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Erto e Casso (PN), 3 Settembre 2006


CAP: 33080 - Abitanti: 419 - Altitudine (s.l.m.): m. 775 - Superficie: Kmq. 52,22

Erto e Casso (PN) - Il comune di ERTO e CASSO comprende vari agglomerati come CAVALLE, COL DELLA RUAVA, FORCAI, LIRON, PINEDA, VAL DE PONT. L'antichità dell'insediamento è dimostrata da reperti sia preromani sia tardoromani; comunque è certo l'insediamento longobardo, dato che figura nell'VIII secolo tra i beni dell'abbazia di Sesto. Incendi, frane, secoli d'emigrazione, episodi di guerra, la spaventosa frana del monte Toc (9 ottobre 1963: la più grande frana di tutto l'arco delle Alpi) che si portò via centinaia di ertani, l'esodo di una parte di abitanti andati a costituire il nuovo comune di Vajont: tutto ciò non è bastato a piegare queste due comunità così diverse (Casso parla un paleoveneto bellunese, Erto una varietà specifica di paleofriulano) eppure accomunate non solo nella denominazione del comune ma anche nella lotta per la sopravvivenza. La Sacra Rappresentazione della Passione la sera di ogni venerdì santo impegna, da almeno tre-quattro secoli, tutto il paese, costituendo il più importante appuntamento folcloristico del Friuli. Informazioni sull'accoglienza turistica: Municipio via IX ottobre, 4 33080 Erto e Casso (Pn) tel. 0427.879100 Informazioni sugli itinerari naturalistici: Parco Naturale Regionale delle Dolomiti Friulane Centro Visite via G.Pascoli, 1 33080 Erto e Casso (Pn) Tel.0427.879246 

Erto Casso

CAMPANE

CAMPANE

La Santa Messa e le altre cerimonie religiose vengono celebrate nella nuova chiesa situata
nel nuovo centro sorto dopo la grande tragedia provocata dalla frana staccatasi dal Monte Toc
 



 CANTO


 ...su e giù per le vallate...


...il centro storico abbandonato di erto...


...la cappella vicino alla diga e la vallata di Longarone...


...il centro storico e la nuova Erto...
(foto ad alta risoluzione)


...due immagini della diga...
(foto ad alta risoluzione 2000x1333 pixel)


     Arte e cultura: ERTO E CASSO (PN)
    
Persa nel disastro del Vajont del 1963 la quattrocentesca Chiesetta votiva di S. Martino dalle gradevoli semplici forme, contenente un dipinto di Cataldo Ferrara (1657) ed un noto affresco del XV secolo raffigurante l'Ultima Cena (con la lunga tavola imbandita popolata di gamberi e personaggi dai volti tondeggianti vicini nella tipologia a quelli dell'istriano Vincenzo da Castua, a conferma che l'arte popolare permette raggiungimenti simili pur in diversi registri stilistici), Erto e Casso non presentano opere d'arte di rilevante interesse negli edifici sacri.
     La Chiesa parrocchiale di S. Bartolomeo ad Erto, consacrata nel 1793, è edificio privo di particolarità architettoniche nella facciata scandita da quattro lesene e nell'interno ad unico vano. Ha un altar maggiore con modeste statue dei Ss. Pietro e Paolo, quattro altari laterali, un affresco ottocentesco nel soffitto della navata, una tela tardobarocca con il Martirio di S. Bartolomeo dietro l'altare ed un paio di quadretti nel coro tra cui una Madonna del Carmine dipinta da Tommaso Rasmo da Predazzo nel 1825. Sopra l'altare è collocato un crocifisso ligneo attribuito allo scultore zoldano Andrea Brustolon: viene infatti chiamato "Il Cristo nero del Brustolon".
     La Chiesa parrocchiale dei Ss. Gervasio e Protasio di Casso, affiancata da un campanile del 1795, modificata nel XVIII secolo, contiene nel marmoreo altar maggiore settecentesco una pala di fattura popolareggiante con il Martirio di S. Osvaldo. Nel coro anche due quadretti raffiguranti Sansone e Dalila e la Sacra Famiglia e S. Giovannino (secolo XVIII). In sagrestia, un dipinto devozionale di certo pittore Ceschi con i Ss. Rocco e Antonio da Padova (1843). Gradevole il fonte battesimale dalle forme geometriche rigorose ed essenziali: una coppa emisferica in marmo rosso locale, su un fusto a forma di parallelepipedo e un dado.
     Erto e Casso, peraltro, sono eccezionali per la loro struttura urbanistica, essendo tra i pochi paesi in regione ad aver conservato quasi intatte le caratteristiche ambientali e soprattutto l'impianto viario che meglio si evidenzia nella frazione di Casso: strette, impervie stradine talvolta con pavimentazione in ciottoli o listelli irregolari di pietra si inerpicano tra le grigie, alte, severe case in pietra locale a formare con esse un nucleo abitativo serrato nel quale poggioli e androni offrono non pochi scorci di antica poesia.
     Dopo il 1963 è sorta una nuova Erto, in località Stortan, con soluzioni architettoniche talvolta ardite ma in armonia con l'ambiente, talaltra invece discutibili.
     La Chiesa e le Opere parrocchiali (1973-74) ed il Cimitero (1971-72) sono stati progettati dagli architetti Glauco Gresleri e Silvano Varnier.
     Nei pressi della diga del Vajont, che si presenta tuttora nella sua arditezza, è stata eretta, a ricordo della tragedia, una Cappellina dedicata a S. Antonio, costruita nel 1970 su progetto dell'ing. Barcelloni Corte di Belluno: la sua forma richiama l'onda ed è posta a ricordo delle vittime del Vajont.

 Informazioni tratte da: 
 GUIDA ARTISTICA DEL FRIULI VENEZIA GIULIA 
(
a cura di Giuseppe Bergamini )
dell'Associazione fra le Pro Loco del Friuli-Venezia Giulia