Ragogna (UD), 16 Luglio 2006
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CAP:
33030 -
Altitudine (s.l.m.):
m. 235
Abitanti:
3.003 -
Superficie:
Kmq. 22,42 |
RAGOGNA - Storia e Descrizione
Il toponimo deriva dai termini latini Remunum, dal prediale
Ragonius, Reunia che indicano l'origine romana della località. Ai
piedi del Monte di Ragogna passava un'antica strada romana (Via Giulia
o Germanica) che da Concordia si collegava alla Julia Augusta a
Ospedaletto di Gemona.
Nel VI sec. viene citata da Venanzio Fortunato ed un secolo dopo da
Paolo Diacono come sede di una "fara" longobarda.
Fino all'inizio del XII secolo il territorio della località appartenne
alla famiglia degli Eppenstein imparentata con i duchi di Carinzia. In
seguito Ragogna fu ceduta ad una famiglia di nobili tedeschi che,
assunto il nome del feudo, governò la zona per secoli e fu tristemente
celebre per i numerosi atti di banditismo ai danni dei viaggiatori che
transitavano nella zona.
Nel 1348 un potente terremoto danneggiò gravemente il castello.
Nel 1420 la località passò sotto il dominio della Serenissima,
diventando protagonista di vicende che accomunano la sua storia a
quella della maggior parte dei paesi friulani.
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CAMPANE
CANTO DI APERTURA
ESTRATTO
DALL'OMELIA
CANTI
CANTO
DI CHIUSURA
Sù e jù pal Cumun di Ruvigne...
RAGOGNA - Arte e Cultura
La Chiesa parrocchiale di S. Pietro di Ragogna è un edificio di grandi
dimensioni, di stile neogotico, costruito dal 1905 al 1921. Vi sono
state trasportate opere d'arte provenienti dalla vecchia chiesa: il
fonte battesimale (con putti addossati al fusto che sostengono la
coppa) simile ad altri eseguiti dal Pilacorte o da Benedetto degli
Astori e databile alla prima metà del secolo XVI; l'altar maggiore, in
marmo, eseguito intorno al 1750 da Francesco Sabbadini di Pinzano
scultore ed altarista contenente una pala dipinta nel 1736 dal
sandanielese Giuseppe Buzzi e raffigurante l'Immacolata e gli Apostoli
Pietro e Paolo; altre due pale d'altare settecentesche, l'una con la
Madonna del Rosario e quindici Misteri, l'altra con la Madonna con il
Bambino, i Ss. Valentino, Ermacora, Fortunato ed una donna che tiene
in braccio un bambino. Su uno sperone roccioso a strapiombo sul
Tagliamento sorge l'antica Pieve di S. Pietro in castello, da poco
restaurata.
All'interno sono visibili gli scavi archeologici dell'abside e del
fonte battesimale (secolo X-XI?) ed un rovinato ciclo di affreschi
romanici con scene della Genesi.
Anche la Chiesa di S. Giacomo è moderna. Se ne iniziò
la costruzione nel 1922 su progetto di Isidoro Butti, impresario del
luogo, ma per mancanza di denaro il lavoro si fermò alla cripta
(peraltro grandiosa: 360 metri quadrati di superficie). Redatto un nuovo progetto da parte dell'arch. Cesare Miani di Udine, la chiesa venne costruita nel 1932. In stile romanico
basilicale, ha tre navate, affreschi e tempere di Tiburzio Donadon
nell'abside (Cristo re tra la Madonna e i Ss. Giacomo, Lorenzo e
Remigio e, più in basso, i Ss. Giovanni Battista, Bartolomeo, Stefano,
Sebastiano ed Agnese) e nel soffitto della navata, altare maggiore in
marmi policromi.
Nel timpano della facciata è posta una statua di S. Giacomo eseguita
da Pietro Rizzotti di Artegna (secolo XX). Dalla precedente chiesa
provengono le tele con la Madonna con Bambino, S. Giuseppe e S.
Giacomo (pittore Giovanni Battista Tiani di Gemona, 1708) e Tre Santi
(Giuseppe Buzzi, 1745) nella cripta.
La Chiesa parrocchiale di Pignano, alla quale si accede
per una lunga scalinata, conserva una struttura tardo settecentesca
(facciata a salienti, navata unica). Nel muro di fondo dell'abside,
dietro all'altare, sono stati di recente ritrovati gli affreschi che
Gianfrancesco da Tolmezzo aveva condotto nel 1502 nella precedente
chiesa, i cui muri furono in parte riadattati quando si procedette
all'ampliamento dell'edificio.
Le pitture, benché molto rovinate, mostrano figure di
Apostoli ed un altarolo, trittico dipinto con la quasi illeggibile
figura della Vergine al centro e quella dei Ss. Sebastiano e Antonio
da Padova ai lati. Rovinati (ma per colpa del terremoto del 1976 che
ha gravemente danneggiato l'edificio) sono anche gli affreschi
laterali del coro - la Nascita di Gesù e la Resurrezione - dipinti
intorno al 1893 dal pittore Domenico Fabris di Osoppo che nel 1863
aveva affrescato l'Assunta nel soffitto della navata. L'altare
maggiore, in pietra, è di Daniele Sabbadini di Pinzano (ultimo
decennio del secolo XVIII).
Neogotica anche la grande Chiesa di Muris (1933), a tre
navate; ricostruita, sullo stile della precedente, la Chiesetta dei
Ss. Lorenzo e Sebastiano di Villuzza: all'interno sono stati
riposizionati gli interessantissimi resti di affreschi (Fuga in
Egitto) di epoca romanica (XI-XII secolo), tra i più significativi del
Friuli.
Nella Chiesetta di S. Giovanni in Monte, affreschi
(rovinati) del XVI secolo (Incoronazione della Vergine).
Dal 1981 a Ragogna è stato aperto un piccolo Museo nel
quale sono raccolti significativi reperti archeologici e testimonianze
artistiche e naturali di provenienza locale. Da notarsi alcuni
pregevoli bassorilievi dell'VIII secolo, un'acquasantiera (già
capitello) con tre volti umani rozzamente scolpiti provenienti dalla
chiesetta di S. Remigio (secolo XI?).
Informazioni tratte da:
GUIDA ARTISTICA DEL FRIULI VENEZIA GIULIA
(a cura di Giuseppe Bergamini
)
dell'Associazione fra le Pro Loco del Friuli-Venezia Giulia
http://www.prolocoregionefvg.org
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