Fiumicello (UD),
19 Settembre 2010
Palestra del
Centro Scolastico
Santa
Messa
in occasione del
52° Congresso Provinciale dell'AFDS
Cenni storici su Fiumicello
(http://www.comune.fiumicello.ud.it/)
Nato come borgo
agricolo della prospera colonia romana di Aquileia,
Fiumicello deriva il suo nome dal vocabolo latino
flumen ed è citato per la prima volta (Fiumisèl)
in un atto dei 1174.
La sua storia è intimamente legata a quella di
Aquileia:
con essa subisce le devastanti invasioni degli Unni, dei
Visigoti, degli Ostrogoti, degli
Avari, dei Longobardi, con essa vede l'avvento del
Cristianesimo e la costituzione della potenza
patriarcale (del 1210 è un documento sottoscritto dal
Patriarca Wolfger, con il quale convoca il
Capitolo Aquileiese a Fiumicello). L'invasione
longobarda aveva intanto avviato quel
processo di feudalizzazione che farà di Fiumicello
una gastaldia mai trasformatasi in comune: nel
1268 il
patriarca Gregorio di Montelongo investe
Leonardo,
podestà di Aquileia, della Castaldia di
Fiumicello. Nei secoli XV e XVI, che vedono
l'inesorabile declino della potenza patriarcale,
Fiumicello, giuridicamente sottoposta al
Patriarca ma occupata militarmente dagli
Austriaci, risente delle lotte tra Venezia e gli
Asburgo. Cessato nel
1420 il
potere civile del Patriarcato d'Aquileia, nel
1516, con
una delle tante "paci" di cui è piena la
storia, il Friuli viene spartito tra Venezia
e la monarchia asburgica e Fiumicello,
assieme ad Aquileia e molti altri paesi, tra cui
Gradisca, passa sotto il dominio della casa
d'Austria e diventa parte della Contea
Principesca di Gorizia. Da allora, secoli di
vita più o meno pacifica, trascorsi nella fame e
nella miseria, fino all'arrivo di
Napoleone
(1797)
evento che gli abitanti di Fiumicello vivono solo di
rinesso, mentre il paese per un breve periodo passa
al Regno d'Italia ed è assegnato al Dipartimento di Passariano. Nel
1814,
tramontato l'astro napoleonico, Fiumicello
torna all'Austria ed austriaco rimane fino alla fine
della prima guerra
mondiale, in seguito alla quale diventa
italiano a tutti gli effetti. Aggregato nel
1923 per
motivi politici al vicino comune di Aquileia,
simbolo di "romanità" Fiumicello deve
aspettare la caduta del fascismo e la fine
della seconda guerra mondiale per riprendersi l' 1
giugno 1947
la sua autonomia. Da allora il paese è cresciuto,
diventando un attivo centro agricolo che ospita da
40 anni la mostra regionale delle pesche; la
popolazione si è stabilizzata sui 4300 abitanti e
numerose associazioni e gruppi rendono vivace il
tessuto sociale.
Striscioni di benvenuto, loghi dell'AFDS e palloncini colorati e
rano una costante delle principali borgate del centro di
Fiumicello...
...mentre il polo del centro scolastico si andava via via riempiendo di
partecipanti al congresso...
...accolti da un gruppo in costume bisiacco incaricato di applicare
il logo adesivo al petto di tutti i passanti,
e dal gruppo di sostegno composto dai Soci della locale Sezione AFDS con
magliette e giacconi rosso sangue...
...i gruppi provenienti dalle varie località della Regione, man mano
che transitavano davanti al gazebo di controllo,
venivano
segnalati
via altoparlante
ed i loro labari deposti provvisoriamente nel campo di
pallacanestro...
...mentre il cielo cominciava ad aprirsi, lasciando spazio ad una bella
giornata di sole...
A questo punto era necessaria una mia ricognizione all'interno della
palestra per predisporre i miei sistemi di registrazione, e li ho
incontrato Maestro Italo Montiglio che provava il repertorio di
canti per la Messa, dirigendo una formazione corale che praticamente
era un mix tra il Coro "L. Perosi" di Fiumicello, il Coro della
Basilica di Aquileia e il Coro Seghizzi di Gorizia.
Un registratore me lo
sono fatto piazzare in una colonna portante della struttura
posizionato proprio sopra il coro (scelta felicissima), mentre un
secondo l'ho nascosto in un vaso di fiori a sinistra del leggio,
posizione che non ha funzionato come speravo, per cui gli interventi
in voce risultano di pessima qualità.
Ora non restava che
uscire all'aperto e riprendere il corteo in avvicinamento...
...il corteo in avvicinamento,
preceduto dalla Banda di Fiumicello...
...in sosta per permettere l'entrata dei gonfaloni e della massa di
partecipanti...
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L'inizio della liturgia presieduta da
Mons. Dino De Antoni Arcivescovo di Gorizia
CANTO D'INIZIO
...due panoramiche verso i convenuti ed il coro, posizionati a sinistra
e a destra dell'altare...
...le letture...
...l'omelia di mons. Dino De Antoni...
...una panoramica dal lato opposto dell'altare, piazzati davanti al
coro...
...prima della
benedizione finale. è stata letta la "Prejere dal Donatôr"
e cantato "Il Cjant del Donatôr" (Salvâ una vite")
Prejere dal Donatôr
Gjesù Salvadôr, che tu
às dit:
"Ce ch' o veis fat a un sôl di chesc' fradis miei,
dai ultims, lu vèis fat a mi",
cjale cun bontât ce che nô ti presentìn.
Il dolôr dai soferenz, toi e nestris fradis,
nus sburte a dâ un pôc dal nestri sanc
par che lôr a' puedin
torna a vê, lis fuarcis de vite;
'o cirìn, però, che chist regâl al sei fat par Te,
che tu âs spandû il to sanc par nô.
Fâs in mût, Signôr, che la nestre vite
'e sei gjenerôse di ben par nô,
pai nestris cjârs, pai malâz;
tègninus sù tal sacrifizi
par ch' al sei simpri gjenerôs, umil e cidìn.
Fâs che cun fede 'o savìn viodi la Tô mûse
in chei ch' a àn bisugne, par iudâju cun prontece;
ispire e drece lis nestris oparis
cu la flame de caritât,
parceche, fatis cun Te,
a' sedin perfetis e gradidis
al Pari ch 'al è in cîl.
Amen.
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SALVÂ UNE VITE
Coréit! Une vite
in perìcul:
un viéili, une mâri, un canai?
Suspîrs di mil fràdis che clàmin
pes stradis e in duc' i ospedai.
Corìn! Une vite in pericul:
magari l'é un nestri nemî.
Plui biél ancjemò sustignîlu,
salvâlu e no fâsi capì.
Il sanc, oh chel sanc ch'e tu puàrtis
al jemple la vene ch'a mûr:
la vite, la vite ch'a torne!
Si jemple di gionde il to cûr.
Coréit! Une vite
in perìcul:
un viéili, une mâri, un canai?
Suspîrs di mil fràdis che clàmin
pes stradis e in duc' i ospedai.
Corìn! Une vite in pericul:
magari l'é un nestri nemî.
Plui biél ancjemò sustignîlu,
salvâlu e no fâsi capì.
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