attuale; la vecchia Chiesa fu demolita, poiché
pericolante,
nei primi mesi del 1970. Dedicata a S. Floriano martire la
chiesa, di stile toscano, era stata costruita prima del 1460
se l’incisione di tale data in una pietra della stessa
rappresentava quella della dedicazione. L’edificio era
composto di una navata con colonna in cotto, il coro con un
unico altare di marmo e con una Pala rappresentante la
Vergine seduta con il bambino in braccio, ai due lati San
Michele Arcangelo e San Floriano; il retro coro serviva da
Sacrestia. La superficie utile era di mq. 32 il numero delle
anime di allora era di circa 550. Il pessimo stato in cui si
trovava quella Chiesa, le dimensioni ridotte della stessa,
il fatto che la superficie del terreno che la circondava non
era sufficiente a contenere una costruzione più grande, pur
pensando ad un eventuale abbattimento o inglobazione della
Chiesa esistente, spinse la popolazione ad individuate
un’altra area più adatta ad erigere la nuova Chiesa.
Storia della nuova chiesa
- Prese corpo l’idea di costruire una nuova Chiesa adatta ad
una comunità che si andava sempre piu’ ingrandendo.
L’accordo fra i paesani venne successivamente raggiunto
nell’individuazione del terreno situato tra la strada per
Porto Nogaro e la Via Famula, terreno prospiciente alla casa
canonica di allora. Nel contempo furono superate anche
alcune difficoltà logistiche e le limitazioni a suo tempo
imposte dall’arcidiocesi di Udine. Va precisato infatti, che
nei primi decenni del 1900, a Villanova si poteva celebrare
soltanto una “Messa letta” al mattino delle feste; tutte le
altre funzioni erano proibite. Questo per obbligare la
popolazione a presenziare le funzioni nella chiesa di S.
Giorgio e devolvere il quartese alla parrocchia di S.
Giorgio. Nel
1919, il giorno in cui a Villanova si ottenne di potere
impartire il battesimo ai neonati, di cantare Vespero e
officiare le altre funzioni, il cappellano di allora Don
Giovanni Zannier non esitò ad avviare le prime concrete
iniziative. In un’adunanza della popolazione lo stesso
cappellano propose di iniziare una raccolta di offerte per
la costruzione della nuova Chiesa. La raccolta avviata nel
1919 e conclusasi nel 1924 non fu proficua; furono raccolte
soltanto duemila lire. L’insuccesso ed altre difficoltà
emerse spinsero il cappellano a desistere dall’impresa.
Nell’ottobre del 1924 fu inviato a Villanova don Francesco
Gomboso, religioso amabile e pio, dotato di buone qualità
relazionali. Il neo cappellano riaccese nell’animo dei
paesani il sentimento e le brame di una nuova Chiesa. In
varie adunanze li persuase ad impegnarsi tutti al fine di
raccogliere una determinata somma entro il 1925. Le buone
qualità di don Gomboso gli permisero di affrontare e vincere
tutte le difficoltà che si presentarono, e di non
raccogliere le offese che gli venivano fatte da chi era
contrario all’iniziativa. L’impegno dimostrato lo gratificò
al punto tale che, in un anno, le offerte raccolte furono di
lire 20.228,90. La dedizione di don Gomboso alla comunità di
Villanova terminò il 3 luglio 1927 quando fu destinato
parroco a Castions delle Mura; intanto le offerte erano
ascese a lire 30543,75, tolte le spese, rimase la somma di
lire 28743,75. Dobbiamo un grazie di cuore a don Francesco
Gomboso se oggi ci troviamo uniti in questa chiesa,
probabilmente con la sua fede ha saputo infondere fiducia
nei paesani dando una forte spinta al progetto. Il suo
insegnamento può essere preso ad esempio anche ai giorni
nostri. Successivamente e per due anni, fino al novembre del
1929, la comunità venne affidata alla guida di don Luigi
Pacchiani, nello stesso periodo il capitale raccolto
arrivò a lire 35347,35. Dal novembre 1929 al 31 agosto del
1930 la divina provvidenza fece mancare un pastore alla
nostra comunità: forse fu un atto di stimolo e di prova,
poiché nonostante mancasse il parroco e grazie a
insegnamenti dei parroci precedenti, lo spirito del paese
non si spense e con l’interessamento di Cristin Giorgio il
paese continuò nella raccolta di offerte al punto di fare
arrivare il capitale a 36597,20 lire. Il 1° settembre 1930
arrivò a Villanova don Arturo Zanini, il quale dopo la
funzione vespertina dell’otto settembre, chiamò a raduno i
capi-famiglia del paese nella vecchia Chiesa. Gran parte vi
aderirono e in quella occasione ricordò a tutti del pericolo
e dell’insufficienza che la vecchia Chiesa presentava.
