Medana e il Collio Sloveno
(Tratto da
www.congressino.it)
All'estremo occidente della Slovenia giace un paese che non supera
i 150 km2 e che si estende dal Sabotino ad est allo Judrio ed al
Corno ad ovest, fino al monte Kolovrat (812 m) a Nord,
raggiungendo Preval a sud, ove tutte le altitudini del Collio si
abbassano per finire in una conca pianeggiante, circondata da
basse elevazioni che abbracciano questa terra, che fu palude fino
a quasi un secolo fa, e la racchiudono da Cormons ad ovest al
Calvario ad est.
Si pensa al Collio e alla mente si affaccia prima di
tutto il fascino profondo dei dolci profili collinari. Questo è
quello che s'imprime di più in ognuno di noi. La veduta del Collio
è senza dubbio unica: probabilmente è dovuto al fatto così
caratteristico che il Collio si estende scendendo verso sud nella
pianura friulana, offrendo al visitatore molteplici attrattive in
un continuo variare di orizzonti. Nuovi orizzonti si aprono verso
il mare, fatto che non si incontra così facilmente nelle altre
regioni collinose.
Sui siti che non sono adatti alla viticoltura, si
estendono piccoli complessi di superfici boschive, nelle quali
incontriamo delle latifoglie, tra le quali la più importante è la
robinia, con la quale vengono costruite le palizzate per sostenere
le viti. Le specie autoctone che incontriamo nel Collio sono:
quercia, carpinella, piccolo e grande frassino, castagno nostrano,
acero bianco e, nelle aree più fredde, anche il faggio.
Nel passato l'ulivo fu molto diffuso nel Collio. Il
colpo mortale per questa pianta fu la gelata del 1929. Di recente
si è provato a reintrodurla e sono già spuntate alcune piccole
piantagioni, che però danno parecchi frutti. Un altro albero
mediterraneo diffuso nel Collio è il cipresso, il quale purtroppo
sta estinguendosi a causa di una malattia. Non di rado si incontra
qui anche il cedro, soprattutto nei parchi scolastici.
Il Collio è una regione che non ha sufficienti sorgenti
d'acqua. Sino all'anno 1953 l'acqua veniva attinta dai pozzi e dai
rari corsi d'acqua. La scarsità dell'acqua fu per il Collio uno
dei più gravi problemi, che fu risolto quando fu costruito
l'acquedotto dell'Isonzo.
Passando da un paese all'altro, incontriamo un ricco
patrimonio artistico-culturale. Ci sono circa 26 chiese, alcuni
castelli, e innumerevoli monumenti e lapidi dedicati ai caduti
della II guerra mondiale, tra i quali il più vistoso è la
torre-belvedere a Gonjace, eretta in memoria ai 213 caduti nella
lotta popolare di liberazione, agli 82 ostaggi ed alle 20 persone
del Collio e della Benecia morte nei campi di concentramento. Si
trovano anche dei siti archeologici, che testimoniano la presenza
dell'uomo nell'antichità e nel Primo Medio Evo. Il Collio vanta
anche di due musei, situati rispettivamente a Medana e al castello
di Dobrovo.
L'attuale capoluogo del Collio è Dobrovo. Il borgo fu
menzionato già nell'anno 1323, e recenti scavi archeologici hanno
portato alla luce i resti di un antico castello. Della costruzione
Quattrocentesca però non rimane nulla e l'attuale castello è stato
costruito agli inizi del XVII secolo nello stesso luogo. Per
secoli restò quasi intatta la sua veste architettonica e
rappresenta oggigiorno, dopo ricostruzioni e restauri, un vero
gioiello. Attualmente la cappella accoglie una mostra degli
affreschi gotici. Al secondo piano sono esposte pure delle
ceramiche e oggetti di vetro rinascimentali. Al pianterreno del
castello si trova il ristorante, nella cantina invece c'è
l'enoteca.
Fra i borghi più importanti del Collio c'è pure Medana.
