A nuovo la chiesetta di Zeglianutto
Riaperta la chiesa di S. Antonio da Padova a Zeglianutto di Treppo
Grande dopo i lavori di restauro durati tre anni. Si tratta di un
autentico gioiello a cui la comunità locale è molto legata, come
dimostra l’attiva e sentita partecipazione ai lavori da parte di
tutti. Per decretarne la riapertura si è svolta una serie di
manifestazioni che ha avuto inizio mercoledì 10 con un momento di
preghiera, ed è proseguito sabato 14 con la processione. Si è
conclusa domenica 15 con il rito di benedizione e la celebrazione
eucaristica presieduti dall’arcivescovo di Udine, mons. Pietro
Brollo, cerimonia animata dal coro Alpe Adria.
Singolare è la storia della chiesetta che fu inaugurata il 12
gennaio 1908. «La scelta della seconda domenica di gennaio non è
casuale – spiega il parroco di Treppo Grande don Cristiano Samuele
Zentilin –, ma si lega alle vicende storiche che costrinsero gran
parte della popolazione locale ad andare a cercar fortuna
all’estero. Coloro che rientravano si fermavano generalmente a
casa dal periodo natalizio a metà gennaio, per poi ripartire
nuovamente. Il desiderio di disporre di un luogo in cui salutare e
ricordare gli emigranti portò i cittadini del piccolo borgo a
riadattare una chiesetta dedicandola a S. Antonio da Padova, la
cui celebrazione, che tradizionalmente si svolge a giugno, venne
appunto anticipata a gennaio». Ancora oggi gli abitanti mantengono
viva la tradizione svolgendo in tale periodo la «Sagre di Zeanut»,
che quest’anno coincide con la riapertura dell’edificio religioso
dopo la ristrutturazione. I lavori di consolidamento della
struttura sono stati portati a termine con i contributi della
Regione Friuli-Venezia Giulia e l’importante intervento della
parrocchia.
Essenziale è stato l’aiuto volontario degli abitanti della
frazione: i falegnami hanno recuperato i banchi e tutte le altre
parti in legno, altri hanno contribuito in vario modo al
compimento dell’opera. Il recupero e il rispetto delle norme di
sicurezza si rendeva necessario poiché la semplicità del materiale
della costruzione causò l’apertura delle arcate e il cedimento
delle strutture portanti. In particolare è stato effettuato il
ripristino attraverso micropali, la disposizione di perforazioni
armate per gli angoli, il rifacimento completo del tetto, la messa
in sicurezza della cella campanaria, il recupero delle pietre a
vista e la creazione di un nuovo impianto di illuminazione. Per
quanto riguarda l’interno, sono stati realizzati interventi di
rivitalizzazione che hanno donato freschezza e luminosità alla
navata tramite la pulizia degli intonaci, il recupero della
controsoffittatura e dei suoi fregi e la motorizzazione e
l’abbellimento delle finestre.
(Tratto dal sito della Diocesi di Udine) |