Pozzuolo
del Friuli, 9 ebbraio 2003
POZZUOLO DEL FRIULI
(Ud)
67 metri s.l.m. - 34.84 km2 - C.a.p.: 33050
Frazioni/Località: Cargnacco - Carpeneto - Sammardenchia - Terenzano
- Zugliano
Informazioni turistiche:
Pro Loco Pozzuolo del Friuli. p.zza Julia - Pro Loco Cargnacco, p.zza al
Tempio, 3
Biblioteche: Biblioteca comunale, v. XX Settembre 31, tel.
0432-669517 (apre In. e gi. dalle 14.30 alle 19 - ma. dalle 11 alle 14 -
me. dalle 15 alle 18 - ve. dalle 9.30 alle 12,30).
Musei e
archivi:
Museo Storico della Campagna di Russia a Cargnacco .
Escursioni: Parco del Cormor - Parco Bred, Carpeneto -
Castellieri - Colline prewurmiane
CAMPANE
Alcune immagini riprese
durante la Celebrazione
Principali monumenti e opere d'arte
La Chiesa parrocchiale di Pozzuolo è una vasta costruzione in
stile neoclassico con sasso e mattone a vista, pianta a croce greca,
eretta nel 1853 su progetto dell'architetto udinese Andrea Scala ed
aperta al culto nel 1892. Come atrio, è stato utilizzato l'antico
coro della preesistente chiesa, che reca nella volta una serie di
pregevoli stucchi e di riquadri con dipinti raffiguranti Dottori
della Chiesa, Evangelisti e Profeti dovuti al pittore Martino
Fischer (1710). I due maestosi altari laterali della Madonna (1902)
e di S. Giuseppe (1904) sono di Elia D'Aronco di Gemona: l’altare
maggiore proviene dalla precedente chiesa ed è opera (1717) di
Antonio Gaj, mentre le due statue laterali sono invenzione di
Giuseppe Torretti (S. Pietro, secolo XVIII) e di Paolo Groppelli (S.
Paolo, 1741). Nell'altare del SS. Cuore di Gesù si è utilizzata la
mensa di un altare della precedente chiesa, con bassorilievo del
Martirio di S. Valentino (1727-1730. Giovanni Battista e Francesco
Cucchiaro, scultori udinesi).
Dalla precedente
chiesa provengono anche le tre interessanti tele con S. Andrea e
Santi (1615, Giorgio Onesti), con l'Adorazione dei Magi (secolo XVII,
stesso autore?) e con la Madonna della Cintura e due Santi (Giuseppe
Buzzi, 1727).
Nella
Cappella dell'Assunta, in Villa Masotti, dipinto della
metà del Seicento dell'udinese Eugenio Pini (Madonna della Cintura,
con turbinio di angioletti), nella Cappella Sabbadini Madonna del
pannolino attribuita a Bernardino Luini.
A Carpeneto
la Chiesetta del cimitero conserva un interessante ciclo
d'affreschi databile al 1520 circa, da assegnare a pittore
provinciale vicino ai modi di Gian Paolo Thanner: è stato da qui
portato nella parrocchiale l’altare ligneo, notevole opera
dell'inizio del XVI secolo, attribuito a Domenico da Tolmezzo. Di
impianto gotico, con elementi decorativi (pinnacoli, fiamme) che
contrastano un po' con l'arco a tutto sesto delle nicchie, è
intagliato e dipinto e contiene, nei due ripiani, sei statue: al
centro la Madonna con Bambino in alto e S. Michele in basso, ai lati
i Ss. Sebastiano, Rocco, Matteo e Antonio abate.
