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San Giorgio di Nogaro (UD), 29 Ottobre 2006

CAP: 33058 - Abitanti: 7417
Altitudine (s.l.m.) :
m. 7 - Superficie : Kmq. 25,83

San Giorgio di Nogaro (UD) - Il nome Nogaro deriva dall'abitato che si era sviluppato sul fiume Corno, dove sorgeva Porto Nogaro. In epoca antica il territorio dell'attuale Comune di S. Giorgio era ricco di boschi di rovere e presso il porto facevano scalo diversi battelli per il rifornimento di legna. La località sorse all'epoca della fondazione di Aquileia, quando il suo territorio fu assegnato ad alcuni coloni romani. La Dieta di Worms del 1521 stabilì la cessione di S. Giorgio e di altre ville friulane agli Arciduchi d'Austria. Da quel momento in poi la località seguì le vicende dell'Impero asburgico fino all'annessione all'Italia, che avvenne nel 1866.


   La parrocchiale e al centro la Chiesa della Madonna Addolorata...  

Santa Messa
nel 50° anniversario di sacerdozio di
Mons. Rino Calligaris

SAN GIORGIO: giubileo sacerdotale di mons. Rino Calligaris
all’insegna della gioia e della comunione.

Era pieno come nelle grandi solennità il Duomo di San Giorgio domenica 29 ottobre quando la comunità parrocchiale si è stretta attorno a mons. Rino Calligaris in una celebrazione eucaristica per festeggiare assieme a lui il giubileo della sua consacrazione sacerdotale, e dimostrargli così la sua riconoscenza per i molti anni di vita trascorsi in mezzo e a favore dei sangiorgini.
Circostanza voluta dal consiglio pastorale, come ha ricordato il direttore Tonino Taverna nel suo indirizzo di saluto, per trasformare un momento di festa in una corale azione di grazie al Signore per la chiamata al ministero sacerdotale di Don Rino e per i numerosi anni da questi spesi a San Giorgio, e per offrire a tutta la comunità un’occasione preziosa per fare famiglia e comunione fraterna. Ma anche esigenza sentita da tutto il paese “Perché don Rino - ha ricordato il sindaco Del Frate- è stato testimone della storia di questa comunità per quasi un quarto di secolo, e noi lo dobbiamo ringraziare perché la sua presenza è stata una testimonianza viva della sua personalità, una personalità che si è fatta stimare dai sangiorgini”.
Dal canto suo don Rino, celando a stento la commozione, ha cercato di contraccambiare a più riprese i sentimenti di affetto che da più parti gli venivano rivolti. Sono contento di essere stato qui oggi con voi-ha detto rivolgendosi ai suoi ex parrocchiani-, perché il vostro invito è stata per me una sorpresa tanto bella quanto desiderata. E la vostra presenza – ha aggiunto- è stata fonte di inaspettata gioia perché non pensavo che vi sareste disturbati così tanto per me. Per questo sono grato a don Livio che ha voluto farmi questo regalo invitandomi a celebrare assieme a voi i miei 50 anni di sacerdozio, perché vivo questo mio essere con voi, in questo clima particolarmente festoso per me, come un vero rientro in famiglia; ed è con tanta commozione che oggi torno a vedere i vostri volti, le vostre famiglie, i vostri problemi che in questi anni non ho mai dimenticato. Ed ha un valore particolare per tutti noi il fatto che ci troviamo a festeggiare sentendoci un’unica famiglia come figli dello stesso Padre, facendo comunione fra noi attorno a quel Gesù che, pur in mezzo alle angosce e ai disagi della vita di tutti i giorni, ci invita ad esultare e ad innalzare inni di gioia a Dio.
E al termine della santa messa, dopo la rituale consegna di doni-ricordo da parte della comunità e dell’Amministrazione Comunale, la festa è continuata sul sagrato del Duomo, dove don Rino si è soffermato a lungo per abbracciare, stringere mani, salutare… fino a quando un ordine di servizio non l’ha trascinato in canonica dove l’attendevano per pranzare assieme i sacerdoti della forania, ma non senza aver avuto modo prima di rivolgere un pensiero particolare  per gli anziani e gli ammalati.
Ma per questi e per quanti per i più svariati motivi non hanno potuto essere presenti alla festa, i momenti più salienti della rimpatriata di don Rino sono stati riportati sul sito
www.natisone.it, al gestore del quale, Aldo Taboga, va il più vivo ringraziamento da parte della comunità sangiorgina.
 (FLAVIO D'AGOSTINI)


