Costa di Aviano (PN), 24 Marzo
2013
Santuario di
Santa Maria del Monte
SANTA MESSA
nel 74° Anniversario della tragedia di
Izourt
(Francia)
Celebrata da mons. Sergio
Moretto
accompagnata dal “Coro La Quercia” di Fossalta di Portogruaro (VE)
CAMPANE
Il Tempio mariano è
collocato a metà costa e domina buona parte della pianura,
da Pordenone ai paesi fra le colline fino alla zona delle
risorgive. Gli abitanti dei paesi sottostanti (Costa,
Marsure e il capoluogo Aviano), sono particolarmente legati
al Santuario della Madonna del Monte che, secondo
tradizione, è sorto nel luogo in cui la Madonna apparve al
contadino Antonio Zampara nel 1510. Il Santuario fu
consacrato nel 1615 e reso più armonioso nei primi anni del
‘900 dall’architetto Rinaldo da Venezia e consacrato nel
1926. Esternamente si caratterizza per una grande cupola
rivestita di metallo; l’interno, molto luminoso, ha un ampio
tiburio nel raccordo del quale sono collocate le quattro
statue in pietra raffiguranti gli evangelisti.
|
CANTO D'INGRESSO
PREGHIERA
...mentre mons.
Sergio Moretto ricorda la tragedia di
Izourt, faceva ingresso in
chiesa la vedova di
Gregorutti Ercole
di Cassacco (UD)
uno degli operai periti nel
disastro, la signora Emma di 102 anni, accolta con un grande
applauso...
...don Sergio ha poi dato lettura della
Passione di Gesù Cristo...
...dopo la preghiera
dei fedeli, sono stati letti ad alta voce i nomi delle 31 vittime...
...mentre i parenti o chi per loro, deponevano ai piedi dell'altare una
rosa rossa...
...fiori poi deposti sull'altare ai piedi della Madonna del Monte...
CANTO
...la solita foto lungo
le navate dopo la Comunione...
CANTO FINALE
...dopo la
benedizione e il canto finale, ha preso la parola per i
ringraziamenti Bruno Moretto Presidente
dell'Associazione Veneziani nel Mondo, una delle organizzazioni che ha preso a cuore
l'iniziativa di rendere onore alle vittime della lontana
tragedia...
...fatto che noi abbiamo
ricordato in un servizio del...
25 Ottobre
2012 - IZOURT -
Ricordata la terribile tragedia del 24 marzo 1939
PER NON DIMENTICARE LA TRAGEDIA D’IZOURT
Siamo alla fine degli anni ’30 e nei Pirenei, nella regione
francese dei Midi-Pyrénées, nella vallata compresa tra i
paesi di Vicdessos e Auzat, a ridosso del confine con il
piccolo stato d'Andorra a quota 1.645 metri si sta
costruendo una diga.
I lavori dureranno
all'incirca 3 anni, tra il 1938 e il 1940. Lavoravano 349
operai di questi: 180 erano francesi, 107 italiani, 39
spagnoli, 18 di Andorra, 2 polacchi, uno svizzero e uno
slavo.
Siamo nel mese di marzo
del 1939, ad alta quota nevicava da un paio di giorni, i
lavori di costruzione della diga erano stati sospesi perche
una tempesta di neve si stava abbattendo sulla zona
costringendo gli operai a rifugiarsi nelle baracche
costruite poco distanti dalla diga.
Alle 7,30 del mattino di
venerdì 24 marzo 1939 la bufera s’intensificò, una slavina
si staccò dalle propaggini della montagna e si abbatté sulle
baracche degli operai, travolgendone alcune.
I primi soccorsi furono
portati dagli stessi colleghi operai occupanti le altre
baracche risparmiate dalla catastrofe nonostante le
condizioni meteorologiche estreme. Con la neve fin sotto le
ascelle e con un vento fortissimo si buttarono alla ricerca
dei compagni sommersi. Alcuni furono ritrovati e scamparono
alla morte. Si scavava con ogni mezzo: la neve e il ghiaccio
costringevano i soccorritori a brevi turni di soccorso per
non rimanere a loro volta congelati. Distrutti i
collegamenti elettrici con il fondo valle, bisognerà
attendere il primo pomeriggio per l’arrivo di una trentina
di soccorritori tramite la teleferica. Le salme e i feriti
sono portati a valle.
Il 31 marzo, dopo una
solenne cerimonia funebre alla presenza di autorità locali e
del Console italiano, tutte le 31 vittime (29 italiani e 2
francesi con età compresa tra i 23 e 52 anni) furono sepolte
nel cimitero di Vicdessos. Sei mesi dopo la catastrofe
scoppiava la seconda guerra mondiale e così il dramma delle
vittime d’Izourt cadeva nell’oblio …. il silenzio.
