Povoletto, 30 Aprile 2006
CAP: 33040 - Altitudine (s.l.m.):
m. 118 - Abitanti: 5.253 - Superficie: Kmq. 38,12
POVOLETTO - Storia e Descrizione
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Il territorio è adagiato, a settentrione, su fertili colline e si
incunea tra i corsi d'acqua distendendosi, verso sud, nel piano sino a
raggiungere il ghiaioso letto del fiume Torre. La storia e la vita
economica di questa zona non poterono prescindere, nel corso dei secoli,
dalle vicende di questo fiume: basti ricordare che la perdita del
Monastero di Salt fu dovuta ad un'impetuosa piena del fiume stesso. Il
nome Povoletto sembra derivi da "pabuletum" (pascolo) o da "populetum"
(pioppeto), infatti nello stemma del comune troviamo raffigurati tre
pioppi. Alcuni documenti fanno menzione della località fin dal 1234 ma,
come altri paesi della zona, pare che la sua fondazione debba essere
fatta risalire a prima del Mille.
CAMPANE
CANTO
ESTRATTO DALL'OMELIA
CANTO
POVOLETTO - Arte e Cultura
La settecentesca Chiesa parrocchiale ha nel soffitto un affresco del
1824 del sacerdote, musicista e pittore udinese Domenico Paghini
(1778-1850), dipinto accademico dai colori morti raffigurante Gesù che
scaccia i mercanti dal Tempio e sopra l'altar maggiore una bella pala di
Pietro Antonio Novelli con l'imponente figura di S. Clemente, titolare
della chiesa (1795).
Nella parete del coro, un olio (Madonna con Bambino e Santi, 1591) di
Michele Almonio, debole interprete delle invenzioni dei grandi maestri
friulani del Cinquecento.
Nella Parrocchiale di Grions del Torre uno dei maggiori altari lignei
barocchi di scuola slovena del Friuli, intagliato, dipinto e dorato da
Bartolomeo Ortari di Caporetto nel 1703: opera piuttosto rozza nei
particolari ma di grande effetto scenico per l'esuberanza decorativa.
Nella Chiesa parrocchiale neogotica di Savorgnano al Torre, costruita su
progetto dell'allora parroco Romano Perini di Artegna (1905), affreschi
di Titta Gori (Trionfo della Croce, quattro Evangelisti) e bella Via
Crucis di Luigi Martinis (1986).
Nella Chiesetta di S. Pietro a Magredis, piccolo edificio
quattrocentesco con campaniletto a vela, si conserva nel basamento del
coro l'unico ciclo completo dei Mesi del Friuli: dodici piccoli quadri
(secolo XV) piacevoli per la qualità pittorica (che denota peraltro una
mano inesperta, più di disegnatore che di pittore) e per il candore da
cantastorie che li anima. Rappresentano i momenti che scandivano la vita
del Friuli e di tutta l'Italia settentrionale nei vari mesi sino a pochi
decenni fa: semina, mietitura, battitura del frumento, uccisione del
maiale, caccia, ecc.) nel coro anche un ciclo completo d'affreschi
(Evangelisti, Santi, Scene sacre) di Gian Paolo Thanner (1529).
Mal leggibili affreschi rinascimentali, in attesa di restauro, nella
Chiesa di S. Nicolò di Primulacco (scene della Passione di Cristo).
Santi, attribuibili a Gian Paolo Thanner, interessanti per
l'iconografia) e medioevali nella Chiesa di S. Leonardo a Bellazoia
(Madonna con Bambino, fine XIV o inizio XV).
Nel soffitto della parrocchiale di Ravosa, affresco con S. Martino di
Domenico Paghini (ca. 1820); in facciata, stesso soggetto nel recente
mosaico di Fred Pittino.
Per quanto riguarda l'architettura civile, da ricordare Villa dei
Savorgnan a Savorgnano al Torre (in restauro, con affreschi
ottocenteschi nel salone) con massiccio torrione; Casa dei Partistagno
(la così detta "domus magna") a Belvedere, con elegantissima gotica
trifora quattrocentesca ad archi trilobati; Villa Mangilli- Lampertico a
Marsure di Sopra, risalente alla fine del secolo XVII; Villa Mangilli,
con vicina Cappella della Natività di Maria, a Marsure di Sotto, secolo
XVII.
Informazioni tratte da:
GUIDA ARTISTICA DEL FRIULI VENEZIA GIULIA
(a cura di Giuseppe Bergamini
)
dell'Associazione fra le Pro Loco del Friuli-Venezia Giulia
http://www.prolocoregionefvg.org
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