Nonostante le difficoltà economiche li convinse a gettare le
fondamenta della nuova chiesa confidando nella Divina
Provvidenza. Il primo obiettivo che ci si prefiggeva era
quello di portare la nuova Chiesa al coperto, per poterla
benedire e officiare. Per non intaccare il capitale fino ad
allora raccolto chiese un’ulteriore offerta che fruttò lire
4200.
La
costruzione del fabbricato - Il giorno 10 settembre
1930, previo preghiera di aiuto al Signore, con
l’intercessione della Beata Vergine del Rosario, si diede
inizio alla tracciatura delle fondazioni sul terreno. Queste
operazioni furono affidate alla direzione dell’ing. Pez e si
protrarrono per quattro giorni. I lavori veri e propri
ebbero inizio il 15 settembre. Lo scavo delle fondamenta fu
condotto per una profondità di m. 0,90 per i muri
perimetrali e di m. 1,15 per i punti di maggiore impegno
portante dei pilastri. Ma la Provvidenza aveva già palesato
il suo benefico intervento. Lavori in corso per la
costruzione della nuova chiesa di San Floriano. Esisteva nel
paese un’imponente manufatto militare: una trincea, residuo
della grande guerra che correva dal fiume Corno alla statale
14. Le fondazioni della chiesa furono riempite di
calcestruzzo e di blocchi di cemento ricavati dalla vicina,
ma ormai inutile trincea. Nell’ala della Chiesa a
nord-ovest, dove esistevano dubbi sulla solidità, furono
calati 11 grossi pali di legno legati con spranghe di ferro,
come con altrettante altre spranghe di ferro furono armati i
pilastri della navata della Chiesa. Le fondazioni furono
portate fino a m. 0,80 dal suolo consumando 310 quintali di
cemento e 124 metri cubi di ghiaia senza contare i blocchi
di cemento armato tolti dalle trincee. Grazie all’impegno
della popolazione per la prestazione gratuita di manodopera
e dei trasporti l’impegno di spesa fu di lire 7500 anziché
di lire 25000 come era stato preventivato dal progettista.
Ormai la nuova Chiesa era nata e la gioia della gente si
vedeva trionfare nei volti.
Il 25 gennaio 1931 i
capi-famiglia nominarono un comitato di sei persone così
composto: Dell’Ominut Pietro fu Antonio; Bertoli Giacomo di
Angelo; Pines Francesco di Domenico; Pines Demetrio di
Gio-Batta; Cristin Giorgio fu Antonio; Cristin Pietro fu
Domenico. Sotto la guida di don Zannier, il compito del
comitato era quello di studiare in quale modo si potevano
provvedere i mezzi e le risorse economiche che avrebbero
consentito la costruzione del grezzo fino alla copertura.
