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Maniago (PN), 13 Gennaio 2008

      NOTE STORICHE www.diocesi.concordia-pordenone.it
     Maniago libero: libero, secondo alcuni, dalla signoria dei Di Maniago e costituente comune a sé; libero, secondo altri, cioè aperto, nel senso che a ponente del paese si apre la asta distesa ghiaiosa del Cellina. Ma probabilmente ha ragione il conte Fabio di Maniago, il quale nel suo volume manoscritto sulle giurisdizioni della sua famiglia afferma che nel linguaggio del comune di Maniago a parola «livrare» significa «finire». In nessuno degli antichi documenti si trova l'aggiunta «libero», come oggi, ma «livro» a significare con questa parola che al torrente Cellina finisce il paese di Maniago. Oggi delle due parole - con «livro» forse intenzionalmente italianizzato - se n'è fatta una sola.
     La parrocchia dei santi Vito, Modesto e Crescenzia, smembrata dalla pieve di S. Mauro, venne istituita con decreto vescovile 27 maggio 1574. Per la vecchia chiesa, andata distrutta, Pomponio Amalteeo aveva dipinto scene della vita e miracoli dei santi patroni. Con ducale 24 marzo 1781 il doge Paolo Renier concedeva agli abitanti di Maniagolibero la facoltà di costruirsi una chiesa nuova e il campanile, perchè «la irruzione ed apertura di un vicino monte aveva scosso fin dalle fondamenta la vecchia chiesa». La chiesa settecentesca fu restaurata nel 1925 e affidata per l'abbellimento al pittore pordenonese Tiburzio Donadon, che vi profuse colori, fregi, finti marmi, sino a confondere le Linee neoclassiche dei sacro edificio. Sino al 1971 l'elezione del parroco spettava ai capifamiglia, che vi rinunciarono in data 28 marzo di quell'anno.



 CAMPANE

     Fin dall'inizio della Messa, tutta l'assemblea era in attento ascolto del sacerdote che faceva alcune riflessione sul doloroso fatto di sangue accaduto qualche giorno prima nella Casa di accoglienza Madonna Pellegrina della Diocesi di Pordenone, che ha investito in maniera drammatica il Friuli segnando una nuova tragedia familiare, la quarta (con in tutto nove morti) in meno di 40 giorni.
     Per la drammaticità del racconto dei momenti che sono seguiti alla tragica scoperta, vissuta quasi in prima persona dal sacerdote che con altri confratelli era ospite alla Madonna Pellegrina per un ritiro spirituale, pubblichiamo solo un breve estratto audio nell'ultima parte dell'omelia.



 CANTO



 ESTRATTO DALL'OMELIA



 CANTO



 CANTO



 FINALE ORGANISTICO

 

Maniagolibero - (Tratto da www.comune.maniago.pn.it)
Già negli Atti Antichi Comunali del 1286 si fa riferimento ad una villa di Maniaco Livri come ad una zona posta ai limiti dell’abitato di Maniago verso la riva sinistra del torrente Cellina. Dal punto di vista amministrativo, Maniagolibero era sotto la giurisdizione dell’abbazia di Millstatt, in Carinzia, del tutto autonomo pertanto dai conti di Maniago almeno fino ai primi anni del 1800, libero anche di eleggere per proprio conto un capitano e tre giurati per assolvere le vertenze civili. Maniagolibero oggi si propone come un abitato ricco di storia e di testimonianze architettoniche particolarmente significative. Lo sono in particolare le tipiche case friulane restaurate dopo il sisma del ’76 nel totale rispetto dei disegni originari: un porticato ad archi al piano terra e il loggiato soprastante adornato in estate di fiori rampicanti. La settecentesca chiesa parrocchiale, dedicata ai Santi Vito, Modesto e Crescenzia, conserva un prezioso organo del 1759, opera di Antonio Barbini. A Maniagolibero è presente un Centro Sociale che coordina le attività socio - culturali del paese, proponendo nel corso dell’anno varie manifestazioni ricreative e sportive, particolarmente durante i festeggiamenti della Madonna del Rosario a fine estate, escursioni in montagna, mostre tematiche ed un originale Presepe durante le festività natalizie.