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Lucinico (GO), 31 Dicembre 2009


vedere anche il servizio del'11 Maggio 2003

Santa Messa e funerali per monsignor Silvano Piani
parroco di Lucinico dal 1958 al 2006

Tutta Lucinico all’addio a mons. Piani
(il Piccolo - 02 gennaio 2010)

«La traccia che ha lasciato mons. Silvano Piani a Lucinico rimarrà scritta a caratteri d’oro nella storia del paese che l’ha visto indimenticabile operatore di bene. Il ricordo del suo operato e della sua missione resta vivo nel cuore di tutti ben sapendo con quanta tensione pastorale egli ha saputo essere autentico propagatore di fede». Questo il saluto dell’arcivescovo Dino De Antoni alla celebrazione di commiato nella parrocchiale di Lucinico. Il tempio non è riuscito a contenere l’enorme afflusso di lucinichesi, goriziani, parenti, amici ed estimatori giunti anche dalla provincia e da Corno di Rosazzo, paese natale di mons. Piani. Al rito era presente anche il sindaco Ettore Romoli. Il presule era affiancato, oltre che dal cerimoniere don Michele Centomo, dal parroco don Walter Milocco, dal vicario generale mons. Adelchi Cabass, da mons. Bruno Vittor e dal diacono Mario Petri. Concelebranti della cerimonia pure molti sacerdoti della diocesi. Il rito è stato accompagnato dalla Coral di Lucinis diretta al maestro Ivan Portelli con all’organo Marco Plesnicar. Al termine mons. Silvano è stato ricordato dallo stesso parroco don Milocco e dal presidente del consiglio di quartiere Giorgio Stabon, che ha salutato l’uomo, il sacerdote che ha saputo tenere sempre alto il richiamo costante agli ideali e ai valori arricchendoli della sua cultura, dall’amore per la tradizione, per la storia, per l’associazionismo. Applaudito alla fine il saluto in lingua friulana del prof. Ferruccio Tassin che ha significativamente interpretato il pensiero di don Silvano che ha saputo «vedere il mondo con gli occhi dell’anima».


La bara attorniata dai sacerdoti provenienti anche dalli diocesi vicine...
...in attesa dell'arrivo di S.E Mons. Dino De Antoni... 


...ed iniziare la Messa...


...l'Arcivescovo all'omelia...

 
...e ai momenti più intensi dell'Eucaristia...



...accompagnava la liturgia la Corale "Lucinis" di Lucinico...


...dopo la Comunione...


...la benedizione del feretro...


...e la partenza per l'ultimo viaggio...
seguito dal labari delle varie associazioni...

Un prete di chiesa
(il Piccolo - 02 gennaio 2010)

          La diocesi intera, l’arcivescovo De Antoni ed i sacerdoti, la comunità di Lucinico e i familiari piangono la morte di monsignor Silvano Piani. Se n’è andato in silenzio dopo una lunga vita operosa un prete veramente di chiesa. Originario di Corno di Rosazzo, dove era nato nel 1924, si era trasferito con la famiglia a Vermegliano di Ronchi dove aveva frequentato le scuole elementari; ultimato gli studi superiori e teologici al seminario Centrale, don Suilvano era diventato sacerdote per l’ordinazione dell’arcivescovo Carlo Margotti nella chiesa di S.Lorenzo a Ronchi il 22 giugno 1947¸prima cooperatore a Joannis di Aiello, poi per due anni a Visco, don Piani era ritornato a Ronchi con lo stesso incarico fino al 1954; nominato cooperatore a Lucinico, ne era diventato parroco dal 1957 fino al momento della rinuncia nel 2006. La malattia che lo ha colpito, prima gli ha interrotto il servizio e poi gli ha reso difficile la comunicazione: assistito prima dalla fedele collaboratrice familiare signora e poi da tanti amici e parrocchiani, è vissuto presso la casa di riposo dei sacerdoti a Gorizia.
          Una lunga e attiva vita pastorale per un uomo ed un sacerdote forte e deciso, sempre intraprendente e a servizio della comunità. Uomo di grandi amicizie e di grande solidarietà, sempre presente nei momenti difficili come in quelli gioiosi. “Uomo e sacerdote di chiesa” non solo perché partecipava a tutte le celebrazioni diocesane e nelle comunità dove gli era possibile, ma anche perché ha partecipato intensamente alla vita della diocesi, a quella del presbiterio: era sempre presente con il sorriso buono e la parola facile. Ha conservato sempre come preziosa l’amicizia con i sacerdoti diocesani ma anche delle diocesi vicini e con tutte le persone con le quali ha condiviso la vita o le responsabilità, da Visco a Lucinico. Un rapporto speciale lo legava a Ronchi dove condivideva amicizie e sodalità con tante persone uscite dalle associazioni, dalla scuola e dalla vita. Non mancava mai agli appuntamenti paesani come alla visita al cimitero. Lucinico è stata al centro della sua vita pastorale e di sacerdote: oltre alle opere materiali, delle quali era fiero e che lo hanno impegnato nella intenzione e nell’impegno quotidiano per cercare mezzi e soluzioni (dall’oratorio, alla sala del cinema alle opere parrocchiali fino al restauro della chiesa), all’opera educativa e formativa.
          Don Silvano era l’uomo delle associazioni: alcune delle quali aveva fondato (Acli, scuola di musica…) e presieduto, alle altre partecipava inventandosi modi e metodi per essere nel cuore della vita paesana e per sostenerla in tutti i modi. Presente sempre e dappertutto. La vita pastorale era una continua opera di presenza e di sostegno. Viveva la tradizione sentendo il peso di ogni distacco: la sua dedizione era tale da intravedere anche tempi diversi, ma non voleva mai perdere il calore e la forza che in esse ritrovava. Era la forza e la testimonianza delle generazioni precedenti che egli onorava ed alle quali egli riteneva giusto collegarsi. Nel 1987 era stato promosso canonico onorario del Capitolo metropolitano di Gorizia: un riconoscimento per la sua opera e per la sua vita sacerdotale, oltre che un legame indissolubile con la chiesa diocesana.
          Una speciale dedizione aveva per i mezzi di comunicazione sociale: la pubblicazione del suo bollettino annuale era insieme la sintesi di un anno ed un grande legame per il paese e per quanti erano emigrati. Libri e giornali erano sempre tra le sue mani. In più ha collaborato con i mezzi di comunicazione sociale diocesani e locali attivamente: la sua cronaca con fotografia non mancava mai. Una presenza che lo distingueva. A tanto attivismo non corrispose uguale rispetto ed attenzione una campagna di stampa lo ferì profondamente, rendendogli difficili –ingiustamente- gli ultimi anni di vita. Don Piani sapeva anche tacere e perdonare; resta grave la ingiustizia subita. Infine don Silvano Piani, era l’uomo ed il sacerdote della lingue friulana che parlava e con la quale si rivolgeva a tutti. Premio Epifania 1988, a riconoscimento della sua opera esemplare di promozione e diffusione delle cultura e della lingue friulana, egli ne ha fatto insieme un dovere ed un impegno: a partire dalla traduzione del messale e poi della bibbia in friulano, fino alla promozione di incontri e di dibattiti, alla presentazione di libri e di riviste, di iniziative teatrali e musicali, egli ha dato il suo apporto e la sua collaborazione fattiva. Intendeva la sua identità culturale e linguistica non come una diversità ma come una ricchezza irrinunciabile.
          Mons. Renzo Boscarol Ronchi dei Legionari