Abbazia di Rosazzo (UD),
1 Agosto 2009
Santa
Messa
sostenuta dai Corsisti del Verbum Resonans 2009
presieduta
da Mons. Giulio Gherbezza
XV
Seminari Internazionali di Canto Gregoriano
organizzato dall'USCI-FVG
Il saluto del Rettore
dell'Abbazia Mons. Remo Bigotto
L'omelia di Mons.
Giulio Gherbezza, che ha curato la sezione liturgica dei seminari
Giulio
Gherbezza - è stato
ordinato sacerdote nel 1964. Si è diplomato in organo e composizione
organistica con i Maestri Mario De Marco e Albino Perosa nel 1972
presso l’Istituto Musicale Tomadini di Udine, dove è stato
insegnante di teoria e solfeggio, di pianoforte complementare e
lettura della partitura. È stato membro della commissione liturgica
diocesana e parroco in diverse località della Diocesi. Dal 2001 è
Vicario generale dell’Arcidiocesi di Udine.
La foto-ricordo dei "Verbum Resonans 2009"
(immagine a risoluzione di stampa)
L’Abbazia di Rosazzo (Ud) -
Secondo la leggenda venne fondata nel IX secolo da
un eremita che aveva costruito la prima cella. Da una frammentaria
documentazione sappiamo che il monastero venne abitato da monaci
agostiniani, che vennero poi sostituiti dai benedettini. Ufficialmente
il monastero venne fondato nel 1090 dal patriarca Ulrico I Eppenstein.
Durante i secoli l’abbazia accumulò molti beni, frutto delle frequenti
e ricche donazioni, fino a raggiungere il massimo splendore nel XIII
secolo. Il titolo abbaziale era divenuto una carica molto importante,
pari a quella del Vescovo per potenza e prestigio; i suoi possedimenti
erano protetti direttamente dalla Santa Sede. Alle dipendenze
dell’abate esisteva un Ufficiale Laico che era investito di piena
giurisdizione nei possedimenti dell’abbazia. Una parte dell’abbazia fu
adibita a prigione. Rosazzo forniva milizie all’esercito patriarcale e
il numero di armati crebbe nei secoli a dimostrazione del parallelo
aumento delle rendite e della conseguente disponibilità economica.
Venne seriamente danneggiata dagli incendi del 1323 e del 1344, ma i
danni furono prontamente riparati. Nei secoli successivi l’abbazia fu
fortificata per prevenire gli attacchi di tutti coloro (ed erano
molti) che volevano il suo possesso fra cui ricordiamo Cividale,
Udine, i Conti di Gorizia e il Duca d’Austria. Non si contano gli
intrighi, gli intrallazzi, i maneggi, i tradimenti, i cavilli
giuridici che contornano gli assedi e i colpi di mano. Si registrano
anche episodi piuttosto feroci: ricordiamo l’assedio degli Ungari al
comando di un generale tedesco, i quali tagliarono la mano destra agli
assediati sconfitti. Nemmeno la conquista veneta mutò questa
situazione. Fra coloro che tentarono di mettere le mani su Rosazzo si
annoverano personaggi di ogni specie come avventurieri locali e
stranieri, vescovi e cardinali, capitani di ventura e signorotti vari
del Friuli e del Carso. Il 10 dicembre 1508, durante la guerra seguita
alla Lega di Cambrai, le truppe imperiali, francesi e papali si
scagliarono sull’abbazia, ormai definitivamente trasformata in
fortezza e presidiata dalle truppe veneziane. La fortezza non resse
l’urto e venne completamente bruciata, la guarnigione massacrata (i
benedettini avevano lasciato il monastero da un secolo, precisamente
dal 1423). Per interessamento del papa Clemente VII, ma soprattutto di
Gian Matteo Giberti vescovo di Verona e abate commendatario, l’abbazia
fu restaurata. I lavori terminarono nel 1533. La storia successiva non
ha notizie di rilievo, in ambito civile; ecclesiasticamente, dopo la
soppressione, nel 1751, del Patriarcato di Aquileia, l’abbazia fu
assegnata in commenda perpetua agli arcivescovi di Udine e Gorizia;
per la rinuncia di quest’ultimo, all’arcivescovo di Udine restò il
beneficio con il titolo di abate e marchese di Rosazzo. Nel 1823 un
edificio dell’abbazia fu adattato a residenza estiva degli
Arcivescovi. Attualmente è in custodia a un Vicario. Nulla si sa degli
edifici monastici antichi. Oggi ci rimangono lo splendido chiostro
cinquecentesco, la torre (forse l’unica superstite di altre), la
Chiesa di San Pietro che nella forma attuale è in parte dovuta
all’architetto cividalese Venceslao Bojani (che usò parecchio
materiale degli edifici precedenti) e il monastero che fu
ristrutturato nell’Ottocento. In loco esiste l’azienda agricola
“Abbazia di Rosazzo” che produce una serie di splendidi vini Doc. Il
“vino del Monastero” ha sempre goduto molta notorietà; la lista delle
vivande servite il 6 giugno 1409 dal Comune di Cividale in onore di
Papa Gregorio II comprendeva, tra gli altri vini, la Ribolla
dell’Abbazia.
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Abbazia di Rosazzo (UD),
1 Agosto 2009
Santa Messa
sostenuta dai Corsisti del
"Verbum Resonans 2009"
presieduta da Mons. Giulio Gherbezza
XV Seminario
Internazionale di Canto Gregoriano
organizzato dall'USCI-FVG
|
01 |
2.53 |
Canto
d'apertura |
02 |
1.43 |
Kyrie |
03 |
2.52 |
Gloria |
04 |
3.54 |
Canto |
05 |
1.37 |
Alleluia |
06 |
3.00 |
Canto |
07 |
1.47 |
Sanctus |
08 |
1.46 |
Pater Noster |
09 |
1.09 |
Agnus Dei |
10 |
4.05 |
Canto |
11 |
2.27 |
Finale
d'organo |
|