Cividale del Friuli (UD),
6 Gennaio 2011
Duomo di Santa
Maria assunta
La chiesa di San
Francesco e il Duomo
Santa
Messa dello Spadone
nella Epifania del
Signore
La tradizione
della Messa detta "dello Spadone" dal sec. XIV non si è mai
interrotta né durante le invasioni né durante le guerre a cui la
nostra regione fu sovente soggetta nei tempi passati. Tuttavia,
secondo una nota manoscritta di Giovanni Battista Candotti (Memoria
per le funzioni che si fanno nell'insigne Collegiata di Cividale,
luglio 1857), "nel 1849, per le vicende politiche, si sospese l'uso
dell'elmo e della spada". L'uso riprese nel 1858.
I CANTI DELLA
MESSA - I testi della liturgia attuali, proclamati o cantati in
latino, sono quelli della solennità dell'Epifania, di rito romano,
secondo la riforma del Concilio Vaticano II riportati nel Messale di
Paolo VI. Il testo dell'annuncio delle celebrazioni pasquali e le
melodie dell'Epistola e del Vangelo fanno parte del patrimonio
medievale proprio della Chiesa cividalese. La corale «Antonio
Foraboschi», Cappella Musicale della Basilica di Cividale,
accompagna la celebrazione della «Messa dello Spadone», sostenendo
le parti liturgiche cantate in latino, con composizioni appartenenti
alla tradizione musicale della Chiesa cividalese dal XII secolo ai
giorni nostri. L'Antifona d'introito, è il brano fece advenit
per due soli, coro a 4 voci dispari e organo op. 47 (1845) di
Giovanni Battista Candotti (1809 - 1876). Il Canto dell'Epistola,
del Vangelo e l'Annuncio delle Celebrazioni dell'anno vengono
eseguiti con melodie di origine cividalese (tono patriarchino),
riportate da fonti manoscritte inedite custodite nell'Archivio
capitolare della Basilica. Il Salmo Responsoriale è tratto dal
patrimonio monodico del Kyriale Simplex; l'Alleluia per soli,
coro a 4 voci dispari e organo è di Antonio Qualizza, attuale
organista della Basilica. All'Offertone, viene cantato il discanto
medievale Missus ab arce. Durante la Comunione si canta
l'inno natalizio Jesu Redemptor omnium per tenore, coro a 3
voci pari e organo del compositore codroipese Giovanni Battista
Candotti, già maestro di cappella della Basilica, di cui quest'anno
ricorre il secondo secolo dalla nascita. Il Kyrie, il Gloria, il
Sanctus e l'Agnus Dei sono tratti dalla Messa Regina Apostolorum
per 4 voci dispari di Antonio Foraboschi.
AVVISI
CANTO D'INGRESSO
INIZIO MESSA
...il saluto del
diacono ai fedeli con Spadone ed Evangeliario...
LECTIO PRIMA
Diacono: Léctio libri Isaiae
Prophétae
Surge, illuminare, Ierusalem: quia venit lumen tuum, et
glòria Dòmini super te orta est.
Quia ecce ténebrae opérient terram, et calìgo pópulos: super
te autem oriétur Dóminus, et glòria eius in te vidébitur. Et
ambulàbunt gentes in lùmine tuo, et reges in splendóre ortus
tui. Leva in circùitu óculos tuos, et vide: omnes isti
congregati sunt, venérunt tibi: fìlii tui de longe vénient,
et fìliae tuae de làtere surgent. Tunc vidébis, et àfflues,
miràbitur et dilatàbitur cor tuum, quando convèrsa fùerit ad
te multitùdo maris, fortitùdo géntium vénerit tibi.
Inundàtio camelórum opériet te, dromedàrii Màdian et Epha:
omnes de Saba vénient, aurum et thus deferéntes, et laudem
Dòmino annuntiàntes.
Diacono: Verbum Domini.
Tutti: Deo gratias. |
CANTUS AD EVANGELIUM
ANNUNCIATIO
PASCHÆ
Plebs sancta
Deo deserviens
hoc cupit audire
quod et videre desiderat.
Sicut gavisi estis de Nativitate
Domini nostri Iesu Christi,
ita et de Resurrectione eius
annunciamus vobis
universale gaudium.
Quapropter, fratres charissimi,
annunciamus vobis diem sanctum
et sacratissimum Paschæ,
quas erit die vicesima quarta
intrante mense aprilis.
Caput vero ieiunii die nona
intrante mense martii.
Ut sit pax et gratia
Domini nostri Iesu Christi
cum omnibus vobis. |
...l'Arciprete
mons. Livio Carlino all'Omelia...
...i riti della
Consacrazione con i sacerdoti rivolti verso l'altare...
