Rosazzo e Rualis (UD), 23
Settembre
2012
Messe in Badie
CANTO DI APERTURA
Avendo la mattinata impegnata nel Convegno Internazionale dell'ADO-FG
e Centro Regionale Trapianti, sono stato costretto a rinunciare ad
importante evento in svolgimento nel mio Comune, per l'80°
Anniversario del Gruppo A.N.A. di Premariacco. Utilizzerò perciò il
materiale raccolto durante la Messa pomeridiana all'Abbazia di
Rosazzo per il servizio di "Biel lanta Messe" e completerò la pagina
con l'ottimo materiale raccolto da Oddo Lesizza durante la
Processione con la "Madonna della Salette" di Rualis.
Quest'oggi all'Abbazia
l'Eugaristia era officiata da padre Emilio Iurman, un sacerdote
salesiano con sede a Parma, ma di origine friulana. La sua famiglia
originaria dalle Vallate del Natisone, si era stabilita sui ronchi
di Rosazzo a qualche centinaio di metri dalla Chiesa di San Pietro
apostolo. Il giovane Emilio però aveva lasciato molto presto la sua
casa friulana per entrare in una "casa molto più grande della
missione", che per molti anni era decentrata nel lontano
arcipelago giapponese.
Da Parma dove attualmente opera, due o tre volte all'anno ritorna
dai suoi parenti a Rosazzo e con nostro grande piacere ci offre
qualche Messa.
Come ogni domenica, la liturgia
era accompagnata dai canti del gruppo "Schola Cantorum" diretto dal
M° Dell'Angela, formazione che è sempre molto piacevole ascoltare...
CANTO ALL'OFFERTORIO E
FINALE
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Processione a Rualis
(Servizio
fotografico di Oddo Lesizza)
Nella borgata ad est, appena fuori le antiche mura dell'antica Furum
Juli e a poche decine di metri dalla "Casa per Anziani", su un
piccolo colle sorge la chiesetta dedicata alla Madonna de «la
Salette». In occasione del Perdon, è buona abitudine degli
organizzatori coinvolgere anche gli ospiti della "Casa", con la
processione che sosta all'interno del cortile per un momento di
preghiera...
e proprio in questo luogo i componenti del "Corpo bandistico Città di
Cividale",
si sono radunati prima della processione, intrattenendo gli ospiti con
qualche brano musicale.
...la scalinata
che porta alla chiesetta, luogo a me molto caro perchè mi
ricorda i pellegrinaggio che la comunità di Leproso effettuava
una volta all'anno, per un Voto espresso nel 1878 alla "Madona
di Saleta" nel corso di una grave pestilenza che aveva colpito
le nostre popolazioni...
...i fedeli e la banda
in attesa...
A RUALIS IL PERDON DELLA MADONNA DE "LA SALETTE"
-
La parrocchia di Rualis ha festeggiato
l’annuale Perdon della Madonna de «la Salette», occasione di
incontro e di devozione alla Vergine Maria. La processione
con la statua della "Madonna della Salette", accompagnata dal
Corpo bandistico «Città di Cividale», è partita dalla
chiesetta per attraversare le vie di Rualis, ed una sosta di
preghiera nel cortile della Casa di riposo. Alla fine del percorso
e dopo la benedizione finale impartita da mons. Livio
Carlino, la festa è continuata con un breve concerto del
corpo bandistico, con giochi popolari e con la tradizionale
salita al «palo della cuccagna» ad opera dei giovani, mentre
alcuni chioschi con bevande e torte sono state in funzione per
tutto il pomeriggio.
L’origine della devozione
alla B.V. de «la Salette», a Rualis, risale al 1872 quando,
di ritorno dal pellegrinaggio a Castelmonte, la prima
domenica di settembre, l’allora parroco, don Giuseppe
Poiana, espresse il desiderio di avere un’immagine mariana
da esporre nella chiesetta dedicata a San Pantaleone.
L’immagine della Vergine, eseguita su piastra di zinco,
venne, così, esposta per essere venerata con il titolo «la
Salette». |
al piccolo corteo formato da chierichetti, sacerdoti
e portatori con la statua della Madonna scesi dalla scalinata...
...si sono aggiunti i fedeli in attesa con la banda in testa...
...percorrendo un tratto della provinciale 356...
...e poi entrare nel centro storico di Rualis
e sostare per un momenti di preghiera davanti alla vecchia
parrocchiale...
...la processione ha
poi proseguito il percorso per entrare...
...nello spazio interno davanti alla struttura della Casa per Anziani...
per un momento di raccoglimento insieme agli ospiti...
...si trattava poi solo di attraversare la strada (o poco più),
per risalire la scalinata ed entrare nella chiesetta della Salette...
...per le ultime preghiere e la Benedizione...
...nello spazio a
fianco della scalinata, la festa è proseguita in allegria...
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A
riempimento e bilanciamento di questa pagina, formata
prevalentemente di fotografie, aggiungo questo testo (trovato grazie
a Google), che avevo scritto in uno dei miei primi servizi di "Biel
lant a Messe"... Chiedo scusa se oso proporre un testo che denota
chiaramente la mia modesta cultura di quinta elementare...
