Borgo San Rocco in Gorizia, 18
Novembre 2007
Santa Messa per la Festa del Ringraziamento
presieduta dal
parroco monsignor Ruggero Dipiazza
e accompagnata dal gruppo corale "Ars Musica"
diretto dal maestro Lucio Rapaccioli.
All'organo il maestro Antonio Stacul.
CAMPANE
il carro con il
vessillo «Burgum Sancti Rochi», alcuni veicoli allineati per la
benedizione
ed il carretto con cesti ricolmi di frutta e ortaggi, che all'inizio
della Messa saranno
portati ai piedi dell'altare da un gruppetto di bambini vestiti con i
costumi tradizionali
CANTO D'INIZIO
SALUTO DI MONS. DIPIAZZA E
INIZIO MESSA
LETTURE
OFFERTE E DONI
...una giovane coppia
ha presentato al sacerdote e all'assemblea
un dono prezioso che ha ricevuto recentemente...
PATER NOSTER
CANTO FINALE
A San Rocco l’offerta dei frutti della terra
Affollata festa nel rione
per celebrare il Ringraziamento
Chiesa di San Rocco affollatissima di fedeli, ieri, per l’annuale
appuntamento con la celebrazione del Ringraziamento: un’occasione di
incontro e di festa insieme, in un borgo cittadino che sa mantenere
saldo e coeso lo spirito di comunità. Sul sagrato della chiesa i mezzi
di lavoro, schierati per la benedizione, ma anche il magnifico carro,
con il vessillo «Burgum Sancti Rochi», decorato con tenere piantine, una
piccola vite, gli attrezzi da lavoro e i frutti della terra, e il
carretto con cesti ricolmi di frutta e ortaggi.
«Siamo dentro una grande famiglia, dire grazie è
riconoscere diritti e doveri di tutti», ha spiegato monsignor Ruggero
Dipiazza. E nell’omelia il parroco ha aggiunto: «L’impegno è che
ciascuno faccia la sua parte. Tutto è stato predisposto perché ciascuno
possa fare di sè un bel campo, ma per far questo bisogna seminare
sempre. Abbiamo tutti una grande responsabilità. Anche di giustizia, che
vuol dire attenzione al mondo». Alcune donne nei colorati e fruscianti «tabìn»,
un gruppo di bimbi nei vestiti della tradizione, la prima lettura dal
profeta Malachia in lingua friulana: segni di una volontà di far vivere
il patrimonio sociale e culturale che ha solide radici nel borgo.
Dopo il rito liturgico, bene accompagnato dalle belle
scelte del coro Ars Musica, la festa è proseguita tra parrocchia e
oratorio: la pesca gastronomica di beneficenza, i giochi dei più
piccoli, i cibi della tradizione sanroccara - il «pan di sorc» e gli «ufiei»
-, insieme al pane di zucca, brovada, polenta, solo per citare alcune
delle portate fumanti che nel pranzo comunitario hanno riscaldato la
fredda domenica novembrina.
(d.vod. - Il piccolo 19/11/2007)
E' doveroso segnalare
la presenza del gruppo scampanotadôrs di Borgo San Rocco.
che hanno allietato la Festa del Ringraziamento esibendosi in alcuni
brani del loro repertorio,
dei quali vi presentiamo un esempio sonoro...
|
LA CHIESA DI SAN ROCCO
(tratto dal sito
Internet della parrocchia:
www.sanroccogorizia.it)
La chiesa di san
Rocco affonda le sue radici già 500 anni fa, dapprima come semplice
cappella edificata fuori le mura della città di Gorizia per poi
modificarsi nel corso dei secoli subendo le vicissitudini delle
guerre.
Il 19 settembre 1497
il vescovo della diocesi dalmata di Konavlije, Sebastiano Nascimbene,
Vicario generale del capitolo di Aquileia, concesse ai decani della
comunità, detta allora “Sotto la torre”la facoltà di erigere una
cappella, in onore dei santi Sebastiano martire e Rocco confessore. Il
patriarca di Aquileia Domenico Grimani provvide, con atto scritto,
alla concessione di un’indulgenza di 40 giorni a tutti quelli che
avrebbero visitato la suddetta cappella di san Rocco nelle feste della
Beata Vergine Maria, di san Rocco, della Natività di Nostro Signore,
del giovedì e del venerdì santo.
I lavori della cappella procedettero con una certa celerità grazie
alle consistenti offerte in denaro che venivano elargite in
concomitanza con le visite fatte per lucrare l’indulgenza e grazie,
sopratutto, al generoso contributo dei fratelli Giovanni, Febo e
Nicola della Torre.
Il 23 agosto 1500 il
vescovo di Caorle, Pietro Carlo, consacrò l’altare maggiore dedicato
ai santi Sebastiano e Rocco e i due altari laterali, quello a destra
alle sante vergini e martiri Lucia, Apollonia e Barbara e quello di
sinistra ai santi Giacomo e Cristoforo.