BENEDIZIONE E
POSTLUDIO STRUMENTALE
Il questa pagina
ho dato più spazio alle preghiere ed ai canti al microfono, per
le particolari condizioni operative che non mi hanno permesso di
effettuare una soddisfacente registrazione del coro...
Allontanandomi
dal Duomo ho potuto riprendere la coda del corteo che si
dirigeva sulla piazza per la rievocazione storica... Mi sono
ritirato in fretta perchè nel primo pomeriggio Cividale mi
aspettava per un nuovo importante evento...
MESSA DELLO SPADONE
www.cividale.com
La "Messa dello
Spadone", che si celebra il giorno dell'Epifania a
Cividale del Friuli nel Duomo cittadino, è un rito
religioso di cui non si ha ancora una precisa
documentazione che ne indichi l'origine e il
significato. Nel tempo, diversi storici hanno
cercato di svelare il "mistero" che avvolge questa
antica cerimonia con diverse
interpretazioni,
spesso frutto di una fervida fantasia. Di sicuro si
tratta di uno dei riti liturgici più singolari e
suggestivi che la Chiesa ha conservato.
L'appellativo "dello spadone" deriva dal fatto che,
durante la cerimonia liturgica, fa la sua comparsa
una spada, appartenuta al Patriarca Marquardo di
Randeck, che il Diacono usa, in diversi momenti,
sollevandola e fendendo l'aria in segno di saluto o
benedizione, quando si rivolge al clero disposto nel
coro e ai fedeli. La tesi più accreditata è quella
che vuole dare alla cerimonia il doppio significato
liturgico e politico, in quanto celebrata dal
Patriarca all'atto del suo insediamento. Il
Patriarca, infatti, era anche uomo d'arma in quanto
deteneva il potere "temporale" di un vasto
territorio: il Patriarcato d'Aquileia. Questa tesi
può essere ulteriormente avvalorata dal fatto che il
Diacono, con in testa un elmo piumato, durante
alcuni momenti del rito
impugna con la mano destra la spada e con la
sinistra l'Evangeliario. La messa ha inizio con la
processione del clero che esce dalla sacrestia
secondo un preciso protocollo: il primo ad uscire è
un chierichetto con una croce astile in argento, ai
suoi lati due ceroferari con i loro candelieri;
seguono i canonici ( un tempo una quarantina) con la
cappa magna e le insegne di conti di Tolmino; il
Suddiacono e il Diacono con in testa l'elmo piumato,
la spada impugnata con la destra e l'Evangeliario
appoggiato al petto sorretto con la sinistra; il
celebrante con a fianco il maestro delle cerimonie
seguiti da altri chierici che chiudono la
processione. Salita la gradinata che porta al
presbiterio,
tutti si arrestano davanti all'altare (sormontato
dalla famosa Pala d'argento dorato del Patriarca
Pellegrino I), si voltano verso l'assemblea e il
Diacono si fa avanti sino al limite della gradinata
e con la spada vibra tre colpi in aria in segno di
saluto o benedizione. Il celebrante si avvia
all'altare e i canonici dell'insigne Collegiata di
Cividale prendono posto nel coro. Il Diacono
consegna la spada e l'elmo a due chierici mentre il
libro dei Vangeli viene deposto sul leggio. La Messa
sino all'Epistola si svolge in rito Romano.
L'Epistola è cantata dal Suddiacono in antica
melodia aquileiense. Prima della lettura del Vangelo
il celebrante incensa il Diacono che si rimette
l'elmo, prende la spada e L'Evangeliario e,
accompagnato dai chierici e dai ceroferari, si porta
nuovamente al sommo della scalinata per ripetere i
tre fendenti di spada in aria. Successivamente il
Diacono si
toglie l'elmo e consegna la spada per poter
incensare il libro del Vangelo e cantare il Vangelo
epifanico secondo le modulazioni del rito
patriarchino aquileiense, in cui trovano unione
solennità di tono e melodia gregoriana. Al termine
del canto, il Diacono ritorna sulla cima della
scalinata per ripetere il saluto con la spada e
cantare, sempre con intonazione aquileiense,
l'annuncio delle festività liturgiche che
culmineranno nella Pasqua. La parte rimanente del
rito non ha variazioni rispetto alle comuni
liturgie. Alla fine il Diacono, sempre con elmo e
spada, al canto dell' Ite Missa est, saluta i fedeli
con tre poderosi colpi di spada. Il corteo si
ricompone e discende la scalinata per tornare in
sacrestia. Tutta la cerimonia è accompagnata dai
canti e dalle musiche della Cappella Musicale del
Duomo. L'EVANGELIARIO L'Evangeliario, che viene
adoperato esclusivamente per la Messa
dell'Epifania,
è un codice del XV secolo. Oltre al Vangelo
epifanico contiene anche quelli letti durante le
maggiori solennità della Chiesa. La sua copertura
(cm. 27x19) è in lamina d'argento sbalzata con
tracce di doratura ed è applicata su una tavola di
legno rivestita di velluto rosso scuro,. La parte
anteriore racchiude, entro una cornice ornata di
fogliami disposti entro girali a forma di esse, la
scena della "Crocifissione". Il Cristo, con i piedi
distaccati e inchiodati su un largo supporto, ha il
corpo leggermente incurvato sulla destra, le braccia
sollevate ed il capo nimbato reclinato sulla spalla.
