Orsaria di Premariacco (UD),
23 Novembre 2010
Chiesa di S.
Ulderico
Foto panoramica colta dall'alto della scalinata della chiesa di S.
Ulderico alle ore 13,53 (il funerale era fissato per le 14,30),
traguardo raggiunto in tre tappe, dato che ovviamente il
deambulatore ho dovuto lasciarlo nel bagagliaio della mia Clio. Un
pallido sole faceva capolino tra nuvole capricciose e l'eco di un
improbabile temporale proveniente da dietro la chiesa, riportava il
pensiero ai
tipici fenomeni del mese di marzo denominati "marçadis", quando
invece qui si vedono già esposti gli addobbi per il Natale. Nell'attesa
ho avuto tutto il tempo per ricordare quando da bambino salivo tutti
quei gradini senza pause per riprendere fiato, ma arrivavo in cima
sempre dopo dei miei compagni di scuola e di giochi, molto più agili
e più forti di me... ma durante il difficile percorso dei miei oltre settant'anni, molti di loro si sono fermati per sempre prima di me.
Prima di entrare in chiesa per
predisporre i miei aggeggi elettronici, ho chiuso i miei tristi
pensieri con la considerazione che, tutto sommato... posso ritenermi
una persona fortunata...!
Santa
Messa
per l'ultimo saluto a
Maria Paoluzzi
Eucaristia celebrata da
don Pietro Morasso parroco di Orsaria-Premariacco,
e da don Luigi Paoloni, parroco a San Giovanni al Natisone, ma
originario di Orsaria...
All'omelia i due
sacerdoti hanno reso omaggio alla figura di Maria,
e nel suo intervento in friulano,
don Gigi ha letto una poesia della sua compaesana...
Con questa pagina voglio rendere omaggio a Maria, persona di grande
cultura ed altrettanto grande modestia, che all'inizio
dell'avventura con il sito "Di ca e di là dal Nadison", mi ha
aiutato mettendo a disposizione il suo archivio di libri e
pubblicazioni antiche e le sue creazioni poetiche, tutte
rigorosamente scritte a mano su quaderni di scuola. Da uno dei suoi
ho tratto il testo di una delle poesie che Maria aveva dedicato al
fiume Natisone e l'avevo poi convinta a recitarla davanti al
microfono di un registratore, ma non era mai soddisfatta dei
risultati... Dopo diversi tentativi, avevo realizzato una
registrazione con un sottofondo in tema con le parole, che avevo poi
"messo in onda" ma senza che Maria ne fosse gran chè entusiasta...
Avevo poi tolto il file audio e lasciato solo il testo, ma ora lo
ripropongo nei suoi originali 5 minuti di durata.
Di estât
tal Nadisòn
(Di Maria Paoluzzi)
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Ah,
parcé corîno ai mons
Ma parcé corîno al mâr,
là ch'o stìn no lu savìn
ancjmò no viodìn clâr.
Oh, furlans se un nol à miês
di puartâsi vie lontan,
no covente ch’al disperi
lì nol spìnt un carantàn.
Par Orsarie el Nadisòn
al è un premi cussì biel:
trôs di lûr lu an dìt e disîn
che al pâr fat a pinél.
Con chês spuìndis cussi vérdis
di acasie, rôi, saût,
svintulansi la boschete
nûs invie el so salût.
Il merlòt al ciante a l’albe,
al gorghege l’usignûl
sì, al pâr che chel concert
lu sintìs dut el Friûl.
Il prin ragjo di sorêli
al cjòl su in man il bachét
ubidint mâri nature
si môf dut cun rispìet.
Il mantèl meraveôs
si spalanche là sul prât
il colôr svariât des rôsis
lu à tiessût inghirlandât.
Straordenarie la viodude
cuant che l’âghe d’in sburide
e ven jù pestant tal crét
e slapant fin sot la ribe.
Il pessut smenant dal fonz
al saltucce slusignant,
pârin perlis infilzadis
su le aghe dondolant.
Sot i sterps de poôlade
te ombrene cun onôr,
‘l é il madràc disrodolât
cul so ben a fà l’amôr.
E svolete le pavee,
al busine ancie l’avòn,
‘l svuarbevoi cidin al bale,
l’ âs sui flôrs fas perdòn.
Ancje nô su, su anìn
a butâsi la sul fen
par cuscin un cuatri ràmis
E le pòe sun t’un len.
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Nûs invide le calure
di puartâsi a ristorâsi
ta chel fresc polsà in pâs
in chê gjunde consolâsi!
