Gradisca di Sedegliano (UD),
22 Giugno 2008
Gradisca
di Sedegliano
http://www.comune.sedegliano.ud.it/
Gradisca di Sedegliano (in friulano Grediscje): è uno dei tipi più
comuni nella toponomastica dei paesi slavi e significa "luogo
cintato, fortificato". È probabile che l'insediamento di Gradisca
abbia preso il nome dal castelliere (fortificazione preistorica
che sorge nei pressi).
L'esistenza di monumenti preistorici (il Castelliere e le 'Rivis'),
di reperti archeologici, come le urne cinerarie, rinvenute nel
1746 in occasione di scavi all'interno della cortina, oppure le
abbondanti tracce di insediamento romano nei Lavorês, documentano
la presenza di un nucleo abitativo ben prima del periodo al quale
l'attuale toponimo slavo di Gradisca parrebbe rimandare. Il nome
Gradisca è stato acquisito all'epoca degli insediamenti slavi,
che, attorno al 1000 d.C., si registrarono in Friuli. Si trattava
di coloni di etnia slava chiamati dal patriarca a ripopolare la
pianura friulana devastata dalle scorrerie degli Ungari, i quali
si stanziarono laddove gli insediamenti precedenti erano stati
abbandonati. Nel periodo successivo sorsero, a Gradisca ed in vari
centri della pianura friulana, le cosiddette 'cortine', sorta di
recinzioni attorno alla chiesa, che, non solo a Gradisca,
riutilizzarono i profondi fossati (come le nostre 'Rivis')
ereditati dalle popolazioni precedenti, trasformandoli in elementi
di funzionali strutture difensive.
Le vicende di questo paese non possono essere
disgiunte dal "grande guado" sul fiume Tagliamento, il quale
collegava Gradisca a Valvasone attraverso la "strada maggiore", e
che ha determinato la sua storia. A questo guado faceva capo la
strada che saliva da Aquileia (a suo tempo detta 'Ungarica', oggi
'Napoleonica'), e quando l'asse dei transiti si spostò verso Udine
il paese di Gradisca venne coinvolto in modo ancora più diretto.
Le fonti storiche ci fanno sapere che il patriarca
affidò nel secolo XII questo avamposto ai conti di Gorizia, che lo
tennero tra alterne vicende almeno fino alla conquista del Friuli
da parte di Venezia, nel 1420. Anche se nel frattempo si
registrarono alcuni temporanei passaggi di proprietà, che videro
coinvolti i signori di Valvasone e anche quelli di Spilimbergo,
ciò non incise in modo rilevante sullo sviluppo del paese. Dopo
aver subito la distruzione della cortina nel 1309 e nel 1361,
Gradisca fu testimone e vittima delle invasioni turche del 1477 e
del 1499; registrò una fase di significativo sviluppo, anche
economico, nell'ultima parte della dominazione veneziana, ma la
'battaglia sul Tagliamento', che si combatté nel marzo 1797 tra le
truppe di Napoleone e quelle austriache, segnò la dismissione del
guado ed il progressivo isolamento del paese. Da queste vicende e
dal prolungato transito commerciale si può dire che nasca il
particolare carattere di questa gente.
In ambito religioso, Gradisca si originò come comunità
cristiana dalla pieve matrice di Codroipo, e per diversi secoli fu
collegata a San Lorenzo e Pozzo. Dal 1605 venne poi eretta in
parrocchia, con la chiesa parrocchiale di S. Stefano protomartire
e quella campestre di S. Giorgio. |
Estratto dalla serie di esibizioni del gruppo di appassionati
proveniente da vari paesi friulani (anche aldilà del Tagliamento)
facenti parte dell'Associazione "Scampanotadôrs furlans"
www.scampanotadors.org
...mentre all'interno della chiesa il coro «Il Castelliere» di Sedegliano diretto dal m° Lino Falilone
e coadiuvato da Carlo Rizzi all'organo, dopo le prove era pronto per
accompagnare la Messa...
...presieduta dal
vicario generale dell'arcidiocesi di Udine Mon. Giulio Gherbezza
e concelebrata dall'accolito Luca Gasperoni e dal parroco titolare don
Mario Broccolo...
Dopo il canto ed il
saluto iniziale, è stata benedetta l'acqua che sarebbe poi servita
per la benedizione e la consacrazione delle mura della chiesa
restaurata...
...è iniziata quindi la
normale liturgia Eucaristica...
ESTRATTO DALL'OMELIA
...alcuni momenti della
celebrazione...
