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Avilla di Buja (UD), 18 Ottobre 2009

          Il comune di Buja è posto entro un semicerchio di colline moreniche, deve la sua conformazione diversificata ai movimenti orogenetici dell'eocene, periodo geologico in cui emersero, dopo il ritiro dei ghiacciai, alcuni spuntoni di marne e conglomerati. Il paesaggio è caratterizzato dalla presenza di diversi rilievi (Monte, Zus, Urbignacco, Ponzale, Baldo, Masanet, Pravis) ed è attraversato da diversi corsi d'acqua, tra i quali il fiume Ledra ed il Rio Gelato ad ovest, Cormôr e Corno a sud-est. Buja in realtà è un complesso di 49 tra borghi e frazioni che formano il territorio comunale, ma nessuna di esse porta il nome del paese. Buja è facilmente raggiungibile attraverso le principali vie di comunicazione: il territorio è infatti ben servito da una cintura di strade importanti, compresa l'autostrada A23 Udine-Tarvisio.

Messa nell'anniversario di dedicazione
della chiesa di San Pietro Apostolo
o della Madonna dei Fornaciai

Chiesa di San Pietro Apostolo o della Madonna dei Fornaciai [SECOLI XIX; XX]
Il luogo sul quale sorge l'attuale chiesa di San Pietro era occupato un tempo da una piccola chiesetta la cui esistenza è testimoniata già nel Trecento, come si legge in un documento nel quale un certo Antonini Pazzel dona una libbra di olio annua affinchè la chiesa possa essere illuminata. L'edificio originario, modificato nel corso del Settecento e dell'Ottocento, fu demolito e rifatto alla fine del secolo scorso. San Pietro è stata la prima chiesa, tra quelle distrutte dal terremoto del 1976, ad essere ricostruita. Le porte dell'edificio presentano formelle in bronzo fuso: quella centrale di Mattia Monassi, quelle laterali di Pietro Gallina ed Enore Pezzetta. Tra le opere conservate all'interno spicca la cosiddetta Madonna dei Fornaciai, una statua in creta realizzata a Haidhausen, presso Monaco di Baviera, dallo scultore Josef Knabel nel 1875 e portata a Buja l'anno successivo. Di particolare interesse sono inoltre la Via Crucis, i cui pannelli sono stati realizzati da importanti scultori italiani, un San Giovanni in bronzo di Troiano Troiani e un affresco, opera del Fabris, raffigurante la vecchia chiesa.



 CAMPANE

La liturgia eucaristica officiata da don Felice Snaidero,
per questa giornata speciale animata dal
Coro "Panarie" di Artegna (direttore e organista Paolo Paroni),
che ha eseguito la Messa Giubilare di Luciano Turato, presente alla cerimonia.


         
SALUTO - KYRIE



ESTRATTO DALL'OMELIA


          
 SANCTUS - AGNUS DEI


...panoramiche sull'ampia navata...


...le fasi finali della cerimonia...

         Quella di Avilla di Buja è una piccola chiesa di borgata, che dal 1876 venera la Madonna della salute, patrona dei fornaciai. In essa è, infatti, custodita una preziosa immagine di terracotta, nata dalle mani dell’artista tedesco Josek Knabel e cotta in terra bavarese nelle fornaci allora gestite dai bujesi. Ma la particolarità della chiesa è quella di essere «un vero scrigno», perché al suo interno raccoglie opere artistiche che val la pena «presentare a un pubblico più vasto». A partire dalla Via Crucis, «... e non solo», come specifica il titolo del convegno che si è svolto recentemente nella parrocchiale di S. Pietro. Si parte da quest’opera per riflettere su «50 anni di arte ad Avilla»: una maestosa composizione creata nel 1959 da 14 scultori che hanno concretizzato il sogno dell’allora parroco pre’ Saverio Beinat. All’inizio degli anni ’50 fu lui l’artefice del rinnovamento della chiesa che avrebbe dovuto proporsi ai fedeli come tempio e santuario insieme. Già alcune opere la impreziosivano, come le formelle degli incisori locali Guerrino Mattia Monassi, Pietro Galina ed Enore Pezzetta, oppure la grande vetrata collocata sulla facciata dell’edificio, realizzata dal poliedrico Alessandro Ricardi di Netro. Ma pre’ Saverio immaginava la chiesa colma di opere anche al suo interno. Così, Cesare Sofianopulo, attivo personaggio della cultura triestina, è intervenuto con l’idea di far lavorare, gratuitamente, alcuni tra i maggiori artisti italiani del periodo. Il risultato sono le 14 stazioni della Via Crucis, che hanno contribuito a rendere unica la chiesa di Avilla, grazie a Mistruzzi, Nagni, Minguzzi, Alfieri, Monteleone, Mascherini, Negrisin, Lazzaro, Fazzini, Girelli, Rubino, Carà, Guerrisi e Selva. E ora, a 50 anni dall’inaugurazione solenne dell’opera, i bujesi hanno ricordato e celebrato quell’avvenimento con un fitto programma in quello che viene definito «un tempio d’arte», con un convegno ed un serie di incontri musicali.

 
 la foto ricordo
(immagine a risoluzione di stampa)


 
Luciano Turato e Paolo Paroni

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Avilla di Buja, 18 Ottobre 2009
 

Messa Giubilare di Luciano Turato
Nell'anniversario di dedicazione
della chiesa della Madonna dei Fornaciai
 

Coro "Panarie" di Artegna
direttore-organista Paolo Paroni
 

01 2.59Campane
02 2.59Ingresso - Locus Iste (A. Bruckner)
03 2.33Saluto ed inizio cerimonia
04 3.43Kyrie - L. Turato
05 5.45Gloria - L. Turato
06 0.46Alleluia
07 12.44Omelia di don Felice Snaidero
08 2.04Versetto organistico
09 2.33Sanctus - L. Turato
10 2.40Agnus Dei - L. Turato
11 2.02Jauchzet dem Herrn - F. Mendelssohn
12 1.44Finale organistica