Gesù è affiancato da Maria e Giovanni i
atteggiamento di profondo dolore. Al di sopra, due
angeli completano l'iconografia della sacra
rappresentazione. Sopra la croce, entro una
tabula, in lettere greche vi è abbreviato il nome di
Cristo: IC XC. Sette borchie ad elice fissano la
placca al legno. Sulla tavola posteriore è posta una
cornice, deteriorata dal tempo, simile a quella
della parte anteriore, con due borchie poste al
centro. La copertura sembra però anteriore al
manoscritto che racchiude e gli storici dell'arte
l'assegnano al XIII secolo. Questa venne
probabilmente applicata al nostro codice dopo averla
tolta da un altro testo sacro non più utilizzabile
per la sua vetustà. L'Evangeliario fu ricopiato da
un testo più antico dal presbitero Valerio d'Alba
nel 1433, quando era vicario curato della Chiesa di
Santa Maria di Corte, sita non lungi dal Duomo. Alla
fine del codice, infatti, si legge: "Completum est
hoc opus Evangeliorum per me Presbjterum Valerium de
Alba clericus Cracoviensis diocesis vicarius
ecclesiae Santa Marie de Curia. Anno ab incarnatione
Domini millesimo quadrigentesimo ticesimo tertio."
LA SPADA La spada, di forma tedesca e lunga cm. 109
(i Cividalesi la chiamano "spadone") appartenne a
Marquardo von Randeck, Patriarca dal 1366 al 1381 Il
suo nome è inciso sulla guardia dell'elsa, di ottone
argentato e finemente lavorato, che riporta anche la
data della sua investitura a Patriarca di Aquileia:
6 luglio 1366 "AN° MCCCLXVI DIE VI IVL - TEMP.RE
MARQVARDI PATR." Dopo la cerimonia la spada viene
riposta in una guaina di cuoio rivestita di seta
bianca. L'ELMO L'elmo, di foggia cinquecentesca, è
di cartone rivestito di cuoio riccamente decorato.
Ha come cimiero un dragone e, sulla fronte, tra due
campi rossi ed in mezzo ad una foglia d'acanto, reca
l'immagine di Santa Maria Assunta, titolare della
Basilica. E' reso ancor più appariscente da piume di
colore rosso, bianco, giallo e azzurro. |
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Cividale del Friuli,
6 Gennaio 2011
Santa
Messa dello Spadone
Officiata dall'Arciprete mons.
Livio Carlino
Canti in Melodia Cividalese del
Diacono don Fiorino Miani
Gruppo Corale Coro "Antonio
Foraboschi"
Direttore Luca Zuliani - Organista
Antonio Qualizza
|
01 |
1.26 |
Informazioni in
attesa |
02 |
4.05 |
Lettura Catalogo dei
Vescovi e Patriarchi |
03 |
1.39 |
Avvisi (prima
del canto d'ingresso) |
04 |
4.29 |
Antiphona ad
Introitum (Coro) |
05 |
2.11 |
Signum Crucis e
saluto del Celebrante |
06 |
3.28 |
Kyrie (Coro) |
07 |
6.25 |
Gloria (Coro) |
08 |
2.25 |
Lectio Prima
(Canto antico cividalese) |
09 |
1.06 |
Psalmus
Responsorius (Coro) |
10 |
1.56 |
Cantus ad
Evangelium (Coro) |
11 |
6.57 |
Evangelium
(Canto antico cividalese) |
12 |
2.25 |
Annunciatio
Paschæ (Canto antico cividalese) |
13 |
10.03 |
Omelia
dell'Arciprete Mons. Livio Carlino |
14 |
2.00 |
Oratio - Prex
Eucharistica (Celebrante) |
15 |
3.33 |
Sanctus (Coro) |
16 |
1.03 |
Pater Noster
(Tutti) |
17 |
3.03 |
Agnus Dei
(Coro) |
18 |
5.00 |
Jesu, Redemptor
omnium (Coro) |
19 |
4.33 |
Berichinissima
(Organo) |
20 |
1.52 |
Benedictio e
Dimissio |
21 |
2.21 |
Posludio
strumentale (Organo) |
|