...don Maurizio
Qualizza all'Omelia...
Celebriamo oggi la terza domenica di Pasqua e la liturgia ci
fa conoscere un altro Pietro, non quello pauroso che
abbandonò Gesù, lo tradì al canto del gallo, ma un Pietro
coraggioso… e allora ci chiediamo: ma da dove gli è venuto
tutto questo coraggio? Dall’aver incontrato Gesù Risorto!
Oggi è per noi questo coro, queste persone che lo formano
quel Pietro coraggioso che non si lascia sopraffare dalla
malattia, ma con forza canta la lode a Dio, a Gesù risorto…
come quella stessa forza e coraggio l’abbiamo vista ormai
tanti anni fa in Giovanni Paolo II che non si è mai fermato
nell’amare il Signore, nel servire la Chiesa, nell’avere a
cuore i suoi amici, e anche i bambini, pur tra tante
difficoltà.
Il Vangelo ci
regala oggi una pagina stupenda delle apparizioni di Gesù, i
due discepoli di Emmaus erano appena tornati dagli altri
apostoli a narrare cosa era loro accaduto…che Gesù appare di
nuovo portando la pace: «Pace a voi!». Come Tommaso, anche i
discepoli sono storditi, pieni di dubbi, spaventati?
Convertirsi alla gioia non è semplice, ma questo non è una
cosa negativa, ma un buon segno. Infatti “una fede che non
attraversa momenti di dubbio, un'adesione al vangelo che non
sia faticosa e sanguinante, è pericolosa. Non basta
l’apparizione, la visione, l’esperienza mistica”, fosse pure
ci dice il Vangelo, non della Madonna o di qualche santo, ma
addirittura quella di Gesù! E infatti abbiamo ascoltato
erano sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un
fantasma. Ecco anche la nostra fede oggi sembra essere
diventata qualcosa di evanescente, rischia spesso di essere
inconsistente, come una foto sbiadita dal tempo, quasi un
fantasma… i cristiani non dicono più niente, non sanno
comunicare in un linguaggio comprensibile il Vangelo, anche
a quel grande simposio che è stato il Convegno ecclesiale di
Aquileia 2 non è stata data rilevanza mediatica forse perché
non faceva tanta notizia, ma forse anche perché è emersa
poca profezia, poco coraggio.
Forse, anzi quasi
certamente nei gruppi sì, nel chiuso del centro Congressi di
Grado, ma non è uscita con parole e prospettive anche
forti…poi è vero dicono c’è bisogno di riflettere, di
lasciar sedimentare, ma intanto la lettura che le è stata
data è che sono “robe di Chiesa”, Pietro è andato in Piazza
ci hanno detto gli Atti non nella Sinagoga, nel Tempio….é
andato a dare l’annuncio nel Mondo, nell’Agorà! Ma Gesù
disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi
nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono
proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e
ossa, come vedete che io ho». Il Signore si lascia toccare,
il Signore si lascia mangiare, tra poco lo faremo Ecco
l’importanza dell’Eucaristia, della Messa, della domenica,
del giorno del Signore che dobbiamo difendere contro
l’imperante logica del profitto e del mercato ad ogni costo,
… a costo di far morire l’uomo!…solo entrando in questo
spazio di grazia, di libertà, di amicizia con il Signore
proveremo quello che le letture di questi giorni registrano:
“Ed essi provarono una grande gioia”…Tutto davanti
all’evento della Pasqua è relativo, l’essere stati
peccatori, l’aver tradito il Signore, l’esser sani o
ammalati, Gesù viene, si lascia toccare, si fa nostro cibo,
porta a tutti la gioia!
La gioia che oggi il
canto che esce dalle vostre vite e storie ferite è per tutti
noi questo annuncio pasquale, il Signore ha vinto la morte,
ha dato un senso alla sofferenza, davvero la nostra vita è
più del corpo, della salute, di ciò che appare, è la tenda
dove si nasconde la vita stessa, la presenza di Dio, non di
un Dio impassibile, come ho più volte ricordato in questi
giorni di Pasqua, ma un Dio che soffre e che patisce, che è
solidale, che muore per noi, perché ci ama di un amore che
non ha misura! Amen |