Nel 2002 un gruppo di
amici francesi, capitanati da Jean-Pierre Ruffé, ha l’idea
di riportare alla luce questa catastrofe e di compiere il
dovere di ricordare. Si convincono che bisogna fare qualcosa
perché della tragedia dell’Izourt restano solo pochissime
tracce: una croce vicino alla diga ma che non riporta alcuna
dicitura, le tombe nel cimitero di Vicdessos sono rovinate e
abbandonate. Si costituisce l’Associazione RICORDATE e come
prima iniziativa decidono di porre una targa commemorativa,
con tutti i nomi, nel cimitero di Vicdessos e un’altra
esplicativa nella piana dell’Izourt per testimoniare e
raccontare che quella diga era stata costruita grazie al
sacrificio di tutti quegli operai.
Uno dei primi impegni
dell’Associazione è la consultazione e la raccolta dei non
molti documenti esistenti dell’epoca. Il successivo paziente
lavoro di ricerca in Italia rende possibile rintracciare e
mettersi in contatto con tutte le famiglie italiane delle
vittime. Da allora, RICORDATE è sostenuta dalla “Alliance
Franco-Italienne de Midi- Pyrénées” e dall’Associazione
Veneziani nel Mondo, i legami tra i due paesi non hanno
cessato di aumentare, di solidificarsi e soprattutto le
vittime di questa tragedia sono uscite dal dimenticatoio.
Elenco deceduti nella
catastrofe di Izourt (F) del 24 marzo 1939
BARBON Ernesto – San Biagio
di Callalta (TV)
BOUCHE Camille – Perpignan (Francia)
BRAIDA Umberto – Travesio (PN)
BULGHERONI Lorenzo – Olgiate Comasco (CO)
BUSATO Giovanni – Arsiero (VI)
CANALE Federico – Tonezza del Cimone (VI)
CAROTTA Luigi – Pedemonte (VI)
CHIAFFREDO Luciano – Monterosso Grana (CU)
DEL FABBRO Aurelio – Pagnacco (UD)
FAVRO Cesare – Meana di Susa (CU)
FERIGO Remigio – Sedico (BL)
GIAMPAOLI Giuseppe – Pagnacco (UD)
GREGORUTTI Ercole – Cassacco (UD)
LANCINI Emilio – Adro (BS)
LONGHI Ezio Pio – Pedemonte (VI)
LONGHI Guido – Pedemonte (VI)
LORANDI Samuele – Sovere (BG)
MAGNO Luciano – Monterosso Grana (CU)
MARTINI Giuseppe Carlo – Vigo di Cadore (BL)
MENARDO Giuseppe – Monterosso Grana (CU)
MONDIN Primo – Quero (BL)
PANIZ Lucindo – Santa Cristina (BL)
PASQUET Alexis – Trouy (Francia)
PEZZETTA Vincenzo – Buia (UD)
SARTORI Francesco – Pedemonte (VI)
SARTORI Pietro – San Pietro Valdastico (VI)
SARTORI Umberto – San Pietro Valdastico (VI)
SERBOSINI Settimo – Tricesimo (UD)
TASSAN CASER Vincenzo – Aviano (PN)
TEVERE Giacomo – Pellaro (RC)
ZAT Carlo - Zurigo (Svizzera) da genitori di Caneva (PN)
VEDERE ANCHE IL
SERVIZIO >>> |
...non potevano mancare
le foto ricordo...
Commemorata la tragedia di Jzourt (Francia) del 24 marzo
1939
(Claudio Petris –
Il Popolo del 31 Marzo 2013)
Settantaquattro anni dopo, per la prima volta in
Italia, sono stati ricordati con una solenne cerimonia i 29
italiani e 2 francesi che persero la vita durante la
costruzione di una diga a Jzourt, sui Pirenei Francesi. La
commemorazione si è svolta nel Santuario Madonna del Monte
di Marsure (Aviano), con una messa celebrata da monsignor
Sergio Moretto, accompagnata dal coro "La Quercia" di
Fossalta di Portogruaro e dal Coro Ana di Aviano.
La commossa ricorrenza ha rievocato la tragedia di
quel 24 marzo del 1939, quando alle 7.30 del mattino,
perirono dentro le baracche sotto una slavina che si staccò
dalla montagna, gli operai addetti alla costruzione della
diga. Oltre a veneti, lombardi, piemontesi, uno calabro e
due francesi, tra le 31 vittime vi furono anche 7 friulani e
uno svizzero da genitori friulani.