CANTO
CANTO FINALE CON
SCAMPANATA
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Mentre dal campanile i scampanotadôrs si esibivano negli gli ultimi "bots",
pian piano la gente confluita dello spiazzo alberato opportunamente
attrezzato
per
il consueto convivio in compagnia (al quale ero stato invitato)...
...dopo un giro intorno alla chiesa per le ultime inquadrature,
ho atteso
che il gruppo campanaro scendesse dal campanile per la doverosa
foto-ricordo...
Il gruppo di appassionati proveniente da vari paesi
facenti parte dell'Associazione "Scamanotadôrs furlans"
www.scampanotadors.org
Complice l'invitante profumo di
grigliata cha aleggiava tutt'intorno,
con grande sforzo ho resistito alla tentazione unirmi al gruppo sotto gli alberi
ma preferendo raggiungere la mia auto e riprendere la strada del ritorno...
...nel pomeriggio mi aspettava un nuovo impegno...
potrebbe sembrare una scusa ma
non lo è
considerando che dovevo scaricare le foto dalle due fotocamere
i files audio dai due registratori digitali utilizzati
ed infine mettere sotto carica le rispettive batterie!
GRADISCA - Santo Stefano riapre le porte ai fedeli
(Luca Gasperoni – La
Vita Cattolica del 21
Giugno 2008)
DOMENICA 22 giugno la comunità di Gradisca di
Sedegliano rientrerà nella sua chiesa restaurata. Da molti mesi
tutti aspettavano questo giorno importante: sono, infatti,
terminati i lavori di restauro della chiesa parrocchiale dedicata
a santo Stefano protomartire, lavori iniziati nel maggio 2007.
L’edificio di culto sarà restituito alla comunità con una S.
Messa solenne di inaugurazione alle ore 10 presieduta dal vicario
generale mons. Giulio Gherbezza ed animata dal coro «Il
Castelliere» di Sedegliano, diretto dal m° Lino Falilone.
Ubicata a lato del paese, al centro dei
resti dell’antica cortina medioevale, la chiesa esisteva nella sua
forma primitiva già nell’anno mille circa. Guerre, vandalismi,
terremoti, specialmente quello del 1511, si avvicendarono lungo i
secoli ed anche la chiesa di Gradisca ne pagò le conseguenze.
Negli atti della visita pastorale del 1603, molto precisi, si
trovano scritti i lavori di restauro della chiesa, ben fatti per
quei tempi. Dagli atti risulta che essa «era in mezzo al cimitero,
circondata da muro, con l’ingresso munito di cancello di ferro».
Certamente molto graziosa, ben più piccola dell’attuale, essa deve
essere quella raffigurata sullo sfondo della lunetta del portale
del Pilacorte, risalente al 1515.
Una festa sentita, quindi, domenica a Gradisca, introdotta
alle ore 9 da un concerto di campane a cura dell’associazione «Scampanotadôrs
furlans»: la chiesa è rimasta per tanti mesi inagibile a causa dei
lavori e le celebrazioni liturgiche si sono tenute prima nella
chiesa campestre dedicata a S. Giorgio, poi nella sala
parrocchiale.
I lavori di ristrutturazione si erano resi col tempo
necessari e urgenti e si possono così riassumere: rifacimento del
tetto, dell’impianto di riscaldamento, di quello elettrico e di
quello idrico.
Ulteriori lavori sono stati la tinteggiatura delle
superfici murarie interne, il restauro dei serramenti ed il
rinnovo delle grondaie. È stato, inoltre, restaurato il pregevole
portale lapideo, rifatto il sagrato, risanate le murature esterne
e interne che, a causa dell’umidità, avevano assunto un aspetto
poco decoroso. Tali lavori sono stati realizzati grazie al
finanziamento della Regione e al generoso contributo della
comunità di Gradisca che ne ha capito l’urgenza e ha accolto con
entusiasmo la loro ultimazione.
È rimasto vivo in tutti, infatti, un sentimento di amore e
di protezione verso la chiesa, soprattutto a seguito del grave
incendio avvenuto nel 1971, che distrusse gli affreschi e gli
stalli del presbiterio, oltre che a danneggiare le sei maestose
tele del pittore laziale Aurelio Mariani, tanto che una di queste
porta ancora oggi i segni di quel triste fatto. I parrocchiani,
che hanno seguito con grande attenzione e partecipazione il
restauro, sono stati periodicamente aggiornati sullo stato di
avanzamento dei lavori. «Il contenitore ora è fatto – commenta il
parroco don Mario Broccolo – ora è necessaria una ricchezza di
contenuto umano che, come in passato, riempia la nostra chiesa e
vi faccia risuonare le lodi del Signore». |
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