Nei documenti
ritrovati si menziona anche il cimitero sorto intorno all’edificio
sacro, un muro che lo chiudeva e un altare spoglio che stava sotto il
portico della chiesa e che veniva usato nelle feste solenni, quando la
cappella era insufficiente ad accogliere tutti i fedeli convenuti. In
quel tempo la cura delle anime era affidata al parroco della chiesa
dei santi Ilario e Taziano.
All’inizio del XVII
secolo, a partire dalla Croazia, cominciò a diffondersi rapidamente la
peste e le autorità locali cercarono di prendere ogni precauzione
possibile per prevenire il dilagare del terribile morbo nell’Isontino.
Le precauzioni non furono inutili e nel goriziano si ebbero solo 14
vittime, I goriziani, come ringraziamento per essere stati preservati
dal contagio, si impegnarono a restaurare ed ampliare la cappella di
san Rocco, a farvi visita ogni anno nel giorno dedicato al santo ed a
recarvisi in processione partendo dalla chiesa parrocchiale dei santi
Ilario e Taziano.
Il 23 agosto 1637 il
goriziano Pompeo Coronini, vescovo-conte di Trieste, consacrò la
chiesa ed il suo nuovo altare maggiore marmoreo, dedicati a san Rocco
e nella pietra sacra dell’altare vennero deposte le reliquie dei santi
Andrea, Cristoforo e Giusto.
Sette anni dopo, il
patriarca Marco Gradenigo concesse allo stesso Coronini la licenza di
consacrare i due altari laterali ed il cimitero e la consacrazione
ebbe i luogo il 21 agosto 1644.
L’Arciduca Ferdinando III, dopo varie vicissitudini, il 29 giugno 1648
decise di assegnare la cura di san Rocco ai Carmelitani e poco dopo
gli Stati Provinciali legalizzarono questa concessione. L'anno
successivo il conte Mattia della Torre donò ai Carmelitani la cappella
costruita sulla Castagnevizza ed essi vi si trasferirono, pur
mantenendo ancora per qualche anno la cura di san Rocco e solo nel
1768 rinunciarono ufficialmente ad essa durante una solenne cerimonia
presieduta dall’Arcivescovo C. M. Attems, che fu anche l’occasione per
incaricare il primo curato: Giuseppe Antonio Sauer. Cospicui e
significativi interventi, tanto all’esterno che all’interno della
chiesa, furono realizzati durante gli ultimi anni di servizio
pastorale di don Martino Zucchiatti (1880-1895) e nel 1890 si decise
di affrescare il soffitto con immagini del patrono avvalendosi
dell’artista Solone Viganoni. L’affresco purtroppo non esiste più in
quanto due granate, durante la prima guerra mondiale, centrarono il
tetto della chiesa distruggendolo. L’allora borghigiana Lucia
Bortolotti, abitante in via Parcar nel suo diario pubblicato su
“Cronache goriziane” (C. Medeot) annotò: “25 maggio 1915, venne
impartito l’ordine di gettar giù la punta del campanile di san Rocco e
del Seminario minore, ordine che non si effettua. - 27 ottobre - due
granate in chiesa...”
Le
tradizioni - A
san Rocco opera da oltre 25 anni una associazione di volontariato
finalizzata alla conservazione e valorizzazione delle tradizioni
popolari promuovendo attività culturali (rivista “Borc san Roc”,
Lunari, salvaguardia lingua friulana) e attività ricreative e
folkloristiche (secolare sagra agostana, gruppo “Lis Luzignutis”).
La stessa inoltre si
affianca alla Parrocchia nelle più importanti celebrazioni dell’anno:
il santo Natale (dopo la s. Messa della mezzanotte scambio degli
auguri e offerta del “vin brulè”), la Pasqua (processione del
Resurrexit, offerta delle “fule” tipici dolci pasquali, concorso delle
uova colorate e delle “pinze”), la festa patronale del 16 agosto
(sagra e gara degli “scampanotadòrs”), il ringraziamento (premio “san
Rocco”). Inoltre il coro misto di san Rocco, diretto dal maestro
Antonio Stacul, è sempre attivo e presente per accompagnare le
celebrazioni delle grandi feste.
(TNX
Andrea Nicolausigh)
Borgo San Rocco in Gorizia
18
Novembre 2007
Santa Messa
per la Festa del Ringraziamento
presieduta Mons. Ruggero Dipiazza
accompagnata dal gruppo corale "Ars Musica"
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01 |
2.59 |
Campane |
02 |
1.25 |
Canto
d'inizio |
03 |
3.13 |
Benvenuto
di Mons. Dipiazza |
04 |
2.25 |
Gloria |
05 |
2.37 |
Letture e
preghiere |
06 |
0.55 |
Alleluia |
07 |
10.48 |
Omelia |
08 |
2.42 |
Preghiere
e intenzioni |
09 |
1.22 |
Presentazione offerte |
10 |
1.44 |
Canto |
11 |
1.10 |
Canto |
12 |
1.16 |
Pater
Noster |
13 |
1.10 |
Canto |
14 |
2.30 |
Canto |
15 |
2.48 |
Ave Verum |
16 |
3.41 |
Canto
finale |
17 |
3.00 |
Scampanottata 1 |
18 |
2.17 |
Scampanottata 2 |
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