Siamo nei Pirenei, nel Cantone francese dell’Ariége,
nella vallata tra i paesi di VIcdessos e Auzat, al confine
con il piccolo Stato di Andorra. Qui la società elettrica
francese fece costruire una grande diga, ladiga di Jzourt a
quota 1646 metri, per sbarrare il percorso dell’impetuoso
Rau d’Arties. Poco più sotto le acque entravano nella grande
centrale idroelettrica di Prandières, che forniva energia
elettrica a tutta la provincia dell’Ariége fino alla città
di Tolosa. Nei cantieri lavoravano 349 operai: di questi 180
erano francesi, 107 italiani, 39 spagnoli, 18 di Andorra, 2
polacchi, uno svizzero e uno slavo.
Il 23 marzo 1939, ad alta quota nevicava da un
paio di giorni. I lavori di costruzione della diga vennero
sospesi perché una tempesta di neve si abbatté sulla zona
costringendo gli operai a rifugiarsi nelle baracche. Il
mattino seguente l’altezza della neve era già di oltre due
metri, tanto che le porte delle baracche non si aprivano,
imprigionando gli operai al loro interno. Alle 6 la bufera
si intensificò e una slavina si staccò dalle propaggini
della montagna travolgendo tre baracche sommergendole sotto
10 metri di neve e schiacciando gli operai all’interno.
Le vittime della catastrofe furono 29 italiani
(friulani e veneti), 8 di altre Regioni italiane e 2
francesi. I friulani: Umberto Braida di Travesio, Vincenzo
Tassan Caser di Aviano, Carlo Zat di Caneva in provincia di
Pordenone; Ercole Gregorutti di Cassacco, Vincenzo Pezzetta
di Buia; Settimo Serbosini di Tricesimo, Aurelio Del Fabbro
e Giuseppe Gianpaoli di Pagnacco in proviancia di Udine. I
veneti: Giovanni Busato di Arsiero, Federico Canale di
Tonezza, Luigi Carotta, Ezio Pio Longhi, Guido Longhi,
Francesco Sartori di Pedemonte, Pietro Sartori e Umberto
Sartori di San Pietro Valdastico in provincia di Vicenza;
Ernesto Barbon di San Biagio di Callalta in provincia di
Treviso; Remigio Ferigo di Sedico, Giuseppe Carlo Martini di
Vigo di Cadore, Primo Mondin di Quero, Luciano Paniz di
Santa Giustina in provincia di Belluno. I lombardi: Lorenzo
Bulgheroni di Olgiate Comasco (Como). Emilio Lancini di Adro
Brescia), Samuele Lorandi di Sovere (Bergamo). I piemontesi:
Luciano Chiaffredo, Luciano Magno, Giuseppe Menardo di
Monterosso Grana e Cesare Favro di Meana (Cuneo); Giacomo
Tevere di Pellaro (Reggio Calabria) e i francesi Camille
Bouche di Perpignan e Alexis Pasaquet di Trouy.
Il 31 marzo dopo una solenne cerimonia funebre
alla presenza di autorità locali e del console italiano, le
vittime furono sepolte nel cimitero di Vicdessos. Sei mesi
dopo la catastrofe, scoppiava la seconda guerra mondiale e
così il dramma delle vittime d’Jzourt cadeva
nell’oblio e nel silenzio. |
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Come è nostra abitudine in occasione di eventi importanti
e che crediamo valga la pena conservarne un ricordo, abbiamo
creato un CD per il nostro archivio digitale con i canti, le
preghiere e gli interventi in voce più importanti, disponibile
anche per chi ne
farà richiesta...
Costa di Aviano, 24 Marzo
2013
Santuario di
Santa Maria del Monte
SANTA MESSA
nel 74° Anniversario della tragedia di
Izourt
(Francia)
Celebrata da mons. Sergio
Moretto
accompagnata dal “Coro La Quercia” di Fossalta di Portogruaro
|
01 |
1.44 |
Campane |
02 |
0.50 |
Osanna al
Figlio di David |
03 |
2.05 |
Kyrie |
04 |
0.45 |
Preghiera |
05 |
1.55 |
Salmo
responsoriale |
06 |
2.19 |
Pensiero e
saluto di mons. Moretto |
07 |
4.33 |
Preghiere dei
fedeli e lettura dei nomi delle 31 vittime |
08 |
1.59 |
Preghiera |
09 |
2.21 |
Canto |
10 |
1.57 |
Preghiere |
11 |
1.38 |
Sanctus |
12 |
2.19 |
Padre Nostro |
13 |
1.12 |
Agnus Dei |
14 |
2.38 |
Canto alla
Comunione 1 |
15 |
2.14 |
Canto alla
Comunione 2 |
16 |
3.01 |
Ringraziamenti
di mons. Moretto e Benedizione |
17 |
2.39 |
Signore delle
cime |
18 |
6.50 |
Ringraziamenti
di Bruno Moretto
Presidente dell'Associazione Veneziani nel Mondo |
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