A colloquio con il nuovo
parroco di S. Leonardo e Stregna
(Tratto da
www.dom.it/)
Domenica 16 dicembre don Michele Zanon farà il suo
ingresso ufficiale nelle parrocchie di San Leonardo e
Stregna. La concelebrazione della santa Messa verrà
presieduta dall'arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno
Mazzocato. Don Michele Zanon, originario di Cividale del
Friuli, è alla sua prima esperienza pastorale come
parroco. Prima di arrivare nelle Valli, è stato
cappellano nella parrocchia di Tricesimo. Il cammino che
sta per intraprendere non è facile. Si troverà a
contatto con una realtà disagiata, in cui la maggior
parte della popolazione è anziana, ma anche con forze
che lavorano per la rinascita del territorio.
Don Michele, con che spirito si avvicina alla sua missione
pastorale nelle Valli? - «E sempre difficile riassumere
questo tipo di emozioni. Quando si vive a contatto con le
persone, spesso le emozioni sono contrastanti e variano a
seconda dei momenti. C'è comunque da parte mia molto
entusiasmo e molta voglia di mettermi a disposizione della
gente e di ascoltare i bisogni dei miei parrocchiani».
Come intende valorizzare l'identità linguistica e culturale
locale in cui la fede è profondamente radicata?- «Una
parte delle mie origini è delle valli, mia nonna, infatti, è
nata a Oblizza. Ricordo dei suoi discorsi con le compaesane
in dialetto. Purtroppo, però, non ho mai avuto occasione di
imparare questa parlata. Sarà un piacere, quindi, ritornare
ai suoni della mia infanzia. Le espressioni di fede sono
molto importanti ed è giusto che anche in chiesa le persone
portino avanti le loro tradizioni e la loro cultura. Don
Rinaldo, che mi ha preceduto in queste parrocchie, ha fatto
molto per questi luoghi ed è riuscito ad approfondire la
conoscenza di questa zona perché ha avuto la fortuna di
rimanere qui molti anni».
Come affronterà la realtà delle valli del Natisene in cui la
maggior parte degli abitanti è anziana e vive in zone
disagiate spesso prive di servizi? - «Mi sono sempre
occupato con dedizione delle persone in difficoltà e credo
che la capacità di ascolto sia una delle mie
caratteristiche. Per quindici anni ho lavorato nella
comunità Rinascita di Tolmezzo. È qui che ho imparato ad
ascoltare i bisogni delle persone con più disagi. Certo, le
difficoltà che vivono gli abitanti delle valli sono
profondamente diverse da quelli che ho sperimentato in
precedenza, ma sono aperto all'ascolto e disponibile ad
aiutare chiunque ne abbia bisogno».
Lei a Tricesimo è stato responsabile della pastorale
giovanile, compito che probabilmente le verrà assegnato
anche per la zona delle valli del Natisone. Come instaurerà
il rapporto con i giovani che nelle valli sono sempre di
meno e che in linea generale ai giorni nostri tendono ad
allontanarsi dalla Chiesa? - «Ho intenzione di
accogliere i giovani senza nessun tipo di riserva, perché
penso sia molto importante coinvolgere tutti nelle attività
parrocchiali. Se è vero che dobbiamo fare tesoro del nostro
passato, non dobbiamo dimenticare di guardare al futuro. E
questo va fatto prendendosi cura e dando voce anche ai più
giovani». |