Pare sia stata menzionata già attorno all'anno 610. La parrocchia
invece si menziona nel XV secolo. Allo stesso secolo appartiene
pure la prima chiesa, l'attuale però non risale che all'800. La
ivi collocata statua lignea policromata in oro raffigurante la
Madonna trovò eco nelle poesie di Gradnik, altrettanto accadde per
le campane di Medana. Nel paese c'è la dimora dei Gradnik e nel
cimitero sono sepolti i poeti Alojz Gradnik e Ludvik Zorzut.
Dal Collio provengono alcuni noti ed affermati
musicisti. L'attività musicale fu spesso confinata nei villaggi,
poiché musicisti della stessa famiglia o delle vicinanze si
riunivano in società corali o musicali. Medana dette i natali a un
noto compositore, Mirko Filej.
Nella creazione letteraria slovena, soprattutto nella
poesia, l'immagine del Collio fu espressa nell'opera poetica di
Alojz Gradnik (1882-1967), poeta e traduttore.
Pensando all'economia del Collio si presentano
immediatamente ai nostri occhi i vigneti - l'attività vinicola
infatti supera di molto ogni altra. Il fatto che il Collio è già
da molto tempo una regione vinicola è dimostrato dal fatto che le
vigne erano coltivate già in tempi molto remoti.
Prima della I Guerra Mondiale i vigneti del Collio si
estendevano complessivamente su un territorio di 100 ettari.
Considerando che oggigiorno questo numero si aggira sui 1.800
ettari, si può facilmente immaginare quale eccezionale estensione
occupi questo ramo dell'economia. Lo sviluppo economico del Collio
fu interrotto dalla I Guerra Mondiale e successivamente
dall'occupazione italiana, in quanto i prodotti del Collio non
riuscirono a competere col mercato italiano. In questo periodo
furono introdotti però dei nuovi vigneti, di notevole pregio.
In passato il Collio era considerato un territorio
adatto alla produzione di vini bianchi, oggi giorno, invece, un
terzo della produzione complessiva è di vini rossi. Inoltre, di
recente, sono stati introdotti anche vitigni di pregio come, per
esempio Rebula (Ribolla), Tokaj (Tocai), Merlot, Cabernet, etc.
Alcuni viticoltori stanno cercando però di recuperare la
tradizione vinicola reintroducendo vitigni più antichi.
L'uomo del Collio conosceva le cantine già da tempo e
ne sono testimonianza le cantine dei castelli di Vipolže e Dobrovo.
Non c'è dubbio che attualmente il ruolo della cantina vinicola,
rispetto ad anni fa, è molto più importante, poiché è attrezzata
con apparecchiature aggiornate: raspatrici al deposito dell'uva,
pigiatrici a membrana per la spremitura dell'uva, vacuum filtri
per la filtrazione, autoclavi ove avviene la fermentazione
controllata del mosto, grandi e piccole cisterne, botti di legno,
riempitrici per l'imbottigliamento dei vini normali e frizzanti e
così via. Dalle grandi cisterne all'aperto il vino passa alle
botti di rovere, che favoriscono un buon invecchiamento per alcuni
vini bianchi e per i rossi, che si prestano di più a questo tipo
di trattamento. Nella cantina di Dobrovo è conservato il ricco
archivio dei vini della zona, dove stanno invecchiando più di
320.000 bottiglie di diversi vini, e tra questi c'è anche la
ribolla del 1957, annata eccezionale. La cantina di Dobrovo ha già
riscosso molto successo e ha ottenuto diversi premi.
Però, il Collio, non è soltanto un paese di vigneti, ma
anche di frutteti. Per esempio, dopo la II Guerra Mondiale, la
gente del Collio sopravvisse soprattutto grazie alla
frutticoltura, in particolare alla produzione delle ciliegie.
Degli altri alberi da frutto che si coltivano nella zona
ricordiamo: il pesco, l'albicocco, il pero, il melo, il susino
(prugno), il nespolo.
Delle altre colture agricole del Collio, vanno
ricordati diversi prodotti tra i quali il mais, alcune qualità di
frumenti e una grande varietà di legumi. Sono coltivate pure le
patate e le rape.
Anche l'allevamento del bestiame è relativamente ben
sviluppato. |