Villanova delle Grotte (Lusevera
- UD), 10
Luglio 2011
Chiesa di San
Floriano
Non avendo potuto
riprendere la chiesa nella sua interezza, per un fastidioso effetto di
controluce,
sono ricorso ad una bella foto (al centro) di
Mario
Bettoia trovata in rete, che ringrazio di cuore...
CAMPANE
Santa Messa
presieduta
dall'arcivescovo emerito di Lubiana mons. Alojz Uran,
per la benedizione e inaugurazione del
restaurato organo Kacin
...l'interno della
chiesa di San Floriano poco prima della Messa...
CANTO
D'APERTURA
...iniziata con il breno d'apertura cantato dalla Schola Cantorum di Trivignano Udinese,
con il supporto di un gruppo strumentale oltre naturalmente al restaurato organo Kacin...
ESTRATTO
La Cerimonia è iniziata con il benvenuto di don Renzo Calligaro,
che ha ringraziato tutti i presenti e mons. Alojz Uran che ha presieduto
la Messa. Don Calligaro si è espresso in italiano, sloveno e friulano,
ma per ragioni di spazio noi vi proponiamo solo la prima parte in
italiano...
Purtroppo non si è fatto uso dell'impianto audio della chiesa, per
cui ho avuto serie difficoltà per rendere intellegibili
gli interventi in voce e le preghiere raccolte durante la cerimonia.
Tutto questo sebbene avessi predisposto ben tre registratori nei
punti nevralgici che ritenevo più adatti ad una buona ripresa... ma
c'è sempre l'imprevisto, per cui il microfonino collegato
all'altoparlante collocato nell'angolo sud-est della chiesa (si nota
nella foto del coro), non ha servito a niente...
A
Villanova delle Grotte
mons. Alojz Uran benedirà il restaurato organo Kacin
L’organo fu costruito
con una colletta tra gli abitanti e gli emigranti. Nel
1926 lo strumento dello sloveno Kacin venne benedetto
nel corso di «una messa imponente di cantori, fanciulli
e uomini»
(Larissa Borghese -
Tratto dal
DOM del 30 Giugno 2011)
Avranno luogo domenica 10 luglio, alle ore 10, nella chiesa
parrocchiale di San Floriano, a Villanova/Zavarh, nelle
valli del Torre, la santa messa e la solenne benedizione del
restaurato organo costruito dall’organaro sloveno Kacin, che
verranno officiate dall’arcivescovo emerito di Ljubljana,
mons. Alojz Uran. Seguirà, alle ore 11, il concerto del
maestro Dalibor Miklavčič.
Questo il programma con
il quale la comunità della frazione di Lusevera, insieme ad
autorevoli ospiti provenienti anche dalla vicina Slovenia,
festeggerà il ripristino del prezioso strumento, costruito
nel 1925 da Janez Kacin, di Gorizia, che ne fabbricò uno
anche per le chiese di San Leonardo e di Osoppo. L’organo è
ora stato restaurato dalla ditta F. Zanin di Codroipo.
Come si legge nel
libretto, che verrà pubblicato per l’occasione e nel quale
testi, documenti,
testimonianze e fotografie ripercorrono la
storia dell’organo e della comunità di Villanova negli anni
Venti e Trenta e all’epoca del sisma del 1976, l’organo di Kacin, era stato commissionato nel settembre 1925 per un
costo complessivo di 22.000 lire. Una cifra onerosa per
l’epoca, che è stata racimolata facendo colletta tra il
centinaio di abitanti di Villanova, gli emigranti
all’estero, gli amici del paese, con il contributo del
prefetto «della Provincia del Friuli, cav. Umberto Ricci,
che diede 300 lire, del Circolo speleologico di Udine
(136,70 lire) e chiedendo sussidio anche a S. M. la Regina».
L’organo Kacin venne
inaugurato a Villanova domenica 9 maggio 1926, con la
benedizione impartita da mons. Luigi Vidoni, rettore del
Seminario. «Sedeva all’organo — si legge nel libretto — il
maestro Raffaele Tomadini, dirigeva il sig. Vicario don Pio
Collino: una messa imponente di cantori, fanciulli e uomini,
riempiva l’orchestra… che cantò … con grande affiatamento ed
espressione la messa “Te Deum Laudamus” del maestro Perosi».
Per l’occasione il maestro Tomadini eseguì all’offertorio un
«bellissimo canto composto in onore del martire S. Floreano,
titolare della chiesa». Nel suo discorso mons. Vidoni
rivolse parole di encomio per la popolazione «che così
dimostra tutta la sua fede ed il suo amore per la Casa del
Signore».
Il libretto, come
sottolinea don Renzo Calligaro nell’introduzione, vuol
essere un segno di ringraziamento verso «i nostri fratelli
Sloveni» per la solidarietà manifestata 35 anni fa, dopo il
terremoto, attraverso la costruzione di «case solide e
funzionali, che ancora oggi fanno bella figura di sé».
Una solidarietà che «fece
crollare i confini», che negli anni Venti e Trenta il
fascismo aveva segnato attraverso quella che don Bellina
definisce «una pagina nera e demente della nostra storia».
Come tutta la Benecia, anche gli abitanti di Villanova
furono costretti, infatti, a rinnegare se stessi ed a
vendere la propria anima se volevano sopravvivere. Il regime
fascista li costrinse «a pensare di non avere una storia,
una lingua, una cultura, una patria, di essere senza radici,
di non avere una terra né valori e di non valere niente». Lo
sottolinea ulteriormente il vicario don Pio Collino, che
nella nota scritta nel marzo del 1927 al termine del
questionario per la visita pastorale, afferma «che la gente
è stata condizionata ad una cultura che non è la sua ed è
stata tagliata fuori da ogni rapporto con le sue radici
naturali e con l’humus nel quale è da sempre vissuta e nel
quale soltanto può sperare di vivere e crescere. Viene
imposta un’altra lingua, un’altra prospettiva, un passato
che non è il suo e un futuro che lo estinguerà per sempre».
«Grazie a Dio — conclude don Calligaro — oggi molto di tutto
questo è un brutto ricordo. C’è nell’aria una nuova
speranza, un’inversione di tendenza, un tentativo di
rivitalizzare queste nostre comunità che hanno tanto
sofferto e questo nostro territorio che adesso vive in un
contesto diverso».
Oggi, l’Italia «non è più
quella del nazionalismo e del fascismo», è stato abbattuto
il confine e «il nostro vicino è il nostro amico», come
recita la Zdravljica, l’inno nazionale sloveno «ne vrag, le
sosed bo mejak», si legge nell’introduzione al libretto, nel
quale è stata pubblicata la testimonianza di Milena Kožuh,
docente di slavistica e intellettuale slovena, che ricorda
il suo primo approccio con la val Torre, visitata un anno
prima del terremoto quand’era studentessa, preludio a nuovi
e più duraturi contatti con la gente e la cultura del luogo. |
ALLELUIA
...mons. Alojz Uran
all'omelia...
ESTRATTO DALLE PREGHIERE DEI FEDELI
...immagini alla Consacrazione...
CANTO
...e sulle prime file con le varie autorità provenienti anche da oltre
confine,
con al centro il nostro Presidente della Provincia Fontatanini e
l'organaro Zanin...
...preghiere e benedizione finale...
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Dopo la Messa il
maestro Dalibor Miklavčič ha tenuto un breve concerto con
l'organo restaurato...
...molto attentamente seguito...
...e molto applaudito dal pubblico presente...
...alla fine dopo qualche foto ricordo...
...sono stati invitati al rinfresco che ne è seguito...
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