Ancora nella
Parrocchiale dietro il settecentesco altar maggiore un dipinto
di Innocenzo Brugno restaurato e quasi rifatto da Eugenio Pini
(L'Assunta, secolo XVIII), dipinti cinquecenteschi dovuti a Gaspare
Negro e Francesco Floreani in sagrestia e, sugli altari laterali,
due pale settecentesche, l'una (la Madonna del Rosario, di modesta
fattura) dipinta nel 1769 dallo sconosciuto pittore di Mortegliano
Carlo Savane, cui spettano anche i quindici riquadri con i
Misteri del Rosario, apprezzabili per i tocchi veloci di vivaci
colori, per corretta disposizione e dinamismo di personaggi, pur
nella tradizionale iconografia: l'altra dipinta alla fine del
Settecento dal pittore restauratore e «critico d'arte» Giovanni
Battista de Rubeis come copia di un dipinto di G.B. Tiepolo
raffigurante la Predica di S. Vincenzo da Paola da lui posseduto e
restaurato (ora in coll. priv. a Londra): ciò spiega la scritta che
si legge: «Joh. Bapt./Toletto Venetus/1758».
A Zugliano,
dipinto raffigurante la Cacciata degli Angeli ribelli, copiato dal
soggetto affrescato da G. B. Tiepolo all'Arcivescovado di Udine da
Domenico Failutti nel 1922 e Via Crucis di Domenico Paghilini
(inizio secolo XIX) nella Parrocchiale e affreschi del 1510
(attribuibili allo stesso pittore che opera nella chiesa del
Cimitero di Carpenedo) nella Chiesetta di S. Daniele, persa nella
campagna. A Terenzano Chiesa parrocchiale di Girolamo
D'Aronco, a Sammardenchia monumentale altare del secolo XVI.
A Cargnacco,
il Tempio in memoria dei caduti e dispersi in Russia è
opera dell'architetto Giacomo Della Mea (1955) e richiama alla mente
gli edifici dell'EUR a Roma; la decorazione interna a mosaico, con
l'Epopea degli Alpini, i prigionieri di guerra, ecc., è stata
eseguita dalla Scuola Mosaicisti di Spilimbergo su cartoni di Fred
Pittino. L'altare maggiore è stato progettato da Della Mea ed è
arricchito da quattro pannelli in bronzo dello scultore Max Piccini,
autore anche delle Stazioni della Via Crucis (1958).
Più recenti le
grandi ceramiche; Ishuscenski (realizzata dal faentino Giancarlo
Piani su disegno di Michele Galliussi), la Julia sul Don (di
Andrea Paron), Nikolajevka (di Enore Pezzetta) e il bagno a Orankj
(dello stesso Pezzetta), mentre le coloratissime vetrate sono dovute
ad Alessandro Ricardi di Netro (La Madonna) e ad Arrigo Poz (La
distribuzione del pane nel lager; la Messa nel campo di Prigionia
di Suzdal).
Davanti ai due
amboni sono stati collocali bassorilievi in bronzo dello scultore
bellunese M. Facchin e sopra le vetrate è stato inaugurato nel 1989
un affresco (di Michele Galliussi) in ricordo di don Giovanni
Mazzoni.
L'intento
didascalico ed una retorica sin troppo palesi impediscono all'arte
di esprimersi in un canto liberatorio, in questo sacrario di
Cargnacco che raccoglie le memorie dolorose di un popolo abituato
nei secoli alla sofferenza.
Nei pressi del
Tempio, nella ex chiesa di Cargnacco opportunamente trasformata allo
scopo, è ubicato il Museo Storico della Campagna di Russia
(1940-1945), in cui sono raccolti documenti, ricordi, materiali
(molti dei quali rinvenuti nei campi di battaglia) che ben
documentano una tragica pagina della recente storia italiana.
Luoghi di molto
interesse sono infine i due castellieri di Pozzuolo, Cjastiei e la
Culine, nei quali è stato rinvenuto materiale che porta a ipotizzare
l'esistenza di un prolungato insediamento preistorico che va dalla
fine dell'età del bronzo alle successive fasi dell'età del ferro.
Informazioni tratte da:
GUIDA ARTISTICA DEL FRIULI VENEZIA GIULIA
dell'Associazione fra le Pro Loco del Friuli-Venezia Giulia
http://www.prolocoregionefvg.org
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