Benedizione della nuova chiesa celebrata il 23 aprile 1932
da S.E. Mons. Giuseppe Nogara. Si deliberò di istituire una
tassazione. Ogni nucleo famigliare avrebbe contribuito con
lire 15 al campo agricolo di proprietà per la durata di tre
anni successivi. Si ricordi che le risorse economiche del
momento erano
quasi esclusivamente quelle derivanti dalla coltivazione
della terra; per molti era già oneroso reperire le risorse
per la sopravvivenza. Ciò nonostante la proposta trovò
l’adesione dell’intera comunità. Non vi aderirono soltanto i
proprietari terrieri non residenti nel paese. I lavori in
economia furono affidati al muratore Chiabà Giuseppe di S.
Giorgio di Nogaro coadiuvato da Orsaria Giuseppe di
Villanova sotto la direzione dell’ing. Garlato di Udine. Il
giorno 6 aprile 1931, seconda Domenica di Pasqua, avvenne la
benedizione della prima pietra. S. E. Mons. Nogara
Arcivescovo di Udine delegò per questa cerimonia il Parroco
di S. Giorgio di Nogaro e il Vicario Foraneo Don Battista
Monai. Presenziarono tutti i parroci dei paesi vicini e le
autorità.
Alle ore 16 ebbe luogo la processione dalla
vecchia Chiesa al luogo della nuova. Tutto il paese appariva
addobbato con archi verdeggianti, fiori e bandiere a
testimoniare la gioia dell’intera comunità. Nella pietra
appositamente preparata furono incluse in un tubo di vetro
alcune monete in corso e fuori corso per un valore di lire
35 e una pergamena con scritto: “PIO XI PONT. MAX. VICTORIO
EM. REGE IT. JOSEPH NOGARA ARCH. UTIN. PRIMUM LAPIDEM POSUIT
XI KALEN. ARP. MCMXXXI AD ERIGENDUM NOVUM TEMPLUM IN HON. S.
FLORIANI ET B. M. V. ROSARII AESTU POPULI CLERIQUE ZELO
DECRETUM. COMPLEAT DOMUM DOMINI GLORIA DEI. VILLANOVAE AEDEM
DIE GESTIENTIBUS ANIMIS”, tradotto in italiano, “Mentre era
Pontefice Pio XI Vittorio Emanuele re d’Italia Giuseppe
Nogara arcivescovo di Udine il giorno 11 aprile 1931 si pose
la prima pietra per la costruzione di un nuovo tempio in
onore di S. Floriano e della Beata Vergine del Rosario
deliberato da ardente desiderio del popolo e dallo zelo del
clero, completi la casa del Signore la gloria di Dio insieme
alla gioia di tutti gli animi”. Fu sottoscritta dai
sacerdoti autorità e alcuni cittadini di Villanova. Il 22
aprile 1931 dopo la S. Messa cantata iniziarono i lavori
dello zoccolo utilizzando per la sua costruzione 100 qli di
cemento e 3, 30 metri cubi di ghiaia. Il 1° maggio 1931 al
suono delle campane fu collocato il primo mattone. A questo
ne seguirono ben 260.000 per portare a termine l’opera,
assieme a 500 quintali di cemento, 200 metri cubi di ghiaia
oltre 400 di sabbia; 18.435 coppi; 600 tavelloni; 500
quintali di calce; 43 quintali di ferro; 5.000 quintali di
legname per il tetto. I muratori per mettere in opera tutti
questi materiali impiegarono ben 5.185 ore per un importo di
lire 10.370; per i manovali si spesero soltanto lire 3.862,
poiché gran parte della manualità fu prestata dalla
popolazione gratuitamente.La ditta Ietri di S. Giorgio fu
incaricata di costruire porte e finestre, il sig. Spizzo
Agostino sempre di S. Giorgio fu incaricato di costruire i
decori in finto marmo nella porta centrale. Don Francesco
Gomboso divenuto parroco a Castions Delle Mura, già
cappellano a Villanova dal 1924 al 1927, regalò due
confessionali provvisori. Nei primi mesi del 1932 furono
portati a termine anche i lavori di copertura. La Chiesa era
stata eretta: quello che solo qualche anno prima appariva un
sogno era già una realtà.