         
 CANTO D'INIZIO E SALUTO A MONS. RINO CALLICARIS



 ESTRATTO DALL'OMELIA




  CANTO


         
 LETTURA DEI MESSAGGI D'AUGURIO ED INTERVENTO DEL SINDACO


         
 RINGRAZIAMENTI DEL FESTEGGIATO E CANTO FINALE


 IL CORO PARROCCHIALE  FEMMINILE


...I FESTEGGIAMENTI SONO PROSEGUITI SUL SAGRATO...

 

Arte e cultura: SAN GIORGIO DI NOGARO (UD)
La Chiesa parrocchiale di S. Giorgio è un moderno edificio eretto nel 1952 su progetto dell'architetto Giacomo Della Mea, con facciata e zona presbiteriale completate nel 1973 dall'architetto Luciano Ria.
La facciata a capanna, ricoperta da marmi bicromi, è forata da un grande occhio e, nella parte inferiore, articolata da cinque nicchie cuspidate in tre delle quali si aprono le porte. L'interno, ad aula, ha la volta animata da travature in cemento armato.
La vecchia parrocchiale (Chiesa della Madonna Addolorata), settecentesca, è un'alta costruzione con dignitosa facciata e portale sormontato da un gruppo scultoreo raffigurante S. Giorgio e il drago.
All'interno, tele provenienti da Venezia e qui in deposito: Venezia in trono e la Giustizia che fuga i Vizi, opera di Pietro Malombra (1556-1618): si trovava originariamente a Palazzo Ducale nell'ufficio dei "Signori di Notte del Criminale"; passò a S. Giorgio di Nogaro nel 1885. Opera magniloquente, vicina ai modi del Tintoretto, ha forte e sicuro chiaro-scuro); il Miracolo di una partoriente in riva al mare eseguito da Alessandro Varotari detto il Padovanino (1588-1648), proviene (1887) dalla soppressa chiesa veneziana di S. Maria Maggiore.
È composizione assai complessa, ricca di particolari, stupefacente per misure (ben 490 centimetri per 636!) e per bontà d'esecuzione; S. Bernardo e Sancha di Spagna di Pietro Muttoni detto il Vecchia, databile al 1640 circa. Le due prime tele, appena giunte a S. Giorgio, furono restaurate dal pittore Domenico Fabris di Osoppo, cui venne affidata anche la dipintura della volta con la Salus infirmorum (1890). L'affresco, caduto nel 1942, fu rifatto poco dopo da Silvio Pavon. Da ricordare anche il dipinto con il Trionfo di S. Giorgio (1838), modesto lavoro del pittore Valentino Marani di Chiarisacco (in comune di S. Giorgio) e la pala con la Morte di S. Giuseppe di Antonio Fantini (1851). L'altare maggiore, settecentesco, è in marmo: le statue raffigurano i Ss. Michele Arcangelo e Giacomo.
Davanti al Municipio (costruzione di tipo classicheggiante formata da un corpo centrale e da due ali laterali, ultimata agli inizi del secolo), Monumento ai Caduti di Aurelio Mistruzzi (secolo XX).
La Chiesa parrocchiale di Zellina è stata costruita nel 1949 su progetto di Leo Morandini di Cividale.
 

 Informazioni tratte da: 
 GUIDA ARTISTICA DEL FRIULI VENEZIA GIULIA 
(
a cura di Giuseppe Bergamini )
dell'Associazione fra le Pro Loco del Friuli-Venezia Giulia