Sappada / Sapade / Plodn (BL)
Il toponimo italiano
sembra sia connesso allo "zappare", dialettale "sapar", mentre il
toponimo germanico è collegato a "Plat", "Piave". Le origini di
Sappada non sono certe, l'ipotesi più probabile è che nell'XI secolo
alcune famiglie provenienti dalla vicina Austria (secondo la
leggenda dal paese di Innervillgraten)
si insediarono nella valle con l'autorizzazione del patriarca di
Aquileia e dietro pagamento di una somma
annuale.
La valle all'epoca era disabitata e incolta e i sappadini iniziarono
una paziente opera di disboscamento e coltivazione; in breve nacque
un piccolo paese formato da 15 borgate tante quante erano le prime
famiglie che vi si insediarono. Il paese è costituito da
caratteristiche case in legno adagiate nel soleggiato versante nord
della valle. Intorno al paese verdi pascoli per l'allevamento dei
bovini, campi di segale, avena, orzo e legumi e oltre ad essi boschi
ricchi di selvaggina.
Nel 1500, oltre alle
attività agricole e di pastorizia prosperava anche il commercio del
legname grazie alla forte richiesta di legno per barche da parte
della Repubblica di Venezia.
Dopo una breve parentesi di dominazione francese nel 1814 Sappada
passò sotto gli austriaci cui si devono le prime scuole e opere
pubbliche.
Nel 1852 Sappada passava
dalla provincia di Udine a quella di Belluno che a sua volta,
qualche anno dopo, veniva annessa all'Italia (1866). Dopo l'ingresso
nell'amministrazione bellunese, Sappada scelse di aderire alla
Magnifica Comunità di Cadore, pur non essendo
parte del territorio storico del
Cadore.
Durante la prima guerra
mondiale furono combattute molte battaglie sulle montagne
circostanti e si possono ancora oggi trovare i reperti risalenti a
tali scontri. Molte donne sappadine inoltre furono
portatrici carniche,
donne che volontariamente compivano centinaia di metri di dislivello
per diverse volte al giorno per rifornire di viveri e munizioni i
soldati italiani al fronte. Dal 1916 al 1917 il paese fu evacuato
perché gli abitanti erano sospettati di simpatie filo-austriache a
causa del loro dialetto: la popolazione fu dispersa nelle Marche, in
Toscana (presso il Comune di Arezzo fu istituita la sede provvisoria
del Comune di Sappada), in Campania ed in Sicilia.
Nella seconda guerra mondiale il paese fece parte della Repubblica
libera della Carnia e fu teatro di scontri tra partigiani e
tedeschi. Alcuni sappadini furono condotti ai campi di
concentramento, tra cui Dachau.
Nel dopoguerra a causa della carenza di lavoro molti sappadini
emigrarono all'estero, in particolare in Svizzera e Germania. In
seguito lo sviluppo del turismo cambiò anche l'economia del paese, e
molti emigrati tornarono a casa per dedicarsi all'attività
terziaria.
L'architettura sappadina
appare ispirata alle tendenze nordiche, con la predominanza di
rustici e case completamente in legno, che costituiscono il prezioso
patrimonio architettonico del paese. Queste abitazioni sono
costruite con l'antica tecnica del blockbau a travi
sovrapposte in orizzontale e incassate agli spigoli. Le tipiche
blockhaus sappadine si trovano a Sappada Vecchia e a
Cima Sappada. Abitazioni più recenti si hanno in borgata
Lerpa all'inizio di Sappada per chi proviene dal versante
veneto, e nella parte di Sappada centro.
Chiesa di Santa Margherita,
sita in borgata Granvilla, di stile barocco risalente al 1779, è la
chiesa principale del paese. Fu costruita da Mistro Tommaso da Lienz
tra il 1777 e il 1779, su modello di altre chiese del Tirolo.
Santuario Regina Pacis,
sito in borgata Soravia, è stato costruito nel 1973 per
assolvere un voto espresso durante la seconda guerra mondiale, su
progetto dell'architetto Luciano Ria. All'interno sono presenti le
sculture di Augusto Murer e rappresentano le angosce di guerra,
infatti il rilievo maggiore, anziché raffigurare la Vergine Maria,
raffigura il grido di dolore di una donna con diverse
interpretazioni che il suo braccio rivolto al cielo può indurre.
(Da
Wikipedia, l'enciclopedia libera)
Il Santuari Segina
Pacis viudût par fûr e par dentri...
Messe celebrade da
pre Oscar Morandini...
JENTRADE
In non dal Pari e dal Fî e dal Spirtusant. Amen. E ch'e il
Signôr al sedi cun ualtris. E ancje cun te.
Domandin
perdon pei nestris pecjâts: O confessi a Diu onipotent e a ualtris,
fradis, di vê pecjât massime cui pensîr e la peraule, cu lis vôris e
lis omissions: par colpe mê, par colpe mê, par colpe mê cetant
grande. Pa la cuâl o suplìchi la sante Marie simpri Vergjne, ducj i
Agnui e i Sants e ualtris, fradis, di racomandâmi al Signôr, nestri
Diu.
Diu onipotent ch'ai vedi
remission di nô e, perdonâts i nestris pecjâts, nus meni te vite
eterne. Amen.
LETURIS
...imagjinis dal
font de glesie...
...il moment de predicje...
...e de Consacrazion...
...une voglade su la ìnt...
BENEDIZION - AVE O
VERGJINE