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Ronchis (UD), 17 Settembre 2006

CAP: 33050 - Abitanti: 1965
Altitudine (s.l.m.) :
m. 8 - Superficie : Kmq. 18,50

Ronchis (UD) - Il toponimo Ronchis pare derivi dal termine friulano "Ronc's" o "Ron'c" che sta ad indicare un brusco dislivello del terreno; questo non pare strano vista la posizione del paese in riva al Tagliamento. La costituzione del comune è abbastanza recente in quanto risale al 1834, anno in cui si ha notizia dell'istituzione della prima anagrafe non ecclesiastica. Antica è, tuttavia, la storia della comunità; nel 1180 una controversia fra i Patriarchi di Grado e di Aquileia , relative all'influenza spirituale su questo territorio, assegnò Ronchis nella Curia di Grado. La fondazione, verso la fine del secolo XIII, dell'ospizio di San Bartolomeo di Volta assunse particolare importanza , in quanto fu rifugio per quei pellegrini che si recavano a Latisana per imbarcarsi per l'Istria, la Dalmazia, Venezia o la Terrasanta. Nel 1451 Ronchis passò sotto la giurisdizione del Patriarcato di Venezia e nel 1751 sotto quella dell'Arcivescovado di Udine. Successivamente, fino al 1866, fece parte dell'Austria. www.turismo.fvg.it



 CAMPANE

RONCHIS - Perdon dell'Addolorata
Dopo l'esperienza di «Roncjis in fieste», aspetto «profano» dei festeggiamenti, la parrocchia di S. Andrea ha invitato nuovamente la comunità a riunirsi, per festeggiare «Perdon dai dolors». La giornata di domenica 17 settembre è stata  interamente dedicata alla Madonna addolorata, con momenti di riflessione e preghiera e le confessioni. Alle ore 11 la Santa Messa nella chiesa parrocchiale è stata celebrata da don Severino Casasola, nel ricordo dei sessantanni di ordinazione sacerdotale, e accompagnata dal coro «Glains di soreli». Nel pomeriggio, processione per le vie del paese con la sacra immagine della Beata Vergine addolorata accompagnata dalle note della Banda Vadese.


Il coro "Glains di soreli", che ha accompagnato la Messa...
 (a media risoluzione)


...la statua della Madonna Addolorata e alcune momenti della Liturgia,
con il canto d'inizio ed il saluto di don Severino...


         
 CANTO       SALUTO



 OMELIA


                   
...intervento di un testimone, ringraziamento di don Severino e canto finale...


...la foto ricordo...
(a media risoluzione)

Arte e cultura: RONCHIS (UD) www.comune.ronchis.ud.it
     Perse le opere antiche ricordate dai documenti (pitture e sculture lignee cinquecentesche dovute ad artisti di fama, da Antonio Tironi a Giovanni di Domenico, da Francesco Floreani a Giacomo Secante), la Chiesa parrocchiale di Ronchis - vasto edificio ricostruito tra il 1743 ed il 1753 - possiede altari e dipinti di non grande valore eppure sempre utili testimonianze dello stretto rapporto esistente tra arte e fede nel mondo friulano.
     Altari in pietra del XVIII secolo (il maggiore ha un bel paliotto in marmi policromi; quello ora dedicato a S. Giuseppe è opera del portogruarese Pietro Balbi, 1764), due quadroni a fresco ottocenteschi nell'abside, con l'Adorazione dei Magi e la Salita al Calvario (nella quale viene copiato l'analogo soggetto dipinto dal Tiepolo per la Chiesa di S. Alvise di Venezia poco prima del 1740) e, nel soffitto, il Martirio di S. Andrea, affresco del 1912 steso con la consueta abilità scenografica del pittore-decoratore gemonese Francesco Barazzutti.
     Qualche pregio ha la pala d'altare, con la Presentazione di Gesù al Tempio, dovuta ad un pittore di scuola veneta della metà del XVIII secolo che ha vivo senso del colore e buona capacità ritrattistica; al latisanese Giovanni Costantini (1912) spetta la decorazione a bassorilievo del pulpito mentre la statua della Beata Vergine Assunta è opera dell'udinese Luigi Piccini (1892).
     Nella vicina frazione di Fraforeano spicca la Villa de Asarta, nobile esempio di dimora gentilizia con i rustici annessi; nella Cappella cimiteriale de Asarta, in stile neogotico, progettata da Raimondo d'Aronco e costruita tra il 1901 e il 1924, un altare marmoreo del tisanese Francesco Ellero contiene un Cristo deposto dalla Croce dello scultore palermitano Domenico Trentacoste (1912) trattato con delicata grazia ellenistica: l'opera fu anche esposta alla Biennale di Venezia. Nella Parrocchiale, affreschi del 1923-24 di L. Moretti.
     Nella campagna, una piccola ancona fatiscente interessa, più che per i poveri resti di affreschi che conserva (e che paiono del XVIII secolo), per l'intitolazione che è propria di pochissimi edifici in Friuli: Santa Sabida.
 

 Informazioni tratte da: 
 GUIDA ARTISTICA DEL FRIULI VENEZIA GIULIA 
(
a cura di Giuseppe Bergamini )
dell'Associazione fra le Pro Loco del Friuli-Venezia Giulia