Il risultato era stato ottenuto grazie alla partecipazione
di tutti gli abitanti sorretti dalla fede, con la fiducia in
Dio, la guida del parroco, grazie ad offerte in generi e in
denaro, con prestazioni gratuite di manodopera e con
obbligazioni cambiarie di lire 45 per campo. La chiesa non
era ultimata era soltanto un grezzo, ma si potevano
celebrare le funzioni religiose. Il fabbricato sviluppava
una pianta a croce latina ad unica navata, era costruita
interamente in cotto, ma offriva agli occhi di tutti una
dolce veduta per la disposizione e le proporzioni armoniche
delle forme e dei suoi volumi.
L’odierno visitatore non
può non domandarsi come mai un’esigua comunità, in tempi di
marcate ristrettezze economiche, abbia potuto realizzare
un’opera così imponente. La benedizione della Chiesa
celebrata il 23 aprile 1932 da S.E. Mon. Giuseppe Nogara
assurse ad una grande festa ecclesiastica e paesana, con la
partecipazione di tutta la cittadinanza, del clero e delle
autorità. S. E. Mon. Arcivescovo compì il sacro Rito della
Benedizione dei muri perimetrali esterni poi entrando in
Chiesa con i fedeli benedisse l’interno. Seguì la
celebrazione della S. Messa accompagnata dal coro delle
ragazze della Scuola Professionale di San Giorgio di Nogaro.
Dopo il Vangelo S.E. Mons. Arcivescovo tenne un commovente
discorso sulla santità della casa di Dio e sui doveri dei
fedeli in proposito. Nel 1957 il “Comitato pro lavori
Chiesa “ in una visita al parroco, degente in ospedale,
espresse
l’intenzione di raffigurare il martirio di s.
Floriano. L’opera affidata sempre a Silvio Pavon doveva
essere pronta il 4 maggio ricorrenza del Santo, così in 15
giorni il lavoro fu portata a termine e il costo fu di lire
120000. Si può affermare che dal punto di vista artistico,
grazie a Silvio Pavon, in questa chiesa si trova il meglio
dell’arte aulica; il vero affresco, il vero encausto, gli
stucchi lucidi, le tempere, le finte sete, il cassettonato,
l’illusione dell’ aggetto.
Il giorno 25 novembre
1957 sotto la guida pastorale di Don Mario Moratti, con
l’intervento S.E. Mons. Arcivescovo Giuseppe Zaffonato, alla
presenza di tutta la popolazione la Chiesa, dedicata a S
Floriano martire e alla Beata vergine del Rosario, venne
solennemente consacrata. La cerimonia iniziò con la
benedizione del portone principale, seguì l’ingresso di S.E.
Mons. Arcivescovo Zaffonato, dei parroci e di tutta la
cittadinanza. La Chiesa priva di banchi si riempì subito
tanta era la gente accorsa. Fece seguito la benedizione e la
consacrazione delle croci inserite nei pilastri disposti
lungo il perimetro interno della Chiesa e nel Presbiterio, e
la consacrazione dell’Altare Maggiore.
Primi sacramenti -
Nell’anno 1932 fu somministrato, nella nuova Chiesa, il
primo battesimo al neonato Pines Claudio. I primi matrimoni
furono celebrati il 29 novembre del 1939, quello di Bertoli
Romano con Cristin Italia e quello di Cristin Ido con
Cristin Anna.
Note generali - Queste
notizie sono stata ottenute consultando i libri storici di
Villanova, ma anche dalle testimonianze orali di qualcuno
che, ora non piu’ tanto giovane, ha assistito ai vari eventi
o gli sono stati raccontati. A queste persone che hanno
saputo fissare nella loro memoria fatti e date non
documentabili, esprimiamo la nostra gratitudine.
(Grazie
ad Alessandro Aiello per l'invio di questi preziosi
documenti) |