Madona di Saleta
Per salire la scalinata che conduce alla chiesetta della
"Madonna de La Salette", ho dovuto fare due o tre soste per
riprendere fiato, e per celare le mie difficoltà ho colto
l'occasione per scattare qualche foto. Non avrei dovuto
avere tutte quelle accortezze, perchè tutti i giovani
presenti, erano indaffarati con bandierine a fiori di carta
per gli ultimi addobbi all'esterno della chiesetta.
Anche se convivo da sempre con i miei
problemi fisici, mi ricordo che cinquant'anni fa, sono
salito su quei gradini di pietra diverse volte senza tante
difficoltà. Era consuetudine per noi di Leproso, andare in
pellegrinaggio a "Madonna de La Salette, per un Voto che i
nostri antenati avevano fatto nel 1878, durante una grave
pestilenza che aveva colpito le nostre zone, e che aveva
causato la morte di numerosi bambini sotto i dieci anni. Al
centro, si vede il quadro che la comunità di Ipplis ha
dedicato alla Madonna quale ringraziamento per lo scampato
pericolo. Con la miseria che a quei tempi imperversava nelle
nostre contrade, al massimo gli abitanti di Leproso avranno
potuto dedicare uno dei tantissimi quadri appesi alle
pareti, con la sola scritta PGR (Per Grazia Ricevuta.
Per bambini e ragazzi andare a "Madona di
Saletta" era un'occasione di grande festa, anche perchè
cadeva nel periodo dei festeggiamenti di San Martino e sulla
piazza del mercato c'erano le giostre ci attendevano.
Ricordo che per una volta, anch'io ho percorso a piedi i
cinque chilometri per arrivare fino a Cividale, ma ricordo
anche l'enorme fatica rientrando a casa. Ci cono stato
ancora diverse volte, ma accompagnando o seguendo la
processione con la bicicletta.
Ricordo che per accorciare la strada, alla periferia di
Rualis si imboccava un sentiero che costeggiava una vecchia
muraglia (forse di un cimitero) e si arrivava direttamente
di fronte alla scalinata. Arrivati in chiesa, si iniziavano
i preparativi per la celebrazione della Santa Messa.
L'immagine della Madonna e dei due pastorelli dell'altare,
che si vede a sinistra dalla foto, mi è molto familiare, ma
non ricordo di avere visto una Madonna dalle vesti
preziose, che si vede a destra. Sicuramente è stata
realizzata molto di recente.
Dopo la Messa, i pellegrini si disperdevano nella città
per far provviste, ma poi si ritrovavano in due osterie
localizzate nelle due vie laterali dubito dopo il Ponte del
Diavolo.
Nella via di destra, presso la Taverna era la meta
delle "autorità" costituita dal capelan, muini e fabrisîr,
che si pagavano il pranzo attingendo dalla cassa della
chiesa. I pellegrini di condizioni più modeste invece,
subito dopo il ponte giravano a sinistra ed invadevano
l'osteria di "Duminisìn". Ricordo che dopo aver ordinato un
quarto di "Puglia", un vino nero dolce e molto forte,
estraevo dalla borsa alcune pagnotte di pane fresco appena
levate dal fôr di Albin e srotolavo l'involucro con
le fette di mortadella grandi come lenzuola, che emanava un
profumo che solo al pensarci mi viene l'acquolina in bocca.
Dopo una mezz'oretta si avevano i primi effetti della
"Puglia", ed iniziavano i canti. Purtroppo, quando i
festeggiamenti cominciavano a prendere quota, era già
arrivata l'ora del ritorno, ed a malincuore ci si doveva
incamminare verso il luogo del raduno presso "Madona di
Saleta". Immancabilmente c'era il gruppo dei ritardatari,
che mandava fuori dai gangheri il "fabrisîr", carica che a
quei tempi era coperta da Gjro Cosean, ma alla fine si
poteva iniziare la faticosa strada del ritorno.
Alla partenza la processione era molto
composta e le preghiere erano recitate ad alta voce, per
fare una buona impressione transitando nei pressi di quelle
quattro case che a quei tempi rappresentavano la periferia
di Cividale, ma imboccata la strada sterrata per Firmano, le
preghiere cessavano e si proseguiva parlando del più e del
meno. Una sgranata alla corona del Rosario
nell'attraversamento di Firmano e di nuovo parole in
libertà. Un pò per la stanchezza, ma sopratutto per gli
effetti di quel vino corposo pugliese(???), l'incaricato
portava la croce in spalla, come quando Gesù Cristo saliva
sul Calvario. Un'altro sforzo all'entrata di Leproso, per
arrivare finalmente in chiesa, e dopo un ultimo canto tutti
a casa, stanchi ma felici e contenti.
Da diverse decine d'anni, il Voto è stato
sciolto e da Leproso non si vedono partire le processioni in
direzione di Cividale, incuranti della fresca brezza
mattutina che spira da Castelmonte. Quando si parta di voti,
si pensa unicamente alla scheda elettorale... ora abbiamo
l'automobile, la televisione, il cellulare ed abbiamo
l'internet... non abbiamo più bisogno della Madonna...
(A.T.) |
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