Cargnacco di Pozzuolo (UD), 22
Ottobre 2011
CAMPANE
Messa in
suffragio
del parroco Don Primo
Minin
e del suo sacrestano Alfredo Antonutti
Tempio
di Cargnacco
Da
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Il Tempio Nazionale "Madonna del Conforto" in
Cargnacco più noto come Tempio di
Cargnacco, è un'opera monumentale voluta da don Carlo Caneva già
cappellano militare e reduce di Russia e dal Senatore Amor Tartufoli
per ricordare i caduti e i dispersi di quella tragica campagna. Il
progetto è dell'architetto Giacomo Della Mea anch'egli reduce di
Russia.
L'esterno del Tempio
assume un forte carattere monumentale pur nell'utilizzo
preponderante di un materiale "povero" come il mattone e raggiunge
esiti di notevole suggestione nella composizione dei volumi. In
particolare la tripartizione della facciata in una parte centrale di
forte carattere e in due volumi a destra e sinistra arretrati ha la
funzione di legarla ai fianchi laterali in uno svolgimento continuo
che fa correre lo sguardo ad abbracciare l'intera dimensione
dell'edificio.
L'interno con il sistema
delle volte a botte trasversali in serie che costituisce la
copertura, e che permette l'ingresso della luce dall'alto dei
fianchi laterali, ricorda un'analoga soluzione realizzata
dall'architetto Giovanni Muzio nella chiesa di Sant'Ambrogio a
Cremona. Elemento
conclusivo dello spazio interno è la cripta sotto
l'abside, visibile anche dall'alto attraverso la grande apertura
circolare a pavimento subito dietro l' altare maggiore. Tale
continuità degli spazi toglie a chi si trovi nel piano sottostante
della cripta l'impressione di trovarsi in un luogo separato dal
resto della chiesa. Al centro della cripta è posizionata l'arca
sepolcrale del milite ignoto. L'interno del tempio presenta numerose
opere d'arte eseguite da artisti friulani quali: le monumentali
ceramiche presenti sulle pareti laterali di Ugo Galliussi, e Enore
Pezzetta raffiguranti i momenti salienti delle battaglie, della
ritirata e della prigionia nei campi di concentramento russi, le
sculture di Giulio e Max Piccini: statua della Madonna in marmo
bianco (scolpita dallo scultore Giovanni Patat d'Artegna su disegno
di Max Piccini), statua di sant'Antonio in bronzo e Via Crucis in
terracotta, i mosaici di Fred Pittino raffiguranti nell'abside la
Pietà e, nelle pareti laterali a fianco l'altare maggiore, episodi
della ritirata, le vetrate di Arrigo Poz e Riccardi Di Netro,
l'altare maggiore in marmo bianco su disegno di Giacomo Della Mea
con formelle in bronzo raffiguranti i simboli degli Evangelisti di
Giulio e Max Piccini
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Durante la recita del
Rosario che precedeva la Messa,
entrando in chiesa le persone si recavano a rendere omaggio ai
feretri...
...tanto che molto
prima della Cerimonia funebre, la chiesa era stracolma di gente...
...oltre
all'Arcivescovo Andrea Bruno Mazzocato, erano presenti i vescovi emeriti
Battisti e Brollo
a tanti altri sacerdoti delle parrocchie e foranie di altre zone del
Friuli...
CANTO E PREGHIERA
D'APERTURA
l'Arcivescovo all'omelia, ripreso da diverse angolazioni...
PREGHIERE DEI FEDELI
...Hanno accompagnato
la liturgia un coro di adulti e uno di ragazzi...
ma in questa pagina abbiamo dato più spazio agli interventi in voce...
CANTO
...alla recita del
Padre Nostro...
...la navata dopo la Comunione...
INTERVENTI
BENEDIZIONE
...l'obbiettivo su una
bella figura di "vecjo alpin"...
È morto don Minin, parroco
di Cargnacco
(La Vita Cattolica del 21 Ottobre
2011
LA CHIESA FRIULANA piange
la scomparsa di don Primo Minin, parroco di Cargnacco. Nella
notte tra martedì 18 e mercoledì 19 ottobre il sacerdote,
che aveva 81 anni e da qualche mese era ospite della
Fraternità sacerdotale di Udine, è mancato improvvisamente.
Don Primo, figlio di emigrati, era nato in Francia il 9
gennaio 1930 ed era stato ordinato sacerdote il 10 luglio
1955. Da quell’anno e fino al 1959 è stato cooperatore nella
parrocchia di Udine Cormor e poi, per sei anni, di Rivignano.
Nel 1965 è divenuto parroco a Sclaunicco, comunità che ha
guidato fino al 1979, anno in cui ha fatto ingresso a
Carpeneto, dove è rimasto fino al 1984. Ha guidato, quindi,
la parrocchia di Orgnano e dal 1997 era parroco in solidum a
Cargnacco, frazione di Pozzuolo del Friuli. Negli ultimi
anni era stato messo a dura prova dall’aggravarsi di
problemi di salute, motivo per cui era stato affiancato
nella cura della comunità dal diacono don Michele Trungadi
che lo ha ricordato, commosso, «come una persona squisita,
ma di quelle rare da incontrare nella vita». Non appena si
è sparsa la notizia della sua morte, vasto è stato il
cordoglio tra quanti lo hanno conosciuto e da più parti è
stato sottolineato il suo temperamento vivace, immediato e
allegro. Doti che ha messo in evidenza anche mons. Giuseppe
Faidutti, vicario foraneo di Mortegliano: «Negli anni del
Concilio aveva pure pensato alla possibilità di istituire un
sindacato dei preti per rivendicare i diritti dei sacerdoti
e soprattutto quelli dei cappellani che, all’epoca, erano
solo degli esecutori, mentre a suo parere avrebbero potuto
partecipare anche alle decisioni della pastorale. Un’idea
utopica – ha aggiunto –, ma che sta a significare la sua
forte tendenza al rinnovamento». Don Minin si è adoperato
molto per promuovere il Tempio sacrario di Cargnacco che
ricorda i caduti della campagna di Russia, durante la
Seconda guerra mondiale, cercando di far coniugare le
esigenze della parrocchia e quelle di monumento nazionale:
«Si è sempre preoccupato, con grande slancio, di rendere
questo luogo importante anche fuori regione – ha spiegato
mons. Faidutti –; in paese era riuscito a costituire un buon
gruppo di lavoro e si era dato da fare anche per organizzare
alcune mostre d’arte, sempre per attirare l’attenzione sul
tempio». I funerali di don Primo Minin, che lascia la
sorella Virginia, le nipoti e i pronipoti, verranno
celebrati dall’Arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno
Mazzocato, sabato 22 ottobre, alle ore 15.30, nel Tempio di
Cargnacco. La comunità della frazione di Pozzuolo, mercoledì
19 ottobre, è stata colpita da un altro drammatico lutto. A
poche ore dalla morte di don Primo è scomparso anche il
sacrestano della parrocchia, il 69enne Alfredo Antonutti. Si
era recato alla Fraternità sacerdotale per l’ultimo saluto
al parroco e per portare i paramenti, quando è stato colto
da malore. Lascia la moglie Graziella e la sorella Nella con
le quali viveva a Cargnacco. I funerali di Antonutti si
svolgeranno sabato, in contemporanea con quelli del «suo»
parroco. |
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