Se vignîs jù su le grave
quant ch’al bol il savalòn
i atrìs, i reumatics
i lassàis al Nadisòn.
Se ûs pâr di divertisi
e tufasi in ogni mût
a nàdait a cian, a rane
‘l è bon gjoldi, jé salût.
E po’ vuàltris pesciadôrs
se volês iemplà le sporte
cjolêt su la vùate, el lamp
e cjamàit di pés in sorte.
Sono trutis, o maròcs,
isâl scuâl, opûr il bâr,
viodarês ce plàss scuisîs
al difisfide chel del mâr.
Zoventût, culì vignît
viodarês ch’o ai resòn
sfogarês in ogni mût
ogni sorte di passion.
Sot i arbui ciars amîs
tal salèt inamorâs,
diclaràit il vuestri amôr
stàit unîs, simpri leâs.
Dome là tirant la gole
fra lis frascîs di chel len
l’aiarìn menant le code
‘l è a scoltà: ti vuei tant ben.
S'imbrunis e ven la sere
in ch’al tivit di rosade
el val plui di une prejere
a robâsi une bussade.
Compagnànt une promesse
ben sculpide dentri el cûr
mai, mai plui si canceli
fin in somp us tegni dûr.
E cun vuàtris fra li spùndis
sot el limbo tal tabâr
cidinùt il Nadisòn
si cujete jù e al duâr.
In che pâs e puisie
di belezze e d’incjant,
che eterne armunie
in tai secui va ciantant.
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Orsaria in lutto, è scomparsa Maria Paoluzzi
(Silvia Riosa -
Messaggero Veneto del 22 novembre 2010)
PREMARIACCO. Si è spenta serenamente, ieri pomeriggio, nel
reparto di pleumotraumatologia dell’ospedale di Udine dove
era ricoverata da alcuni giorni, Maria Paoluzzi che tutti in
paese ricordano per il suo lavoro nella bottega del paese ma
soprattutto per i suoi scritti e poemi. Aveva 85 anni ed era
sicuramente la colonna portate della memoria storica di
Orsaria. Ne suoi poemi raccontava con semplicità e armonia
tutto quello che le accadeva, dai tramonti sull'amato fiume
Natisone ai giorni di festa per comunioni e sposalizi.
Seconda di quattro fratelli, Maria Paoluzzi ha sempre dato
tanto alla famiglia e da giovane ha rinunciato a studiare
per lavorare nei campi. Ma non si è lasciata scoraggiare e,
anche grazie allo zio Settimo che nei caldi pomeriggi estivi
le leggeva di storie epiche e tragedie, si è avvicinata sino
a diventare un tutt'uno alla poesia e alla scrittura. Alcuni
dei suoi poemi, rigorosamente in friulano, sono stati
raccolti e pubblicati dall’Associazione filologica friulana.
Ma molto del suo lavoro è rimasto nascosto nei suoi diari
dove davvero si può trovare di tutto. I suoi versi hanno
reso celebre la Mascherata di Orsaria, tanto che una
ricercatrice, con l'aiuto di Maria, sul carnevale del paese
ha scritto una tesi di laurea presentata poi all'Università
la Sapienza di Roma. «Con il suo saper fare arrivava sempre
da per tutto - ricorda la sorella Renella – era una persona
dalla mentalità aperta ma allo stesso tempo modesta e
riservata e per questo non ha mai voluto fare pubblicare i
suoi lavori». Era una donna minuziosa e precisa, infatti tra
i suoi documenti si possono trovare ritagli e fotografie che
risalgono ai primi del '900 che lei meticolosamente
raccoglieva e conservava. Amava viaggiare, dalla Cina alla
Russia, dall’Argentina a tanti altri Paesi e in ogni luogo
visitato raccoglieva quante più informazioni possibili e le
trascriveva nei suoi quaderni. La sua scomparsa è una
perdita dolorosa per tutto il paese che le renderà omaggio
domani alle 14.30 nella chiesa di Orsaria. |
Contrariamente
al solito, il suono delle campane lo metto a chiusura della pagina,
trattandosi degli ultimi tre minuti della lunga scampanata che
accompagnava Maria al cimitero (anche la foto è stata ripresa in
quel preciso momento), quando il sagrestano ha staccato la spina e
per inerzia il suono che lei aveva tanto amato si è spento... fino
all'ultimo glong... fino all'ultimo riverbero...
Mandi Maria!
CAMPANE
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