La Chiesa di San Valeriano
(TNX Andrea
Nicolausig)
La chiesa di San Valeriano è la chiesa di Gradisca
di più recente costruzione. L’istituzione della terza parrocchia
gradiscana, infatti, risale al 1964, quando venne inaugurata
dall’Arcivescovo mons. Pangrazio la chiesa provvisoria, ospitata
in una baracca di legno.
Appena nel
1967, fu posta la prima pietra della nuova Chiesa alla presenza
dell’Arcivescovo mons. Cocolin, e primo parroco venne nominato don
Sante Gobbi. I lavori proseguirono per diversi anni fino
all’inaugurazione il 28 novembre 1971 con una solenne cerimonia
presieduta sempre dall’Arcivescovo mons. Cocolin. Nel frattempo
era subentrato il nuovo parroco, don Silvano Pozzar, che sarebbe
rimasto a San Valeriano per ben 17 lunghi anni. In seguito, fino
al 1994, la parrocchia fu amministrata da don Fausto Furlanut e
poi da don Igino Pasquali che era anche parroco della maggiore
parrocchia gradiscana, quella del SS. Salvatore (nata dalla
soppressione della parrocchia di S.Spirito che fu annessa a quella
del Duomo). In questo periodo vennero chiamate a collaborare tre
sorelle della Comunità Loyola. Venendo ai giorni nostri, dal 1998
parroco dell’Unità pastorale di Gradisca d’Isonzo è don Maurizio
Qualizza aiutato a San Valeriano dal diacono permanente Renato
Nucera.
L’edificio e
il suo arredo meritano qualche cenno per la loro originalità. Le
pareti sono formate da irregolari blocchi di pietre carsiche,
mentre l’enorme tetto spiovente ricorda quello di certe chiese
gotiche. All’ingresso colpisce l’enorme Cristo dorato posto in
fondo all’abside, il più grande dell’Arcidiocesi. Nel settembre
1995, all’esterno della chiesa, sulla facciata principale venne
posta la statua di San Valeriano, donata alla comunità dal primo
parroco don Sante Gobbi. Si tratta di un’opera dello scultore
padovano Stefano Baschierato, alta tre metri e mezzo e realizzata
in pietra vicentina di mante. L’opera è affiancata da altre
sculture, sostenute da mensole in pietra e raffiguranti i simboli
dei quattro evangelisti: Matteo (angelo), Marco (leone alato),
Luca (toro), Giovanni (aquila).
Nel 2002 sono state
inaugurate le nuove stazioni della Via Crucis ad olio su pietra d’Aurisina,
opera della pittrice gradiscana Rita Marizza.
L’artista ha
ripercorso le stazioni della Via Crucis, con Gesù e la croce,
“immersi in un’atmosfera luminosa, di cui simbolo prevalente è il
colore giallo”. E ciò con una visione teologica orientata, in
termini pastorali ed esistenziali, verso il Cristo risorto (theologia
gloriae), più che verso il Cristo morto (theologia crucis). |