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Cividale del Friuli (UD), 22 Luglio 2007
 Messe tal Domo di Cividât

     A Messa nella cittadina longobarda in riva al Natisone avevo già avuto modo di partecipare un paio di volte, ma ho voluto ritornarci per almeno due ragioni...
     La prima perchè mi piacciono tantissimo gli accompagnamenti organistici che si ascoltano in quella chiesa; sia se eseguiti con uno dei due antichi strumenti ai lati della grande scalinata o con il potente organo di cui il Duomo è dotato. (Il  maestro Antonio Qualizza alle tastiere, riesce ad ottenere il massimo dell'armonia e della sonorità)...
     La seconda ragione stava nel fatto che alle ore 12.00 era in programma un concerto organistico, organizzato nel quadro dei festeggiamenti di Mittelfest, una evento che non volevo assolutamente perdermi, anche perchè era stato organizzato in onore di Pre Antonio Bellina.


...via vai per le vie di Cividale, parzialmente chiusa al traffico...


         
 CANTI


...il M° Antonio Qualizza...



 CANTO


  FINALE D'ORGANO
 

     Il museo cristiano trova ospitalità all’interno del Duomo di Cividale, il maggiore edificio sacro della città, in un ambiente costruito nel 1946, aperto nella navata destra della chiesa. In questo locale, al quale si può accedere anche dal cortile esterno, sul retro del campanile, sono conservate pregevoli testimonianze dell’arte figurativa d’epoca longobarda e romanica: in primo luogo, l’Ara di Ratchis e il Battistero di Callisto, per il quale era stato predisposto il vano e poi la cattedra patriarcale, fregi altomedioevali e affreschi.
     L’Ara di Ratchis, dal nome del duca longobardo del Friuli dal 739 al 744, che compare inciso sulla faccia principale, e che la donò ad una chiesa di San Giovanni, è un manufatto di straordinario valore artistico, uno dei momenti più interessanti della scultura altomedioevale o barbarica. Realizzata in pietra del Carso, probabilmente tra il quarto e il quinto decennio del VII secolo, è composta di quattro lastre decorate con alcune scene relative alla storia di Cristo; un’iscrizione dedicatoria corre lungo il bordo superiore. Colpiscono l’attenzione le figure, trattate a rilievo schiacciato, con notevoli sproporzioni: braccia più lunghe del corpo, mani enormi e piedi piccolissimi, corpi di profilo e visi frontali con grandi occhi. Domina “l’horror vacui”, ossia la paura del vuoto, così che ogni spazio è riempito con motivi ornamentali o simbolici. L’Ara, che era stata concepita come un’opera ricca e splendente, in origine si presentava rivestita da smalti policromi, dei quali oggi rimangono solo minuscoli frammenti.
     Il Battistero di Callisto è uno fra i monumenti più noti di Cividale; fu fatto erigere dal Patriarca Callisto (737-756), che da Cormons trasferì la residenza patriarcale proprio in questa città, promovendo un’intensa attività anche di carattere culturale. Varie e travagliate sono le vicende vissute dal Battistero: originariamente collocato nella chiesa di San Giovanni Battista, al crollo di questa fu ricostruito in pochissimi giorni nella chiesetta dei Santi Giovanni e Antonio e dal 1645 fu collocato all’interno del Duomo, ricomposto in modo tale da riprendere, per quanto possibile, l’aspetto originale. Questo splendido esempio di fonte battesimale appare nell’insieme molto elegante ed armonicamente studiato nel rapporto ottenuto fra le due parti: quella inferiore, che serviva per il Battesimo ad immersione, effettuato il Sabato Santo e il Sabato precedente la Pentecoste, è a pianta ottagonale, a forma di vasca con tre gradini discendenti ed è recintata da otto lastre, delle quali solamente due sono decorate. Una è nota come “Paliotto di Sigualdo” dal nome inciso del Patriarca, successore di Callisto (756-786). La lastra, forse un tempo policroma, rivela un efficace ritmo compositivo: nelle zone d’angolo si distinguono i simboli dei quattro Evangelisti, sopra, il motivo della croce a matassa, circondata da rosette, palme e candelabri, mentre sotto si eleva l’albero della vita.
     L’altra lastra, conosciuta invece, come “Lastra di San Paolino”, dal nome di un successivo Patriarca risulta dalla composizione di due parti che non appartenevano al parapetto originale ed era scolpita anche nella parte interna.
Caduta in rovina Aquileia, Cividale era ormai diventata la residenza abituale del Patriarca e delle sue corti ecclesiastica e civile, nel palazzo sito accanto al Duomo. Qui avveniva, con una solenne cerimonia, l’investitura feudale. Il neoeletto Patriarca, assiso sulla cattedra, che si conserva in questo museo, riceveva dall’imperatore la spada, segno del potere temporale in Friuli. La cattedra, sulla quale ben ventidue Patriarchi appartenenti ad illustri famiglie ricevettero la loro investitura dal 1077 al 1412, è un monumento semplice e maestoso, composto di lastre di marmo di epoche e di provenienze diverse.
     Completano il percorso diversi frammenti marmorei ed affreschi staccati dal Tempietto Longobardo a documentare la grande importanza artistica e storica di Cividale nei secoli. www.museiprovinciaud.it