Brevi cenni sul paese
(don Dino Pezzetta)
Montenârs viene dal latino montanarius, cioè “colui che
abita in montagna”. E’ un paese friulano, infatti, che non
rappresenta un luogo preciso ma una zona abitata da borgate
e casolari: S. Elena (chiesa), S.Giorgio (chiesa). Isola
(capoluogo), Flaipano (frazione), Jouf, Curminìe,
Lazzaretto, Lucardi, Frattins, Cretto, ecc.
Il comune comprende
attualmente circa 600 abitanti (quasi in terzo forescj, che
hanno acquistato casa dopo la ricostruzione del terremoto
del 1976).
La storia di Montenârs
risale al tempo dei romani (e prima ancora dei celti) e
s’intreccia con quella di Gemona e Artegna, comuni
confinanti.
Gente abituata a
combattere, contro i soprusi e sfruttamenti da parte dei
vari signorotti locali (di Gemona soprattutto), nella guerra
di liberazione (la “zona libera di Flaipano” alla fine della
seconda guerra mondiale) e per la ricostruzione del paese
distrutto dal terremoto del 76 (con 35 morti).
In Friuli il nome
Montenârs viene spontaneamente associato ad un personaggio
simbolo del suo paese: pre Checo Placereani, uomo libero e
prete senza compromessi, cantore della Patria del Friuli e
combattente per la sua lingua e cultura. E riposa nel
cimitero della sua comunità dal 18 novembre 1986.
Le tre comunità
dispongono ciascuna di una propria chiesa, tutte ricostruite
dopo il terremoto: due sullo stesso sedime delle precedenti
(S.Elena e S.Giorgio) e la terza (S.Maria Maddalena) più a
valle, mentre un privato di Flaipano ha voluto donare il
campanile ricostruito sullo stesso luogo.
Le feste, ovviamente, si
ripropongono da tempo immemorabili: S. Elena imperatrice il
18 agosto (titolare della parrocchia), S.Maria Maddalena il
26 luglio (chiesa della frazione di Flaipano, un tempo
parrocchia), ss,. Redentore in Quarnan, terza domenica di
settembre).
Da alcuni anni sta
prendendo piede la “Festa della castagna”, nella prima
quindicina di ottobre, dove il “castagno” è il simbolo di
Montenârs, paese delle castagne.
Il Comune è retto dal
sindaco Antonio Mansutti, con una Giunta di 5 “Insieme per
Montenars” e 5 “Una luce per Montenârs”.
Attiva è la Biblioteca
Comunale, che s’interessa a pubblicizzare le notizie della
comunità e sua storia. A cadenza trimestrale viene
pubblicato il giornalino “Il Cuarnan”. E nel marzo dello
scorso 2009 è stata ripubblicata l’opera di Walter Cechschia
“Montenârs. Un paese e la sua storia”, 222 pagine di notizie
e documenti.
Molto attiva e ben organizzata la Scuola Materna, che ospita
una trentina di bambini provenienti in gran parte delle
vicine Artegna e Gemona.
Nota dolente: manca un
parroco. Dopo il parroco-patriarca prè Leon Quagliaro, che
ha retto la parrocchia quasi per 60 anni (dal 1913 al 1971),
si sono alternati per brevi periodi alcuni parroci e
soprattutto amministratori parrocchiali, vicari,
collaboratori. Attualmente, dall’ottobre 2009, provvede alla
cura pastorale don Dino Pezzetta, da Osoppo. Il significato
della sua presenza in questa comunità lo ha illustrato lui
stesso all’inizio del suo impegno pastorale il 4 ottobre
scorso nella chiesa di S.Giorgio:
“Nel
brano del Vangelo dell’Eucaristia di oggi abbiamo
sentito Gesù dire: Lasciate che i bambini vengano a me,
non glielo impedite: a chi è come loro infatti
appartiene il regno di Dio. Mi presento. Io vengo da
Osoppo, dove mi sono ritirato dal ministero per malattia
(dopo 12 anni svolti all’Abbazia di Rosazzo). E vengo da
voi perché avete bisogno di uno che celebri la memoria
del Signore. Ma non voglio essere un prete volante,
paracadutista, che piomba alla domenica ed in occasione
di qualche funerale, e poi ritorna ai fatti suoi. Pur
con tutti i limiti e condizionamenti che mi accompagnano
da buoni tre anni a questa parte, io voglio restare con
voi, e insieme a voi vivere il Vangelo di Gesù. Per ora
mi impegno – come mi ha chiesto il vescovo – per 3 mesi,
un periodo sufficiente per conoscerci e abbozzare un
piccolo progetto pastorale che valga per noi e pure per
tante altre piccole comunità della Forania (Alesso,
Bordano, Avasinis, Interneppo, Peonis, Trasagis,
Braulins, Portis …) che vivono in situazioni simili. Se
non disponiamo più di preti, disponiamo sicuramente di
cristiani: fieri e liberi di inventare i nuovi modi di
vivere la nostra fede. Io sono convinto che il futuro,
della chiesa e della società, non è quello dei grandi
progetti e strategie, ma passa per Montenârs!”
|